Agguato ai Quartieri Spagnoli per vendicare il video hot con la figlia del boss

Presi due minori e due adulti

È una singolare storia di camorra e di errori quella svelata dalle indagini sul ferimento grave di un 23enne avvenuto il 15 settembre scorso nei Quartieri spagnoli di Napoli, che hanno portato al fermo di un capoclan, di una giovane donna e di due minorenni. A scatenare il tutto, un video hot che ritrae la figlia del boss in compagnia del fidanzato 17enne, anche lui affiliato alla cosca: immagini che il ragazzo incautamente mostra ad altri, scatenando il desiderio di vendetta del padre-padrino.

Il capoclan, malgrado sia ai domiciliari, decide di occuparsi personalmente della spedizione punitiva: scende in strada con il figlio 16enne e una terza persona, ancora non identificata, e il gruppo di fuoco a bordo di uno scooter rubato crivella di colpi la Smart con a bordo il giovane reo.

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Una catena di errori che alimenta la vendetta

Primo errore: a essere colpito gravemente all’addome non è il bersaglio, che rimane incolume, ma un suo amico 23enne che si trovava nell’auto e che da allora lotta per la vita in ospedale. Secondo errore: alla spedizione di morte dovevano partecipare come fiancheggiatori altri due affiliati di fiducia del boss, che però giungono troppo tardi sul posto. Terzo errore: il 17enne scampato all’agguato decide di vendicarsi contro chi voleva ucciderlo, si mette sulle tracce di un esponente di punta del clan e gli spara alle gambe: costui però era uno dei due ritardatari, quindi non aveva materialmente partecipato al duplice tentato omicidio.

Tutto questo complesso intreccio di violenza, rancori e sbagli è stato ricostruito dai carabinieri della compagnia Napoli Centro, che hanno eseguito quattro fermi emessi dalla Dda e dalla procura minorile. A finire in manette anzitutto il 46enne capoclan, insieme a una 21enne ritenuta concorrente morale per aver aiutato uno dei due fiancheggiatori tardivi a mascherarsi e coprire la targa dello scooter con cui giungere in via Conte di Mola, luogo della sparatoria.

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Altri fermi sono scattati nei confronti di due indagati di 17 anni: il figlio del boss, componente del gruppo di fuoco, ora detenuto in Ipm, e uno dei due ritardatari, per il quale è stato disposto il collocamento in comunità. Il materiale sequestrato durante i fermi testimonia l’attività e le risorse del clan: un impianto con 18 telecamere che sorvegliavano una vasta area dei Quartieri spagnoli, 60 ordigni esplosivi ad alto potenziale, droga assortita (cocaina, marijuana, anfetamina), banconote per 12.400 euro e 536 dollari, una collana d’oro con crocifisso del peso di ben 124 grammi.

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