Conte teme per la sua maggioranza ed evita il voto sulle risoluzioni. Ma Confindustria attacca: dal governo nessun piano

di Dario Caselli

Nel primo giorno degli Stati generali dell’Economia aperti a sindacati e Enti Locali, il governo evita il rischio del voto in Parlamento sul prossimo Consiglio europeo del 19 giugno. Infatti, mercoledì il premier Giuseppe Conte sarà alla Camera e al Senato per una semplice informativa e non per le comunicazioni. Morale della favola, quindi, non ci sarà un voto sulle risoluzioni presentate dai vari gruppi parlamentari e che avrebbe potuto mettere a rischio la maggioranza di governo, soprattutto se fosse stato affrontato il tema del Mes.

Era stata proprio Emma Bonino ieri in un’intervista a La Repubblica a spiegare che avrebbe presentato una risoluzione per chiedere l’attivazione del Mes. Un’iniziativa pericolosa per la maggioranza che su questo tema continua ad essere profondamente divisa: da un lato il Pd e Italia Viva a favore dell’utilizzo del Mes, dall’altro il M5S che ancora ieri con Luigi Di Maio ribadiva che si tratta di uno strumento inadeguato.

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Ecco perché l’ipotesi di un voto su questo avrebbe non soltanto certificato una spaccatura della maggioranza, ma anche portato al voto decisivo di Forza Italia che si sarebbe trovata a votare con le forze di governo e senza i Cinquestelle. Scenario che avrebbe potuto aprire a qualsiasi ipotesi pure ad un avvitamento della situazione con annessa crisi di governo.

Conte decide per l’informativa. Mercoledì soltanto pre-Consiglio europeo

Per questo Conte ha deciso di virare sull’informativa, evitando il voto, e facendo leva anche sul fatto che quello di mercoledì non sarà il vero Consiglio europeo ma una sorta di preconsiglio. C’è da dire però che l’ipotesi di tenere soltanto un’informativa circolava già da venerdì e le stesse presidenze di Camera e Senato erano state preallertate.

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Ciriani, Meloni e Lollobrigida
Ciriani, Meloni e Lollobrigida

Questo però non ha evitato la dura reazione delle opposizioni. Da Fratelli d’Italia i capigruppo Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida hanno puntato il dito parlando di «imbarazzante fuga della maggioranza» e di come «di nuovo il Parlamento viene trattato da Conte e da chi lo sostiene come orpello, e non come il luogo delle decisioni democratiche».

 

Stessi toni anche da Forza Italia dove Maria Stella Gelmini sottolinea che il presidente Conte è atteso «da 3 mesi, ma il premier fugge dal confronto. Le passerelle non ci piacciono, noi vogliamo dare risposte agli italiani. Siamo in Parlamento ad attenderlo».

Intanto Giuseppe Conte a villa Pamphili ha continuato a ricevere delegazioni, prima di tutti Vittorio Colao che ha presentato il suo documento e poi le organizzazioni sindacali e quelle rappresentanti degli Enti Locali. Oggi, invece, sono previsti tra gli altri, Confcommercio e Abi.

Confindustria critica: da governo nessun piano. Andremo all’incontro con il nostro

Confindustria Carlo Bonomi
Carlo Bonomi

Ma a segnare la giornata anche l’ennesimo scontro con il leader di Confindustria Carlo Bonomi il quale nel corso di un incontro con la stampa estera ha detto: «Io mi sarei aspettato che, nelle convocazioni a Villa Pamphili, il governo presentasse un piano ben dettagliato, con un cronoprogramma, con gli effetti attesi, in quanto tempo, gli effetti sul Pil. Io questo piano non l’ho visto, quindi sarei curioso di leggerlo. Vorrei ascoltarlo».

Per poi chiosare: «Come Confindustria noi siamo sempre positivi e propositivi e quindi andremo a Villa Pamphili dicendo quello che pensiamo e soprattutto presentando un nostro piano ben preciso. Sarà pubblicato e ne abbiamo fatto un libro».

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Parole che hanno innescato la reazione del premier Conte: «Non si dica che il Governo non ha elaborato un piano. Hanno preannunciato un piano anche loro, ben venga». Scintille che confermano di un rapporto mai nato. Comunque, per domani è previsto l’incontro con la delegazione di Confindustria.

Conte alle opposizioni: continuerò a formulare invito

Il premier Giuseppe Conte

E acque agitate anche con le opposizione verso le quali Conte è tornato ad allungare la mano: «A me dispiace molto che l’opposizione non abbia raccolto l’invito, ma sarò testardo e continuerò a formulare un nuovo invito all’esito di queste giornate».

E infine: «Alle opposizioni dico: non raccogliere il nuovo invito vuol dire rendere la democrazia italiana singolare. Se vogliono scegliere il luogo, ci mettiamo d’accordo: se questo è il problema, è secondario. Ma rifiutare il confronto mi sembra davvero singolare agli occhi del mondo che ci guarda»

Meloni: Conte legga emendamenti piuttosto fare inviti all’opposizione in villa

Meloni Mes
Giorgia Meloni

Appelli a cui Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha risposto picche: «Conte invece di continuare a invitare l’opposizione ai suoi eventi in villa, legga gli emendamenti che abbiamo presentato in Parlamento, cosi dovrà esprimersi sul merito delle questioni invece di fare chiacchiere da salotto. Non siamo interessati a partecipare allo show ‘La Villa dei famosi’, se Conte vuole cominciare a dialogare faccia togliere i vergognosi sprechi dal dl Rilancio e faccia approvare gli emendamenti seri che abbiamo presentato su richiesta di lavoratori, artigiani, commercianti e imprenditori».

Critiche anche da Matteo Salvini il quale attacca: «Conte senza vergogna: sa benissimo che non abbiamo mai rifiutato il confronto. In Parlamento o a Palazzo Chigi siamo pronti a ribadire le nostre proposte su infrastrutture e tasse, burocrazia e giustizia. Quando uscirà dalle ville, aspettiamo l’aspirante leader di partito nelle sedi istituzionali e non alle passerelle».

Silvio Berlusconi

Posizione ribadita anche da Forza Italia con lo stesso Silvio Berlusconi: «Il centrodestra ha deciso di non partecipare agli Stati generali voluti da Conte perchè non vogliamo perdere tempo con una passerella destinata solo ai giornali e alle televisioni».

Consiglio dei ministri vara decreto su nuova Cig

Difficile, quindi, ipotizzare un confronto a breve tra le parti. Nel compenso il governo continua ad andare avanti per la sua strada. In uno speciale Consiglio dei ministri è stato approvato il decreto che permette alle aziende che hanno esaurito le 14 settimane di Cassa integrazione già previste nei decreti Cura Italia e Rilancio, di anticipare ulteriori 4 settimane di Cig.

Decreto Rilancio che dovrebbe iniziare questa settimana il lungo e complesso esame degli emendamenti in Commissione alla Camera. Sono oltre 10mila e c’è da scommettere che come per gli altri decreti ci si limiterà a solo due letture, di cui l’ultima blindata nell’altro ramo del Parlamento. Un dato che conferma come ormai il governo Conte abbia avviato anche un’altra riforma, questa costituzionale, e cioè il passaggio dal bicameralismo al monocameralismo.

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