Giù le mani dal Monte di Pietà. Storia e cultura di Napoli non si toccano

Il Monte di Pietà è la storia di Napoli

In fondo c’era da aspettarselo. Che alla lunga – dopo essersi arricchito e diventato uno dei maggiori istituti bancari italiani ed europei, acquistando a prezzo, se non d’affezione, certamente sottocosto, il Banco Di Napoli, passaggio indispensabile per la colonizzazione della fetta di mercato meridionale, all’epoca, nella stragrande maggioranza, nelle mani dell’antico istituto d’emissione borbonica – se ne liberasse cancellandone il logo e poi proseguisse (e stavolta, non certamente a prezzo di svendita, ma carissimo) del suo ricchissimo patrimonio storico e culturale, era prevedibile.

Così come, era ipotizzabile anche partisse dal suo pezzo più significativo, il Palazzo nel cuore dei decumani che, nel 1539, fu culla del Monte di Pietà e diede il via a una storia meravigliosa e secolare. Istituto cui i cittadini napoletani in difficoltà per secoli hanno potuto rivolgersi per ottenere prestiti “desurati” ovvero – a differenza di quanto succede oggi – senza interessi.

Pubblicità

Un palazzo dove, anche grazie alle opere d’arte dei grandi del pennello: Bernini, Corenzio, Caracciolo, Fanzago e altri, che accoglie, si respira storia, cultura e bellezza. E il peggio è che qualcuno vorrebbe farne un albergo; qualcun altro, un condominio di lusso e, qualcun altro magari un centro commerciale.

Ma lo scempio si può ancora evitare sempre che, – ovviamente – il governo, e per esso il ministro per i beni culturali, Franceschini, lo voglia. Almeno questo, all’epoca, gli autori dell’operazione hanno cercato di evitarlo anche per il futuro. L’edificio, infatti, già nel 1995 fu vincolato come bene culturale e successivamente, per la precisione nel 2003, le opere d’arte ospitate furono dichiarate indivisibili e intrasferibili. E, allora, ministro Franceschi, se ci sei batti un colpo.

Pubblicità Federproprietà Napoli

La ruberia ai danni del Mezzogiorno

E prima di girare per l’ennesima volta la testa dall’altra parte e commettere l’ennesima (la ripetizione non è un errore, ma causale, ndr) ruberia ai danni del Mezzogiorno, lei e il governo di cui fa parte, pensate a che fine ha fatto quel 91 per cento (5,8miliardi di euro) di crediti recuperati, dei 6,4 (12.550miliardi di vecchie lire) che – ritenuti inesigibili – al momento della svendita del Banco di Napoli, furono affidati alla Sga perché provasse a recuperarli.

E potrete rendervi conto che i fatti si sono preoccupati di dimostrare che – a dispetto di quanto asserito, a quel tempo, da ispettori della Banca d’Italia e tecnici ministeriali – proprio cosi irrecuperabili, quei crediti, non dovevano essere. Risorse, anche queste, meridionali finite con tutti gli interessi all’IntesaSanPaolo di Torino acquirente del Banco di Napoli e alla Sga che, nel tempo, con la sua attività di recupero ha messo insieme un tesoretto di oltre 600 milioni di euro. Che il governo con la finta riacquisizione della Sga ha deciso di far propria.

Caro Francheschini, dica a Draghi, che Napoli ha già subito tanto e non intende sopportare anche quest’altro sopruso. Il Monte di Pietà è la storia di Napoli e tale deve restare. «A buon intenditor poche parole».

Setaro

Altri servizi

Giro di prostituzione e droga nella Capitale: sgominata organizzazione di colombiani

Portavano in Italia giovani ragazze con promesse di guadagni facili Droga venduta ai clienti che ne facevano richiesta, bonifici istantanei per il pagamento delle prestazioni...

Scavi di Pompei, spunta una panca d’attesa alla Villa dei Misteri

Ad attendere clienti e braccianti, piuttosto che amanti dell’arte Se in alcune occasioni, come l’ultima domenica a ingresso gratuito che ha visto Pompei come sito...

Ultime notizie

Campania, il Consiglio regionale approva la mozione: «Stop a rapporti con Israele»

Il centrodestra non ha partecipato alla votazione Il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità (senza i consiglieri di centrodestra che non erano presenti in...

La sfogliatella riccia e frolla: un errore che ha creato un’icona dolciaria

Un dolce nato per caso che ha conquistato il mondo La sfogliatella riccia e la sfogliatella frolla sono due varianti di un dolce che affonda...

Elezioni regionali in Campania: scelta la data delle votazioni

Vincenzo De Luca ha sciolto ogni dubbio tra due possibili opzioni Sarà il 23 e 24 novembre che i cittadini della Campania torneranno alle urne...