M5S: «Psr, finanza in uffici Regione Campania. Nostro esposto fondato»

«L’indagine della Guardia di Finanza su presunte anomalie nell’iter relativo al bando di assegnazione dei fondi del Piano di sviluppo rurale, partita a seguito di un nostro esposto, dà purtroppo ragione a tutti i dubbi che avanziamo da tempo sull’intera procedura». Lo dichiarano i consiglieri regionali del M5S Michele Cammarano e Gennaro Saiello, firmatari dell’esposto presentato nel maggio scorso, che ha dato il via all’indagine della Guardia di Finanza sui ritardi e le anomalie nell’erogazione dei fondi previsti dal bando Psr.

«Negli ultimi tre anni – spiegano – abbiamo assistito, da parte degli uffici della Regione Campania, a continui e ingiustificati cambi dei criteri per l’ammissione al finanziamento, con effetti inevitabili sui tempi di erogazione. L’unica certezza è che ad oggi sono state completamente stravolte graduatorie già pubblicate a danno di titolari di aziende agricole che, nel frattempo, fiduciose nell’erogazione del contributo, hanno provveduto a laute anticipazioni di cassa».

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«Il rischio è di assistere a un fallimento annunciato di importanti realtà produttive. Molte delle pratiche acquisite ieri dai finanzieri nel corso del loro blitz negli uffici della Direzione generale Politiche Agricole, a Palazzo Santa Lucia, farebbero riferimento proprio all’oggetto del nostro esposto, ovvero alla misura Progetto integrato giovani con punteggio superiore a 82, dunque già con decreto, gran parte delle quali concentrate nel territorio del Salernitano» concludono Michele Cammarano e Gennaro Saiello.

«Nello scorso mese di giugno – affermano invece i deputati del M5S Anna Bilotti e Pasquale Maglione –  abbiamo segnalato, con un’interrogazione al Ministero dell’Agricoltura, le criticità della gestione dei fondi Psr. La notizia di un’indagine sui progetti finanziati nella provincia di Salerno è la conferma del fallimento della governance regionale, se è vero che a più di 3 anni dalla pubblicazione dei bandi, i giovani agricoltori campani non siano messi nelle condizioni di accedere ai fondi che spettano loro di diritto».

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