Caserta, ‘Periferie al Centro’. Riqualificazione urbana del parco Primavera di Tuoro

Oramai non badano a spese, chiaramente sperperate alle spalle e con i soldi dei casertani. La declassata “politica”, nell’era del web, mescolata a furbizia ed inettitudine genera mostri. Lo specifico argomento addebita responsabilità e colpe su maggioranze e cosiddette opposizioni. Negli anni, silenzi, cecità e disinteresse hanno creato il penoso caso del parco Primavera di Tuoro.

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I fatti.

Sito ufficiale dell’amministrazione comunale casertana, unitamente a quello del Marino Bis e degli assessori di turno, senza freni inibitori, quotidianamente sfornano e lanciano in rete pasturazione per pescare i “piscitielli” elettori.

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Dal sito dell’assessore ai LL.PP. arch. Alessandro Pontillo apprendiamo: «Riqualificazione urbana del Parco Primavera di Tuoro». Presentazione con video di tale ing. Marcello Rauccio – servizio di Antonio Salvati.

Enfasi, giubilo, alleluia, gaudio magno, il testo scritto ed il video spiegano le “intenzioni” dell’amministrazione di Carlo Marino per la riqualificazione urbana del ghetto di Tuoro.

Entreremo nel merito e nello specifico dell’ipotesi presentata, dopo la doverosa premessa informativa utile ed indispensabile agli ignoranti (non conoscitori) e agli smemorati.

L’insediamento urbano conosciuto come parco Primavera di Tuoro è uno dei primi “Castrum asociali dormitorio” (n.d.r.), costruiti a ridosso della periferia pedemontana di Tuoro nel 1978/79 (in attesa della Variante ANAS). Su un’area di circa 45.000 mq, modulato in 3 corpi di fabbrica a 4 piani per un totale di 86 appartamenti di edilizia residenziale privata (metroquadratura compresa tra 140 e 250 mq cadauno).

Per i permessi a costruire, l’immobiliare Monteverde S.r.l. titolare dell’autorizzazione amministrativa, non pagò gli oneri di cui alle Legge n.10 del 28/01/77 (Bucalossi). L’Ente Comune, in cambio ottenne due aree da 5.000 mq, in una di esse venne costruito l’asilo da 500 mq (cosiddetti atti d’obbligo). Successivamente, sul secondo lascito da 5.000 mq, venne costruito (mutuo con Cassa depositi e prestiti) un edificio “Polifunzionale” (sindaco G. Gasparin).

La scelta d’edificare i cosiddetti “polifunzionali” ricadeva nella gestione superficiale e miope di certe amministrazioni. Costruire una scuola (edilizia specifica) comporta il rispetto di parametri precisi, metro quadratura, palestre, parcheggi, ecc., il “polifunzionale£ non ha l’obbligo di servizi specifici – palestre, aula magna, teatro (fatta la legge, trovato l’inganno)-.

Il parco Primavera, veniva edificato isolato dal Casale di Tuoro. Oggi figura rinsaldato e stritolato da costruzioni sorte tra il 1990 e tutt’ora in costruzione.

Ricordiamo: per l’edificazione dei condomini di via Alfonso di Borbone, venne riservata la superfice, standard urbanistici, di piazza monsignor Nicola Suppa, unica anche per il casale di Tuoro. Per la lottizzazione di via Martiri delle Foibe (villette superlusso a schiera – lottizzazione Giaquinto-) riservati per gli standard urabani tre (3) superfici da destinare a verde + parcheggi. Una da 1.000 mq (angolo via Fanelli con via Gregorio Magno) e due da 500 mq cadauno (angoli – via Martiri delle Foibe con Cupa Madonnella).

Dette aree sono state vendute dall’Ente Comune a privati. In via Fanelli, nell’ex masseria confinante col Parco Primavera e palazzo D’Agostino, sono state costruite 6 villette a schiera su tre livelli – senza lasciti per Standard Urbanistici -. Nella circostanza è stato ostruito l’obbligo di passaggio tra il parco Primavera e via Fanelli.

Tra il Primavera e la Variante ANAS, sono state costruite 8 ville a schiera su due piani e mansarda. La superfice in lascito per Standard Urbani consiste in un parcheggio, svenduto dal Comune a privati (con accesso da parco Primavera, oggi è adibito a rivendita auto usate, visibile dalla Variante Anas). Tra il parco Primavera e via Cupa Madonnella Santa Barbara, sono in parte costruiti 2 “Castrum asociali dormitorio”.

Otto corpi di fabbrica (uno bloccato (?)) per quasi 100 appartamenti superlusso, con ingresso da cupa Madonnella e da parco Primavera (forse viella Santa Cecilia).  Questa “cupa”, sottoposta al livello dei terreni agricoli circostanti, nei secoli è stata scavata dalle acque meteoriche. In parte allargata su progetto di un consigliere comunale in carica (conflitto d’interessi).

Non si conoscono i costi pagati per l’urbanizzazione né le superfici degli Standard Urbanistici. Cupa Madonnella, con servizi urbani insufficienti, non illuminata, scarica a valle tonnellate di detriti portati dalle acque meteoriche. Queste le esistenze e le eccedenze, sottrazione di terreno agricolo, non contemplate nel PRG né nel PUC. Piano Urbano Comunale in disponibilità del sindaco Marino dal 2019, come evidenziato dagli architetti redattori Pica e Ciamarra. Attualmente il PUC, sottratto alla città, è in studio d’accomodamento a due noti architetti incaricati dal sindaco Carlo Marino.

Tutto questo marasma è stato realizzato a partire dal 1990.

Carlo Marino, con la sindacatura Luigi Falco (1997) detenne la carica di: assessore ai lavori pubblici, consigliere d’opposizione e attualmente sindaco uscente.

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Il provvedimento annunciato (post + video), se non è una bufala, è evidentemente fumo negli occhi per beoni o frutto di memoria corta e mendace. Il “limbo” in cui trovasi il parco Primavera, così definito dall’ing. Marcello Rauccio, è stato creato dalla scellerata gestione urbanistica dell’intera area.

Eccessi ed abusi, assenza di programmazione urbana, miopia e cecità, scelleratezze amministrative, tutte fatte pagare ai casertani. In queste scelleratezze rientra l’infausta decisione di sostituire piazza Nicola Suppa con una colata di cemento per 124 posti auto sottoterra. Scelleratezza creata dall’avv. Carlo Marino, complici la sua giunta e l’intero consiglio comunale. Con tutto ciò, evidente chiaro, nel mentre la città tace e ammicca girando la testa altrove.

Storia del Parco Primavera.

A Caserta, il sisma del 23 novembre 1980 causò danni ad edifici pubblici e privati, vennero sgomberate civili abitazioni, gli sfollati inizialmente sistemati in alberghi, successivamente furono alloggiati nel parco Primavera requisito con ordinanza del sindaco Iaselli. Il complesso edilizio (all’epoca ancora cantiere) marzo 1981, ospitò 86 famiglie in altrettanti appartamenti. Con fondi del terremoto (ordinanza n.80 – Zamberletti-) venne pagata l’iniziale requisizione ed il successivo acquisto di 70 unità (12 /14 miliardi £).

Attualmente il parco Primavera è di proprietà comunale, una quota parte non ancora acquisita. Negli anni, tutte le amministrazioni non hanno regolamentato le assegnazioni rispetto allo status di senza tetto; non hanno mai regolamentato la gestione condominiale né la manutenzione ordinaria e straordinaria. Gli appartamenti, nel frattempo resisi liberi, sono sempre stati abusivamente occupati e non assegnati in base a trasparenti graduatorie. L’Ente Comune non conosce gli alloggiati, chi paga il canone e chi l’evade.

La manutenzione straordinaria non è garantita, l’ordinaria è affidata al senso civico dei conduttori. Il degrado generale, negli anni, ha reso le abitazioni fatiscenti e ridotte a ruderi di ex “edilizia residenziale”. Il cosiddetto riordino dell’edilizia residenziale pubblica, come previsto da leggi della Regione Campania, non ha chiarito la valutazione dei cespiti attivi in proprietà all’Ente Comune. All’uopo appare auspicabile un’indagine della Corte dei Conti a verifica di eventuali falsi in bilancio e somma di danni erariali causati dalla «non gestione del patrimonio comunale».

L’ex struttura dell’asilo – in parte vandalizzata- è occupata e non se ne conosce il titolo. L’unica struttura funzionante è il “Polifunzionale” scuola media. Nell’area parcheggio fabbricato A/1, durante la sindacatura Luigi Falco, venne edificata una “tensostruttura sportiva” – pallone sostenuto da strutture in legno lamellare, servizi e spogliatoi -. Detta struttura, colpevolmente abbandonata dall’Ente Comune, risulta vandalizzata, non se ne prevede il recupero.

Il verde esistente nel Parco Primavera, a suo tempo piantumato – 1981/1995 – a cura dell’allora operoso Comitato di Quartiere. Gli abeti marittimi, cornice dell’ingresso, sono stati tagliati su ordinanza dell’attuale sindaco Marino. Una parte degli appartamenti è occupata da singoli (vedove, figli o nipoti), di contro a superfici spropositate rispetto alle esigenze abitative.

In questo apocalittico scenario, con sistema divulgativo mangime per allocchi, l’amministrazione di Carlo Marino – assessore Alessandro Pontillo -, rende nota la «riqualificazione urbana di Parco Primavera a Tuoro».

L’ing. Marcello Rauccio, evidentemente incaricato in zona campagna elettorale, illustra gli elementi di riqualificazione e di “sicurezza da realizzare”. Percorsi ciclabili e nuovo sistema di viabilità a viella Santa Cecilia (?).

Progettazione dell’asse di penetrazione verso il centro urbano per eliminare il cosiddetto “limbo” in cui vivono quelli del parco Primavera. Mancando i collegamenti con la città e con piazza Suppa (quella messa in distruzione dal podestà Marino), senza centri commerciali (evidentemente gli edificati in via Borsellino e G, Falcone non sono sufficienti), s’intende integrare il centro urbano con le frazioni. Per rendere vivibile l’area, dequalificata dalla delinquenza, verrà creata la videosorveglianza, deterrente della microcriminalità, e il potenziamento della pubblica illuminazione.

Come dire: «Ritinteggiare un muro marcio d’umido senza prima scoprire ed eliminare l’origine delle infiltrazioni d’acqua»!

Dilettanti allo sbaraglio? Sprovveduti? Ignoranti di storia degli accadimenti? Irresponsabili incapaci d’amministrare? …Assolutamente NO!

Distruttori, vandali, dissipatori di soldi dei contribuenti e caporali sfruttatori delle miserie e dei diritti dello “stato sociale”. Fascio-comunisti della peggiore specie, di quelli che si nascondono nel simulacro di una democrazia ciarlata abusata e tradita.

I casertani non possono continuare ad affidare il proprio presente ed il futuro dei loro figli a siffatta gente.

Tuoro, la presentazione del Comune di Caserta

Setaro

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