Il 2021 inizia dove era terminato il 2020. La zona rossa si allunga fino a metà gennaio

di Dario Caselli

Dove eravamo rimasti? Il 2020 si era chiuso con la speranza del nuovo vaccino e di un anno, il 2021, migliore rispetto a quello passato.

E invece sembra che questo 2021 debba iniziare appunto da dove eravamo rimasti e cioè alle misure restrittive della libertà personale, con le chiusure di negozi ed esercizi commerciali; insomma con zone rosse ed arancioni.

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Ecco, chi pensava che il 2021 avrebbe rappresentato il ritorno alla vita si dovrà subito ricredere. Colpa dell’impennata dei contagi e dell’indice di positività che ieri è calato al 13,8 per cento ma dopo l’impennata dei giorni precedenti, giunto quasi a sfiorare il 18 per cento. Una situazione che ha portato gli scienziati e il CTS a lanciare l’allarme per una terza ondata alle porte.

Ieri prima riunione del 2021 tra Conte e capidelegazione

Così ieri prima riunione del 2021 tra il premier Conte e i capidelegazione della maggioranza si è discusso sul da farsi, soprattutto alla luce del 7 gennaio quando le misure restrittive del decreto di Natale saranno scadute e si tornerà alla normalità, o meglio al sistema delle tre fasce: gialla, arancione e rossa.

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Questo significa che da dopo l’Epifania l’Italia probabilmente sarà tutta gialla e quindi con una relativa mobilità e libertà, perché fascia gialla significa riapertura dei ristoranti, almeno a pranzo, bar di nuovo funzionanti, negozi ed esercizi commerciali attivi anche nel week end.

Il premier Conte e il ministro Speranza

Un’ipotesi che subito ha allarmato gli esperti, i quali l’hanno considerato estremamente pericolosa visti i dati che sembrano indicare che il virus è bel lontano dall’essere sotto controllo. Da qui la necessità di intervenire per evitare il liberi tutti. E così la riunione di ieri dalla quale al momento non sono emerse posizioni ufficiali ma almeno quella che potrebbero essere le intenzioni.

Due le ipotesi sul tappeto: prolungare le misure ‘natalizie’ fino al 15 gennaio, data in cui scade il dpcm di inizio dicembre, e cioè fascia arancione nei feriali e fascia rossa nel weekend; oppure tornare in zona gialla per il 7 e 8 gennaio e poi passare alle misure della fascia arancione il weekend del 9 e 10 e, successivamente, sulla base del monitoraggio, assegnare le fasce per la settimana seguente. E’ evidente che la prima sembra essere più drastica e decisa e proprio per questo il governo vorrebbe prima confrontarsi con i governatori per agire in maniera coordinata e con il massimo accordo possibile.

Per questo ieri sera c’è stata anche la riunione con i presidenti di Regioni per giungere a una posizione comune. Al di là delle decisioni sembra però abbastanza chiaro che se non ci sarà un giro di vite sulle misure, ci sarà almeno sul fronte del calcolo delle soglie di Rt previste per il passaggio da gialla a arancione e poi a rossa. Con i nuovi parametri per entrare in zona rossa sarà necessario un Rt a 1,25 e non più 1,50, mentre per quella arancione 1,00 e non 1.25.

Marsilio: «Governo non stravolga ancora le regole, sì a rivedere soglie minime»

Marco Marsilio

Ma è sul piano delle misure, o meglio delle regole, che il dialogo tra governo e Regioni ancora non sembra decollare. Ad esempio il governatore abruzzese Marco Marsilio ha chiesto al governo: «di non stravolgere un’altra volta le regole a cui famiglie e imprese hanno cercato di adeguarsi e sulle quali stanno da settimane cercando di programmare il loro futuro».

Per il presidente dell’Abruzzo «dal 7 gennaio occorre tornare alla disciplina pre-natalizia che prevede la divisione in tre fasce. Ho condiviso, come tutti i miei colleghi, la proposta di abbassare le soglie di Rt previste per il passaggio da gialla a arancione e poi a rossa (portando i limiti oggi previsti a 1,50 e 1,25, rispettivamente a 1,25 e 1,00). Ma un conto è fare una ‘manutenzione’ dello strumento anche sulla scorta dell’esperienza fatta, altro sarebbe cambiare un’altra volta in corsa le ‘regole del gioco’».

Toti: «Attenzione ai contagi ma anche all’economia»

Una posizione che coincide con quella dell’altro governatore di centrodestra in Liguria Giovanni Toti che sottolinea «facendo sempre attenzione alla limitazione del contagio, abbiamo tenuto chiuso dal 20 dicembre molte attività con danni importanti e con ulteriori danni che si prevedono per il prossimo futuro. Proprio oggi Confcommercio dichiarava un incasso tra gli associati di un miliardo in meno. Una situazione complessa, sia per il Covid che per l’economia a cui prestare grande attenzione, per ricercare un equilibrio tra le due istanze».

Una scelta che non sembra essere semplice a cui il governo aggiunge una buona dose di confusione, come fa notare lo stesso Matteo Salvini: «Da un governo ci si aspetta che governi, che decida, che programmi, che non cambi idea ogni settimana sulla pelle dei cittadini. Servono capacità di ascolto, visione, decisioni politiche chiare, non presunzione, litigi per la poltrona e decreti notturni. Conte stop e avanti chi merita».

Vedremo se già oggi ci saranno ulteriori sviluppi anche se le parole del ministro Speranza al termine del vertice di questa notte con le Regioni sembrano alquanto eloquenti: «Valutiamo l’ipotesi per il prossimo fine settimana di applicare le misure da zona rossa per i festivi e prefestivi, con la salvaguardia dei Comuni più piccoli per gli spostamenti. Dopo aver raccolto i contributi dei presidenti domani si tireranno le somme con il Governo».

Insomma, quello che è certo è che prima dell’Epifania il governo dovrà prendere una decisione, Renzi permettendo visto che tra pandemia e rischio di una Terza ondata incombe ancora l’ultimatum dell’ex rottamatore. E meno male che il 2021 doveva essere migliore.

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