Roma, mobilitazione ad oltranza di guide turistiche, ristoratori e bar. Chiedono un cambio di passo

di Redazione

Cambia il maestro, ma Draghi, l’uomo della Provvidenza, fa capire che neanche con lui ci sarà troppa indulgenza e la musica resterà la stessa. Per guide turistiche, ristoratori, ma anche esercenti bar, oggi è una giornata calda. Di protesta. Manifestazioni sono in corso in tutte le città più importanti del Paese, anche se la più significativa è a Roma «laddove tutto si puote» e, soprattutto, tutto si decide.

Nella Capitale sono arrivati esercenti del settore provenienti da Milano, Bologna, Napoli (la cui nutrita rappresentanza campana si è data appuntamento a Teano, per poi preseguire tutti insieme vero la capitale ndr) La Spezia, Firenze, Genova, Bari, dalla Sardegna, ma anche dalla Sicilia e da altre zone del Paese.

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Mobilitazione per sensibilizzare sia l’opinione pubblica che le istituzioni di ogni ordine e grado. «Aderiamo alla manifestazione nazionale indetta e organizzata da Tutela Nazionale Imprese – spiegano –, i rappresentanti delle Guide Turistiche in Piazza Montecitorio. Il perdurare dell’emergenza pandemica rappresenta ogni giorno che passa un ulteriore aggravamento della già difficile situazione economica di guide e accompagnatori turistici che svolgono questa professione come attività prevalente e unica fonte di reddito. Il mancato sostegno al reddito nel 2020 ci ha messo in una condizione di indigenza che mai avremo pensato».

«Sono circa 150 i colleghi che a vario titolo sono rimasti esclusi dal ristoro del Mibact, o perché non sono riusciti a terminare la procedura di inserimento domanda sulla piattaforma Invitalia, o perché sono stati esclusi in quanto svolgono l’attività come società o associazioni di professionisti, anziché ditta individuale in quanto la piattaforma Invitalia è stata pensata solo per le ditte individuali, creando una grave discriminazione. Non abbiamo idea invece di quanti dei nostri colleghi ‘beneficiari in elenco’ siano ancora in attesa di bonifici di accredito del contributo».

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«Perciò e per tutta l’incertezza legata alla pandemia, aggiungiamo lo smarrimento dovuto alle previsioni degli esperti che non fanno ben sperare per una ripresa della nostra attività professionale nel breve periodo, oltre all’incertezza su quali saranno gli eventuali aiuti economici che il nuovo esecutivo vorrà mettere in campo per il 2021».

«Sono mesi che siamo chiusi ma niente aiuti – commenta Pasquale Naccari, presidente di Ristoratori Toscana e portavoce di Tutela Nazionale Imprese – al premier Draghi chiediamo un cambio di passo prima che sia tardi. Per questo manifesteremo ad oltranza e non ci muoveremo da Montecitorio fino a quando sui nostri conti correnti non arriveranno il bonus filiera e i ristori quinquies».

Come a dire, insomma, che non si acconteranno di chiacchiere – visto che in un anno ne hanno sentite già tante – ma vogliono fatti. E soprattutto chiedono di tornare al lavoro. Anche perchèé dopo aver investito cifre notevoli, per adeguare e mettere in sicurezza i propri esercizi così come richiesto dal Governo, non accettano più di essere chiusi, mentre i tpl continuano a funzionare e procurare assembramenti di notevole portata.

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