L’intervista | Achille Lauro jr.: «Alla Cumana, con Maradona anche i murales di mio nonno, Ascarelli e Ferlaino»

di Mauro Della Corte

Ci saranno anche i murales di Ascarelli, Lauro e Ferlaino alla stazione-museo della Cumana Mostra-Maradona. Lo ha assicurato il presidente dell’Eav Umberto De Gregorio. Una decisione scaturita dopo giorni di polemiche per l’assenza di alcuni dirigenti e calciatori più significativi della storia del calcio Napoli.

Achille Lauro, nipote del Comandante, inizialmente deluso dall’assenza del nonno, ritiene ‘riparato il torto’. «Io capisco la delusione di qualche giocatore, che ci sono rimasti male per essere stati ignorati, vedi Renica che è stato nella storia del Napoli e segnò anche goal importanti, come quello, in coppa Uefa, contro la Juve al 119esimo, uno dei goal che da tifoso ricordo come uno dei più esaltanti della storia della società partenopea. Ma ci sono tantissimi giocatori importanti, i presidenti che si sono succeduti nella storia del Napoli invece sono pochi».

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«Fra questi mio nonno – aggiunge – sicuramente è da podio. Posso capire l’assenza di Ascarelli perché comunque fa parte di un passato glorioso ma veramente troppo passato. Lauro ha dato una dignità di squadra, che il Napoli non aveva mai avuto, con l’acquisto di Hasse Jeppson. Quell’acquisto ha segnato per sempre la storia del calcio addirittura mondiale. E’ stato l’acquisto più importante, a livello finanziario, dell’epoca (il calciatore svedese fu acquistato per una cifra talmente alta che da allora venne definito, dal popolo napolatano ”o Banco ‘e Napule‘, ndr.). Quindi per quanto mi riguarda è stata una grave mancanza». Ma le polemiche sono rientrate e per il nipote del Comandante «De Gregorio ha ristabilito una sostanziale giustizia» aggiunge Lauro.

Una grave mancanza sottolineata anche dall’onorevole Luciano Schifone per il quale sarebbe stato «vergognoso aver dimenticato Achille Lauro nella Storia del Napoli che nel caso avrebbe dato la sensazione di essere stata fatta ad uso personale dei ‘guappi’ del Potere».

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Il presidente dell’Eav infatti ha assicurato che presto verranno realizzati i murales. «Speriamo che lo faccia presto dando anche una buona visibilità in una stazione così grande. E’ come se il sindaco al quale sto chiedendo da tempo di intitolare una strada ad Achille Lauro, ci dicesse sì per poi dedicargli un vicoletto».

Achille Lauro, nipote del Comandante

Una richiesta fino ad ora caduta nel vuoto. «Aveva promesso di intitolare una strada a mio nonno prima della sua seconda rielezione. Incontrai de Magistris al tennis club Napoli per un torneo internazionale alla vigilia, io gli regalai una copia del mio libro “il Navigatore”, un romanzo biografico di mio nonno, e lui mi promise di farlo ma una volta tornato a palazzo San Giacomo tutto è finito nel dimenticatoio».

De Gregorio ha affermato che i napoletani tendono a polemizzare su tutto. «A questo proposito, devo dargli ragione. Lui ha difeso il suo operato, l’idea è giusta però poi le cose bisogna farle per bene se no si trascinano polemiche. L’idea è bella, condivisibile, apprezzabile e forse si poteva anche risparmiare questa polemica. Devo dire da napoletano, sono orgoglioso di esserlo e me ne vanto, che siamo un po’ ‘piagnoni’ come dice il presidente De Laurentiis».

Tante le imprese del Comandate, armatore, editore, politico, per ben due volte sindaco di Napoli (nel ’52 e nel ’61), fu eletto deputato della Repubblica nel 1961 con un numero di preferenze record per l’epoca, carica che però dovette lasciare in quanto incompatibile con il ruolo di sindaco. Nel 1954 diventò Senatore.

Fra le iniziative più significative di Achille Lauro il ‘Roma‘ è certamente una delle più importanti e delle più longeve. «Il giornale è tornato in edicola per iniziativa dello scomparso Pinuccio Tatarella. Fu tanto gentile e cortese che ci tenne ad incontrarci in estate a Capri, prima che riprendesse le pubblicazioni, per chiedermi l’autorizzazione ad utilizzare l’immagine di mio nonno con il Roma in mano per rilanciare la testata. Fui felice di questa iniziativa perché significava far ritornare il Roma nelle edicole e ridare lustro alla più antica testata del Mezzogiorno (la prima nata del dopo unità il 22 agosto 1862, ndr.)»

Setaro

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