Stesa in piazza nel periodo di Pasqua: due arresti, uno è il figlio del boss Rinaldi | Video

Il raid dopo la rottura della pax mafiosa tra clan

Sono accusati di avere sparato diversi colpi di pistola in una piazza del quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli, nella zona orientale dalla città, nella notte del 19 aprile scorso, il giorno prima di Pasqua: due persone sono state sottoposte a fermo nei giorni scorsi dai carabinieri del Nucleo Investigativo e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (Area I, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Amato) che contestano i reati di pubblica intimidazione con uso di armi (la cosiddetta «stesa») e detenzione e porto abusivo di armi (due pistole).

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Tra i due figura anche Francesco Rinaldi, 36 anni, detto «Ignazio», figlio del capo clan Antonio Rinaldi, ucciso alla fine del 1990 in un agguato maturato nell’ambito della faida con il clan Mazzarella, e nipote dell’attuale capoclan Ciro Rinaldi. L’altro indagato è il suo presunto complice, Salvatore Attanasio, 35 anni.

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Il raid a colpi di pistola su cui i militari hanno indagato, riscontrando il coinvolgimento dei due indagati, è avvenuto nell’ambito alla rottura della pax mafiosa che precedentemente c’era tra i clan Rinaldi-Reale e D’Amico «Gennarella». A incastrarli le immagini dei sistemi di video sorveglianza e gli indumenti che avevano addosso quando sono entrati in azione. Il gip non ha convalidato il fermo degli inquirenti ma ha disposto il carcere per entrambi gli indagati, ritenuti legati al clan Rinaldi.

Gli spari del venerdì santo

Sono quattro le «stese» sulle quali hanno acceso i riflettori i carabinieri e la Dda di Napoli avvenute nel quartiere San Giovanni a Teduccio della città durante lo scorso periodo pasquale (2025) ma quella che ha destato maggiore allarme è la prima avvenuta venerdì santo, durante la via Crucis in piazza Capri, nei pressi della chiesa «San Giuseppe Madolla di Lourdes». Quel giorno, intorno alle 19,30 del 18 aprile 2025, una persona armata ha sparato verso la piazza dove c’erano molte persone per poi scappare in sella a uno scooter guidato da un complice. Solo per pura fortuna quei colpi non hanno provocato vittime.

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Le forze dell’ordine – chiamate dal parroco che uditi gli spari interruppe le celebrazioni – trovarono a terra nove bossoli e due ogive. Il parroco riferì di avere udito i colpi in due momenti diversi, anche alle spalle della parrocchia.

Il giorno dopo fu proprio Francesco Rinaldi, ascoltato dalla Squadra Mobile in Questura, a dare informazioni più precise sull’accaduto, dicendo di avere visto – mentre stava uscendo dalla chiesa con il corteo della via Crucis con il figlio, la sorella e altri familiari – due centauri con il casco sparare nella sua direzione e contro il corteo guidato dal parroco.

A parere degli inquirenti, sarebbe stato proprio questo l’evento che ha determinato la rottura della pax mafiosa siglata tra Gennaro Rinaldi (detto o’ lione), Roberto Mazzarella (elemento di spicco dell’omonima federazione mafiosa) e Clemente Amodio, elementi di spicco dei Mazzarella che include anche il clan D’Amico verosimilmente autori della stesa del 18 aprile.

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