Cuscunà intervista… | Pio Del Gaudio, per meglio conoscermi io sono qui

di Nicolò Antonio Cuscunà

Perché di nuovo in campo?

Ritrovata la serenità dopo gli ingiusti torti subiti, causati da malagiustizia, sofferenze umane personali e professionali, ho ripreso a osservare la città di cui mi onoro essere stato amministratore. Interagire con essa per comprendere l’origine delle sofferenze cui è costretta. Apatia generalizzata, assenza di dibattito partecipativo, politico e anche culturale, appaiono i principali motivi del collettivo soffrire.

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Conosco bene la città, le sue dinamiche, pregi e difetti, ne sono stato consigliere e sindaco, professionalmente opero in essa e ho colto il dovere di riprendere l’operare interrotto non per mia colpe. Interagisco direttamente tra la gente per strada e sui social, mi sento tranquillo nell’agire perché seguito da circa 30.000 costanti contatti. Al mio naturale senso di responsabilità civica, va sommata la volontà di riscatto di quella che definisco «la bella gente di Caserta». Sono stato e continuo ad essere stimolato in tal senso da centinaia di amici, loro mi hanno convinto. Loro mi hanno consigliato a risalire in politica per giusto dovere civico e restituire qualità valoriale all’amministrazione pubblica. Questo sentire comune, d’identità casertana, ci è da sprone ideale e tale sarà al centro del nostro programma.

Quali sono i punti essenziali del tuo programma

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Innanzitutto restituire alla città “normale vivibilità” nel più ampio contesto di legalità. Elementi indispensabili alla “rinascita culturale ed economica”, assolutamente ed obbligatoriamente da raggiungere sapendo come trarre risorse dal Recovery Fund.

Ci sono risorse disponibili per ottenere questo risultato. Basta spendere bene e con parsimonia, sapendo progettare per attrarre risorse pubbliche e private. Il “dissesto finanziario” è un paravento, giustifica l’incapacità, oppure, sapendolo affrontare, può trasformarsi in forza per la rinascita.

Facciamo chiarezza

Il dissesto per gli Enti Pubblici, a differenza del fallimento per le aziende private, è un punto di ripartenza, non una condanna a morte. Nel 2011 dichiarammo il dissesto, non per scelta, ma perché obbligati dalle vigenti Leggi, in particolare dagli obblighi di cui al Testo Unico degli Enti Locali – T.U.E.L.-. Fummo obbligati al “dissesto” per garantire ai cittadini i servizi pubblici essenziali, causa i debiti precedentemente accumulati (30 o 40 anni) altrimenti avremmo dovuto dichiarare “forfait”.

Non operare in dissesto è assolutamente auspicabile, diffondere l’idea che questo impedisca qualsiasi forma di amministrazione, anche minima d’efficienza, è da incompetenti e intellettualmente disonesti, personalmente non mi sento né sono tale.

I dissesti sono causa d’aumento delle tasse comunali?

Non è vero, bugia clamorosa. I tributi comunali sono schizzati al massimo partecipativo da 20 anni, i motivi derivano dalla diminuzione paurosa dei trasferimenti statali. E’ vero che, rispetto alle tasse, i servizi erogati sono insufficienti (vedi sicurezza delle strade, trasporti, scuola bus, ecc.).

Il ricorso al dissesto è necessario per pagare, in maniera ridotta, i contenziosi (fornitori) del passato. Sistema indispensabile per ripartire, liberare liquidità e garantire i servizi essenziali ai cittadini. Amministrare è questione di sapere fare scelte, c’è chi è in grado e chi non intuisce neanche i basilari elementi del “buon governo”. Il pensionamento, per raggiunti limiti di età o per la L.101, di oltre 150 dipendenti, ha consentito la disponibilità di cassa di almeno 2 milioni di euro.

Questi fondi, potevano garantire il miglioramento della vivibilità cittadina, invece sono stati utilizzati per affidare incarichi (inutili o superflui) finalizzati al rastrellamento di consensi elettorali (40.000 euro pagati a un tecnico per la verifica d’idoneità idrogeologica di una cava). Risorse depauperate per inutili progetti che non vedranno mai la luce (Istituto scolastico: prima nel Macrico, adesso nell’inquinata zona Lo Uttaro). Possedere il senso civico e responsabile, di governare con obiettivi a medio e lungo termine, fa la differenza tra sapere, o no, amministrare.

Entrando nel merito degli interventi, anche di natura finanziaria, soprattutto strutturale e organizzativa, ritengo che in primo luogo si debbano rivedere tutti i servizi essenziali esternalizzati (raccolta rifiuti, riscossione tributi, gestione superfici pubbliche, parcheggi, ecc.). L’ente Comune non potrà continuare a socializzare perdite senza ottimizzare bene spese e guadagni. Si studieranno società in house gestite e controllate dall’Ente Pubblico (l’occhio del padrone ingrassa il cavallo).

Queste operazioni consentiranno introiti utili all’abbattimento delle “tasse comunali”, oltre ad aumentare investimenti mirati alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, del verde pubblico e della pubblica illuminazione.

Manutenzione delle strade da rendere sicure, incentivazione del verde pubblico, riqualificazione dei parchi e giardini sono prerogative irrinunciabili del nostro progetto di riqualificazione di Caserta.

L’attuale disastroso sistema dei cottimi, incarichi diretti, cosiddetti fiduciari, (clientelari), determinano l’affidamento dei lavori a “pletore di ditte”, spesso inidonee. Questo sistema, con i subappalti, fa venire meno il controllo delle attività stesse. Buche stradali, manutenzione e potatura del patrimonio arboreo, demandato a decine di ditte, con i conseguenziali, insufficienti o inesistenti controlli. Questa costumanza finirà.

Quanto accade in città, in materia di lavori di somma urgenza, non è controllato, le responsabilità sono diluite, fluidificate, smarrite, eluse, regime di appalti e subappalti senza controlli.

Stravolgeremo questo modo di procedere. La città sarà gestita in settori omogenei a similitudine e parità d’interventi, tramite la stazione unica appaltante (bandi pubblici). Individueremo le aziende che dovranno occupare e garantire i lavori svolti a regola d’arte, a costo fisso o “cottimo”. Efficacia e responsabilità qualitativa del lavoro svolto, pena l’allontanamento con ammende per gli inadempienti. Verrà stabilito un quantum complessivo per gli interventi annuali, manutenere le strade urbane rendendole sempre sicure.

Nell’affidamento dei lavori, le ditte assegnatarie, saranno ritenute responsabili dei lavori loro affidati. Non riceveranno compensi extra se costretti a intervenire, più volte, per lavori eseguiti male e non duraturi. In questo modo, le aziende faranno interventi ben fatti al contrario di quanto accade oggi. Basta osservare la città per rendersi conto dei ripetuti e malfatti rattoppi alle solite eterne buche stradali. Questo sistema verrà debellato.

Come per il passato, verranno ricostituite equipe di qualificati tecnici incaricati di controllare il decoro cittadino e combattere tutte le forme di abusivismo.

I “cantonieri comunali” di storica memoria, tecnici responsabili e motivati, diventeranno gli occhi dell’amministrazione e gli occhi di tutti i casertani. Verrà istituito il numero verde d’intervento entro le 24 ore dalla segnalazione, piccoli o grandi problemi, i casertani avranno risposte a chiarimento, oltre a risoluzioni concretamente esaustive.

Le progettualità future. Ci illumini sul Macrico.

Nel 2014, su mia proposta, il Consiglio Comunale all’unanimità deliberò il Parco Urbano Verde della Città. Non cedo all’inutile ripetitivo chiacchiericcio sulla destinazione, non m’interessano speculazioni dal bassissimo profilo elettorale. Il Consiglio Comunale della città, espressione democratica dei cittadini, deciderà come programmare la città del 3° millennio. Chiacchiere inutili, fuori dal tempo e norme, tra Comune di Caserta e Istituto di Sostentamento Clero, non ci interessano. La città, nella sua massima espressione deciderà del proprio futuro. Alla proprietà (IDSC) spetta il compito di fare conoscere come e quanto intende guadagnare dall’alienazione, sempre che decida di alienare.

Nei fatti dialogheremo con la proprietà, siamo pronti e onorati di confrontarci anche con l’illuminata figura del nuovo Padre Vescovo. Perseguiremo la strada indicata dal Recovery Fund (Finanziamenti per il recupero di luoghi identitari), ambiente e riqualificazione di parchi e giardini storici, investimenti per manutenzione, gestione e fruizione pubblica; turismo & cultura 4.0. L’area diventerà il più importante attrattore turistico della città in sinergia con i nostri magnifici monumenti.

Ripartiremo da quanto in precedenza approvato, le progettualità relative al recupero del famoso “buco del Parco Aranci” da restituire all’uso dei popolosi quartieri “Zona 167, Cerasole e Centurano”.

Tutto questo non potrà prescindere dall’approvazione del Piano Urbanistico Comunale, incredibilmente bloccato da 5 anni. Il nostro PUC non prevede nuovi volumi edilizi se non per abitazioni sociali. Diciamo basta al consumo di suolo. Abbiamo in mente una città smart, sviluppata in termini di mobilità sostenibile come previsto da “Agenda 2030” e Next Generation EU. La nostra Caserta pone al centro i cittadini nel valorizzato ambiente-urbano, aperta al turismo senza frontiere stagionali. Punteremo sul trasporto pubblico integrato, ferro-gomma-aria. Traporto pubblico su rotaie, stazione porta del TPL gomma, non saranno chimere, pensiamo all’oggi guardando al futuro.

Turismo e frazioni sono al centro del nostro programma.

Istituiremo uno specifico Assessorato all’industria del Turismo. I casali o frazioni saranno centrali alla tutela e valorizzazione indispensabili risorse paesaggistiche agricolo collinare, 2/3 del demanio comunale rimane a vocazione agricola-ecosostenibile, oggi non valorizzato.

Mettere “a reddito” le proprietà dell’Ente Comune, immobili e terreni, sia di pianura che su tutto l’arco dei Monti Tifatini. Li sottrarremo all’alienazione (in vendita per fare cassa), all’abbandono e al dissesto idrogeologico per valorizzarle con progetti presenti nelle «misure contenute nel Recovery Fund». Per noi questo significa amministrare, questo significa amare Caserta, questo significa rispetto ai suoi abitanti. Il Turismo, inteso quale fonte di reddito certo e possibile, è il nostro credo e rappresenta il nostro futuro di amministratori.

Recovery Found, certezza per la rinascita. Tre assi principali: Patrimonio Culturale – Siti Minori ed aree rurali e periferiche – Turismo e Cultura 4.0

Esistono, le norme per rilanciare il turismo in città. Legge Quadro sul Turismo e “distretti turistici locali integrati”. Caserta è componente del “Distretto Turistico dell’Appia Antica”, ma finge di non saperlo. La Reggia, il Belvedere e Casertavecchia, con tutti i siti cosiddetti minori, in aggiunta alle nostre frazioni, saranno un tutt’uno con l’area vasta da Capua a Maddaloni passando per i Ponti alla Valle per inglobare Terre Murate di Arienzo.

Saremo capaci di progettare interventi di rigenerazione, il patrimonio paesaggistico e culturale dei Monti Tifatini con le infinite tradizioni dei nostri borghi ricchi di storia, di cultura enogastronomica e di valori storico-architettonici. Struttureremo un grande progetto come previsto nella Legge dei distretti turistici (Vallo di Diano, costa Cilentana, penisola Sorrentina, Capri, Parco archeologico di Pompei, Aversa città Normanna). Obbligatoriamente adegueremo il distretto dell’Appia Antica alle misure come previste in comunicazione 4.0 Turismo e Cultura dei fondi comunitari.

Le risorse ci sono. Si deve sapere progettare e soprattutto sognare.

In tal senso è bene ricordare che il comune di Caserta, oggi solo sulla carta, fa parte del Distretto Regionale Turistico dell’Appia Antica. Per favorire lo sviluppo dei Distretti Turistici, la Regione Campania ha nominato un comitato tecnico scientifico, composto da esperti disponibili alla progettazione di quanto sottoposto loro dai singoli distretti. Ad esempio, immaginiamo riprendere le progettualità relative al Parco Maria Carolina, a 100 metri dalla Reggia, da sottrarre alle grinfie di privati per restituirlo al pubblico.

La Fondazione Belvedere di San Leucio, Borgo Medievale non possono rimanere segmenti morti. I nostri contenitori, attrattori di turismo, sono privi di validi contenuti, scollegati tra loro e non serviti da progetti-azioni svolti in sinergia tra tutti gli enti proponitori-gestori di economia derivata dall’industria del turismo. Es – asso alberghi, unione degli industriali, soprintendenza, direzione della Reggia, camera di commercio, coldiretti, confartigianato, ferrovie dello Stato, aeroporto di Capodichino, ecc. non sono coinvolti in sinergia comune per attivare economia turistica. Noi realizzeremo tutto ciò che promettiamo. Realizzeremo un’unica piattaforma digitale per gestire il turismo 4.0.

Ultimo fondamentale punto

Quale primo atto di Consiglio ci attiveremo, ai sensi della legge quadro sul turismo, per dichiarare Caserta come Città a prevalente economia turistica. Realizzeremo e promuoveremo il marchio comunale di certificazione qualità, col quale garantiremo gli operatori turistici (servizi uniformi e di qualità certificata) ma soprattutto i consumatori turisti.

Il dottore commercialista revisore dei conti, Pio Del Gaudio, conclude le sue riflessioni sostenute ad alta voce, lanciando un appello a tutti i candidati sindaco e consiglieri affinché s’impegnino a elevare il dibattito politico amministrativo nel solo interesse partecipativo dei casertani. Caserta merita, Caserta deve avere. A tutti noi il delicato compito di dare con passione.

Setaro

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