Fanno ancora discutere le parole di ieri dell’ex ministro Gaetano Manfredi, che ha declinato la proposta di candidatura a sindaco di Napoli alle prossime amministrative autunnali offertagli dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. Manfredi ha spiegato, infatti, di non volersi candidare per il gravoso carico di debiti e lo spettro del dissesto economico che aleggia su palazzo San Giacomo.
Una situazione che però a Napoli e ai napoletani non sfugge da tempo. Un debito che con la disastrosa Giunta targata de Magistris si è ampliato a dismisura ma che ha radici lontane come sottolinea Luca Ferrari, dirigente nazionale dipartimento del turismo di Fratelli d’Italia.
«Ma l’ex Ministro Manfredi lo ha scoperto oggi che su Napoli grava un debito pubblico mostruoso?» afferma Ferrari. «Ben superiore ai 2,7 miliardi dichiarati – aggiunge -, vista anche l’ipervalutazione del patrimonio immobiliare e l’inesigibilità di oltre la metà dei crediti».
«E si è mai chiesto come si è formato questo debito? Che parte da Bassolino, si incrementa con la Iervolino ed esplode con De Magistris. Trent’anni di Sinistra al governo della città – rileva – e questo è il risultato. Ora Manfredi vorrebbe un colpo di spugna altrimenti non accetterà di essere il candidato sindaco della Sinistra. Paradossale».
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