Coronavirus e fase 2, sì alla folla sui Navigli. Bolzano apre parrucchieri, bar e ristoranti. Ma Boccia ‘rompe’ i tavolini della Calabria

di Mauro Della Corte

L’emergenza Coronavirus non ha abbandonato ancora l’Italia ma è polemica per le immagini che vengono dai Navigli, a Milano. Immagini che raccontano di tantissimi ragazzi a passeggio lungo i canali, molti dei quali senza mascherina ad appena quattro giorni dall’allentamento del lockdown. Allentamento che «non vuol dire ‘liberi tutti’», lo ha sottolineato il premier Conte più volte, messaggio che forse non è arrivato a tutti i milanesi.

Ieri in Lombardia si sono registrati ancora 134 decessi e 689 nuovi casi di contagio, 86 dei quali nella città della ‘Madunina’. E intanto da oggi sarà possibile, su tutto il territorio regionale, fare attività sportive individuali all’area aperta. Tra queste, golf, tiro con l’arco, tiro a segno, atletica, equitazione, vela, canoa, attività sportive acquatiche individuali, canottaggio, tennis, corsa, escursionismo, arrampicata sportiva, ciclismo, mountain-bike, automobilismo, motociclismo e go-kart.

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Polemiche nei giorni scorsi che hanno investito la Calabria, rea di aver allentato le misure per la fase 2. Il governo ha accusato il governatore Jole Santelli di irresponsabilità per aver dato la possibilità di mettere qualche tavolino, per i clienti, all’esterno di bar e ristoranti.

Per i tavolini, il ministro Boccia ha addirittura fatto ricorso al Tar. Ignorando la bassa quantità di contagi presenti nella regione. In Calabria infatti, anche ieri, si sono registrati solo 3 nuovi positivi. Ma i giorni precedenti non era andata diversamente. Tre positivi erano stati registrati anche mercoledì 6 maggio, il 5 maggio addirittura c’era stato solo un nuovo caso.

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In Lombardia però tutto bene, piano piano si parla di ritorno alla normalità. In merito alle attività sportive «dopo quasi tre mesi – ha commentato l’assessore regionale allo Sport e Giovani Martina Cambiaghi – è un importante passo in avanti verso la normalità». Normalità che deve essere ricercata perché l’Italia non potrà vivere per sempre in lockdown. Ma l’Italia non può permettersi di non ragionare.

Ragionare e differenziare in base al numero degli infetti. Come si può pretendere di imporre le stesse misure a due regioni con numeri tanto diversi? Come si può dire alla Lombardia (80.089 contagi) e alla Calabria (1.125 contagi) che devono rispettare le stesse regole, anche se le situazioni sono nettamente diverse? E alla Basilicata che anche ieri ha registrato zero contagi?

«Commercianti in protesta con mascherina e distanziati multati, ieri sera non è arrivato nessuno? Qualquadra non cosa #Navigli» commenta su twitter Daniele. «Da Lombarda, da Milanese, mi vergogno di queste immagini. No, non siamo tutti come questi coglioni, e non vorrei che per questi coglioni i Lombardi come me, che sono in casa da oltre 2 mesi e non sono ancora uscita, debbano stare in casa altri 6 mesi» afferma Annina.

«Non è che si sta facendo una caccia alle streghe o che coviamo odio contro #Milano. Solo fa davvero senso vedere che, in una regione che ha un n° di contagiati ancora altissimo e in cui sono morte migliaia di persone, la gente non si renda conto della situazione» sottolinea ancora un utente.

Coronavirus, Bolzano allenta le misure

Intanto la provincia di Bolzano (2.552 casi totali di Coronavirus) riapre. Il consiglio provinciale ha approvato in seduta notturna con 28 sì, 1 no e 6 astensioni la legge che accelera la fase 2 in Alto Adige. Domani potranno aprire i negozi, mentre lunedì toccherà a parrucchieri, bar, ristoranti e musei. «La crisi – ha detto il governatore Arno Kompatscher in chiusura dei lavori – è stata una grande sfida per tante categorie, dalle famiglie alle imprese, e le prossime settimane saranno comunque difficili. La legge forse delude alcune aspettative, ma è stato giusto proseguire insieme su questa strada».

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