Mercoledì il D-day, governo Conte alla prova ‘Bonafede’. L’obiettivo? Isolare Matteo Renzi

La data da segnare in rosso è quella di mercoledì 27 gennaio 2020. Potrebbe essere quello il gorno in cui si deciderà in quale direzione andranno Giuseppe Conte e il suo governo. Mercoledì infatti il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede presenterà la relazione annuale sullo stato dell’amministrazione della giustizia in Italia.

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E sarà la prima occasione per contare i numeri in possesso davvero del Governo Conte. Itaiia viva ha già annunciato che voterà no alla relazione. Matteo Renzi ha spiegato che se fosse stato per lui avrebbe già votato a favore della sfiducia al Guardasigilli ma che non lo ha fatto perché le indicazioni del governo erano diverse.

E allora il rischio che la relazione venga bocciata mercoledì è alto. Il ministro non gode di molti favori nelle due Camere e tra chi ha salvato il governo Conte c’è Sandra Lonardo Mastella, moglie di Clemente, che potrebbe esprimersi in modo non favorevole.

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«Mia moglie è perplessa su Bonafede, devo dire la verità. A lei non piace l’idea della giustizia di Bonafede, giustizialista fino alle estreme conseguenze. Se potrebbe votare no alla relazione del ministro? Non lo so, non vota contro, ma insomma a favore non lo so, è tutto da valutare. Non le piace questo disfattismo giudiziario» ha affermato ieri il sindaco di Benevento a ‘Un Giorno da Pecora’ su Radio1.

Bonafede potrebbe essere una chiave per superare questo momento delicato? «Secondo me sì. – ha risposto al conduttore – Quando un ministro non ha la benevolenza del Parlamento, prima di esser sfiduciato va trovata una soluzione diversa. A meno che non si trovi una maggioranza convinta che lo sostenga». E Conte, secondo lei, ci sta pensando? «Non lo so, non ho rapporti con Conte. Però dovrebbe capire – ha concluso Mastella – che Bonafede oggi è un problema serio».

Ecco, un altro nodo che verrà al pettine è proprio la presenza di Alfonso Bonafede nel governo. Da sempre è un fedelissimo di Conte. Inoltre è anche capo delegazione al governo del M5S. Difficile che il premier decida di sacrificarlo. Intanto ieri si è registrato un nuovo invito al dialogo da Italia Viva. Nel Movimento 5 Stelle continuano a ripetere che l’esperienza di governo con Renzi è finita ma iniziano anche a circolare le prime voci di apertura. Senza l’ex sindaco di Firenze il percorso del governo è molto ripido e i grillini lo sanno e c’è già chi chiede di tornare al tavolo di discussione con Iv.

Ma la maggioranza dei grillini chiede di allargare la maggioranza ed è contraria a un rimpasto. Un Conte ter? Meglio evitare perché potrebbe essere la strada più rapida per andare al voto. E allora continua il mercato dei Senatori. La maggioranza guarda all’Udc e spera. Fuorigioco l’ex segretario Lorenzo Cesa che si era opposto all’entrata del partito nella maggioranza diventa tutto più facile.

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In un’intervista al Messaggero la senatrice Paola Binetti ha affermato che «il problema non è il centrista di turno, il problema è che si faccia di più ciò che serve a questo Paese. Io sono convinta che la legislatura non può e non deve finire». «Per salvarla farei di tutto, penso che tutti faremmo di tutto» ha sottolineato.

Ma i due senatori dell’Udc non bastano a garantire la tranquillità e allora si prova a creare una spaccatura tra Renzi e i suoi senatori. Ipotesi che al momento sembra remota. «In Iv siamo tutti compatti, non c’è possibilità di passare dall’altra parte, dove tra l’altro c’è il vuoto di intelligenza e strategia politica. Se vogliamo tornare nel governo? Non siamo mai usciti, non siamo all’opposizione, siamo dove eravamo. Se siamo in maggioranza? Io credo di si» ha detto sempre a ‘Un giorno da pecora’ su Radio 1 la senatrice Gelsomina Vono.

E intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella resta a guardare in attesa di sviluppi. Se mercoledì la relazione di Bonafede non dovesse ricevere il voto favorevole di entrambe le Camere, potrebbe ricevere la visita di Giuseppe Conte. E questa volta non solo per riferire.

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