Il Governo insiste: «Nessuna sorpresa, progetto va avanti»
Era una decisione scontata. Avendo già opposto il diniego alla registrazione ordinaria della delibera Cipess dello scorso 6 agosto, la Sezione centrale della Corte dei conti ha ritenuto di non poter apporre il visto di legittimità neppure alla convenzione tra il ministero dei Trasporti e la società «Stretto di Messina», un atto aggiuntivo (il terzo) alla precedente convenzione risalente al 2003 e che fa parte integrante della documentazione approvata dal Comitato interministeriale. Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note entro trenta giorni, così come avvenuto per la delibera principale.
Il Governo e la “Stretto” se lo aspettavano. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, infatti, dice di non essere assolutamente sorpreso: «È l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso». E il Mit, in una nota, sottolinea come sia «emerso il tema preliminare dell’effetto di preclusione che la mancata registrazione della delibera Cipess ha sulla decisione odierna».
Anche il Ministero «rimane fiducioso sulla prosecuzione dell’iter amministrativo in attesa delle motivazioni della Corte».
«Il mancato visto era prevedibile»
Per la “Stretto”, a parlare stavolta, insieme con l’amministratore delegato Pietro Ciucci, è anche il presidente, l’industriale Giuseppe Recchi: «Prosegue il percorso ordinario della Corte dei conti per il controllo di legittimità sugli atti amministrativi relativi al progetto del Ponte sullo Stretto. In particolare, l’esame della Sezione centrale di controllo di legittimità ha riguardato l’atto aggiuntivo alla convenzione di concessione stipulato dalla “Stretto di Messina” con il concedente ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti».
«Non lo considero un atto nuovo in quanto gli argomenti trattati sono strettamente collegati. Abbiamo deciso di convocare un Consiglio di amministrazione per il 25 novembre per esaminare la situazione in attesa delle motivazioni della Corte dei conti previste nei prossimi giorni».
E Ciucci aggiunge: «Il mancato visto, con la conseguente mancata registrazione della Corte dei conti, era prevedibile perché l’atto convenzionale è funzionalmente collegato alla delibera di approvazione del progetto definitivo del Ponte, quella del Cipess dello scorso 6 agosto, per la quale la Corte ha ricusato il visto in data 29 ottobre. Attendiamo le motivazioni per entrambi i provvedimenti, nella convinzione che verranno forniti, da parte delle istituzioni competenti, tutti i nuovi approfondimenti richiesti, con la piena collaborazione da parte della “Stretto di Messina”, al fine di proseguire nella realizzazione del Ponte, opera strategica di preminente interesse nazionale, come definita per legge».
«Il Governo si fermi»
Il Centrosinistra dal canto suo va all’attacco: «Il Governo si fermi». «Dalla Corte dei conti è arrivato un nuovo stop all’accordo tra Ministero e società concessionaria, bloccando un progetto ingiusto, sbagliato, dannoso e vecchio come quello del Ponte sullo Stretto di Messina».
Sono le parole della segretaria del Pd, Elly Schlein, che fanno seguito alla dura presa di posizione del leader dei Verdi Angelo Bonelli. «La decisione della Corte dei conti di non ammettere al visto di legittimità il decreto Mit-Mef sul terzo atto aggiuntivo della convenzione del Ponte sullo Stretto è di una gravità assoluta. Significa che il governo Meloni – afferma il deputato di Avs – stava impegnando fondi pubblici dentro un quadro ritenuto non legittimo, per un’opera da 13,5 miliardi di euro senza alcuna certezza tecnica, ambientale o giuridica: risorse sottratte a ferrovie, scuole, sanità e sicurezza del territorio. Sono pronto a denunciare il Governo anche alla Procura europea se dovesse insistere».
«Non possono far finta di nulla»
Il co-portavoce di Europa Verde insiste: «Ignorare il pronunciamento della Corte significherebbe assumersi responsabilità pesantissime, anche sul piano giuridico. La Corte renderà note le motivazioni entro trenta giorni, ma il messaggio è già inequivocabile: il Ponte sullo Stretto è un progetto portato avanti forzando procedure, fuori da un quadro di legalità e dentro una spirale propagandistica che sta già dissanguando le casse pubbliche».
«E la bocciatura odierna preclude di fatto la possibilità di sottoscrivere l’accordo di programma tra Mit, Mef e la società “Stretto di Messina” per definire gli impegni amministrativi e finanziari necessari alla progettazione e alla realizzazione del Ponte. Viene meno, dunque, l’intero impianto giuridico-amministrativo che regola il rapporto tra lo Stato e la concessionaria. Meloni e Salvini non possono far finta di nulla», conclude.




