Gratteri: «Tutto era nelle mani della camorra»
È stata disposta l’amministrazione controllata per la società sportiva Juve Stabia, che gioca nel campionato di serie B, a causa di presunte infiltrazioni mafiose. Il decreto – che riguarderebbe anche altre società che si occupano dei servizi annessi alle manifestazioni sportive – è stato emesso dal tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli, del Procuratore Nazionale Antimafia e del Questore di Napoli. A gestire la società sarà adesso un pool di professionisti appositamente nominato.
«Un quadro generale preoccupante, un caso scuola»: così il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha definito la ‘subordinazione’ alla camorra, in particolare ai clan D’Alessandro e Imparato, della società sportiva Juve Stabia. «Si tratta – ha detto Melillo – del terzo caso in Italia: prima della Juve Stabia ci sono stati analoghi provvedimenti per il Foggia Calcio e il Crotone Calcio».
«Gli spostamenti della squadra, la sicurezza, il beveraggio, le gestione dei biglietti: tutto era nelle mani della camorra», ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratter. «La Juve Stabia è una società che milita in serie B – ha aggiunto il procuratore Gratteri – e questo fa scalpore».
Ultras vicini alla criminalità organizzata alla festa play off
C’erano anche tre ultras, già raggiunti da daspo, e ritenuti legati alla criminalità organizzata sul palco allestito per festeggiare, lo scorso 29 maggio, l’accesso ai play off della Juve Stabia, che milita nel campionato di serie B. La circostanza era stata peraltro denunciata in quella occasione dall’eurodeputato e consigliere comunale di Castellammare di Stabia Sandro Ruotolo.
«La saldatura tra gli esponenti del tifo organizzato, già appartenenti o contigui a compagini criminali locali, e la comunità stabiese – spiega una nota della Procura di Napoli – si è manifestata secondo tipiche modalità di condizionamento mafioso, nell’evento organizzato dal comune di Castellammare di Stabia lo scorso 29 maggio, per celebrare la conclusione dell’ottima stagione calcistica della squadra». «Circostanza nella quale i rappresentanti dei tre gruppi ultras della tifoseria, alcuni colpiti da D.A.spo e con profili di contiguità criminale, si sono proposti pubblicamente sul palco con vertici della società di calcio, autorità civili e istituzioni pubbliche». (In aggiornamento)




