E’ L’ora di Mario Draghi. Sarà il mago dei miracoli o l’uomo di: «questo passa il convento»?

In fasi concitate come le attuali, a caldo, è difficile dire, comprendere e spiegare quanto accaduto. Non solo perché le ferite calde e aperte producono dolore, ma per come le ferite sono state causate. Fine del governo Conte bis, il tentativo di trissarlo, non cambiando nulla, è – fortunatamente – fallito. Doloranti gli strenui sostenitori dell’avvocato del popolo, tranne Matteo Renzi artefice dello sfratto da palazzo Chigi.

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Non è facile far comprendere l’operato del politico più odiato del momento: Matteo Renzi. I confronti scontri nella sala della Lupa non hanno sortito il Conte ter, ma hanno chiarito che il Conte bis era nettamente da cambiare – Recovery Fund totalmente da rifare -.

Incompleto, in parte non scritto, dimostra l’inaffidabilità di Conte e dei suoi ministri. PD, M5S e Leu, a diverso titolo, hanno ammesso le indispensabili rettifiche – migliorative – da farsi per renderlo calzante all’emergenza pandemica – Covid 19 -.

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A ben ragionare, l’apertura della crisi è giunta in ritardo rispetto ai danni esistenti nel Paese – 150 miliardi già spesi per l’emergenza – piano vaccinale colabrodo – scuole e università chiuse, sanità azzoppata. L’avvicinarsi delle scadenze – richieste dall’U.E. – da risolvere rispetto le inadempienze programmatiche-riformiste non realizzate, comunque avrebbero fatto saltare il coperchio del Pandora-Conte.

Forse, sarebbe il caso dire: «Renzi avrebbe fatto bene a non fare nascere il Conte bis». Errare è umano, perseverare nell’errore è imperdonabile. Per questi motivi non è facile dire e fare comprendere l’esistenza di meriti collegabili all’apertura della crisi. Sicuramente Matteo Renzi non è politico sprovveduto e folle, come da tutte le parti a sproposito urlato, né antepone gli interessi del Paese a quelli di parte.

Certo è che entrambi gli interessi nell’occasione sono stati accorpati per essere tutelati. Ferite doloranti calde, a meno di 24 ore dall’addio al Conte bis, già le urla della folla inferocita contro il toscanaccio, stentano a sentirsi, sono un sommesso vociare. Molti distinguo, altrettanti distanziamenti e primi disconoscimenti.

Conte, salvatore della Patria, blindato più di “Fort Knox” (deposito riserve auree USA), è già diventato arrogante accentratore, carceriere della democrazia parlamentare, imperatore di una corte di mediocri.

Artefice del cambio repentino degli umori, l’informazione “libera”. Non ancora tramontato l’astro Conte-Casalino, il popolo “colto e sensibile” supera l’uno vale uno d’incompetenti, per meglio affidarsi all’uno di valore con competenze acclarate. L’alba Mattarella-Draghi non è ancora “aurora” ma tutti la definiscono “giornata radiosa” di “rinascita”. Altro che terzo canto del gallo.

Governo Tecnico. Urlare al colpo di stato è solo perdita di tempo. Non è la prima volta né sarà l’ultima di “non eletti” chiamati a risolvere i nostri problemi. La colpa è solo nostra, cioè, nostra e dei nostri nominati in Parlamento. In democrazia il popolo ha i governanti che si sceglie o che si merita, e di questo non possiamo accusare nessuno.

Come governerà Mario Draghi? L’ex di Banca Italia, della BCE, economista internazionale, stimato ed apprezzato da tutti i governi democratici del mondo e dall’Unione Europea sarà il mago dei miracoli o l’umano di:  “questo passa il convento”? Presto a dirsi e a immaginarsi. Mario Draghi, tutti lo pensavano, molti lo desideravano, adesso vedremo chi lo sosterrà.

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La cura Draghi necessita di un Parlamento con numeri da “forte consenso”, altrimenti non cambierà molto. Per farsi coinvolgere e coinvolgere Draghi, Mattarella ha già fatto la conta e sa come non demolire un “prodotto di qualità made in Italy”. Adesso dipende dai gruppi presenti in Parlamento.

Draghi, occasione per far decadere i falsi “simulacri” populisti e sovranisti.

Questa è la storica occasione arrivata tra le mani del Centrodestra italiano. Grazie a Renzi, Salvini e Meloni, di colpo, diventano indispensabili alla stagione delle riforme (Meloni lo è già stata con Monti), sapranno farne profitto per indirizzarle alla loro “visione”? Questa l’occasione.

PD, M5S e Leu, senza il collante Conte, andranno per le loro rispettive strade, parallele al CDX o ortogonali ? Presto a dirsi.

Setaro

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