Dazi Usa-Ue, l’Italia mantiene la rotta euro-atlantica e difende il Made in Italy

Il governo cerca un’intesa e rafforza l’export in nuovi mercati

In un contesto globale reso sempre più incerto dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa, l’Italia si presenta unita e pronta ad affrontare con lucidità e visione strategica la questione dei dazi. Il governo Meloni, attraverso un impegno compatto dei ministri chiave, sta conducendo una linea chiara e responsabile, capace non solo di difendere gli interessi nazionali, ma anche di rilanciare l’export italiano e il ruolo del nostro Paese nello scenario economico internazionale.

Il tema dei dazi è tornato al centro del dibattito con l’aumento del deficit commerciale statunitense, salito a 71,5 miliardi di dollari nel solo mese di maggio, segnale che Washington potrebbe accentuare misure protezionistiche per riequilibrare la bilancia commerciale.

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La posizione dell’Unione europea: pronti al dialogo ma fermi

A fronte di questo scenario, l’Unione europea si dice pronta al negoziato ma determinata a tutelare i propri interessi. «Vogliamo una soluzione negoziale ma ci stiamo preparando anche nel caso non ci sia un’intesa», ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, chiarendo che «ogni opzione è sul tavolo».

Proprio in queste ore, il commissario europeo Maros Sefcovic è a Washington per incontrare i rappresentanti dell’amministrazione americana, tra cui il segretario al Tesoro Scott Bessent e il rappresentante per il commercio Jamieson Greer.

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La risposta italiana: visione strategica e mercati alternativi

A livello nazionale, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si è detto fiducioso: «Ci aspettiamo una conclusione sostenibile del negoziato. Credo che il Made in Italy vincerà anche questa sfida. Abbiamo aperto nuovi mercati — dal Golfo Arabico all’India, dal Sudest asiatico fino all’Oceania — proprio per ridurre l’impatto di eventuali misure restrittive e trasformare una minaccia in opportunità». Un approccio che conferma la visione strategica del governo Meloni.

Lollobrigida: equilibrio tra economia e valori democratici

Sulla stessa linea anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che rileva «una maggiore disponibilità da parte dell’amministrazione americana verso un’Europa più consapevole», e auspica «una soluzione di compromesso, come avviene in ogni trattativa equilibrata, che tuteli gli interessi economici ma anche quelli istituzionali e democratici dell’Occidente». Lollobrigida sottolinea come il rafforzamento delle relazioni transatlantiche sia essenziale per evitare che il vuoto venga colmato da potenze autocratiche.

Giorgetti: il vero rischio è l’incertezza

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha portato all’attenzione una lettura più ampia e profonda del tema: «Non si tratta solo di dazi, ma anche di tassazione internazionale e politica valutaria. La forza del dollaro rappresenta un dazio implicito. Un negoziato troppo lungo genera danni certi. Meglio un compromesso onorevole che ponga fine all’incertezza, vero nemico delle nostre imprese». Giorgetti ha poi evidenziato come l’approccio del governo Meloni, basato su stabilità e credibilità internazionale, consenta all’Italia di essere un interlocutore serio e ascoltato.

Foti: l’Europa deve contare nel negoziato

Anche Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, ha rimarcato l’importanza di un accordo stabile: «Un dazio del 10% può essere un punto di caduta, ma serve una soluzione duratura. L’Europa pesa per il 20% del PIL globale, non può essere trattata come un attore secondario». Per Foti, la risposta ai dazi deve essere ferma ma non vendicativa, nell’ottica di garantire un equilibrio sostenibile.

Tajani: serve un grande mercato occidentale a tariffe zero

Infine, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani guarda oltre l’emergenza e lancia una prospettiva ambiziosa: «Dobbiamo costruire un grande mercato dell’Occidente a tariffe zero, dove innovazione, benessere e competitività siano condivisi da Europa, Stati Uniti, Canada e Messico. Per farlo, bisogna togliere il piombo dalle ali dell’Europa: meno burocrazia e più sostegno alle imprese».

Il governo Meloni ha saputo reagire con compattezza, lucidità e determinazione a una sfida complessa e multilivello. La posizione italiana, saldamente ancorata all’asse euro-atlantico, si dimostra solida e propositiva.

Grazie alla capacità di mantenere il dialogo aperto con Washington, promuovere una visione strategica globale e sostenere con coerenza il Made in Italy, l’Italia è oggi un punto di riferimento in Europa nella gestione della crisi commerciale con gli Stati Uniti. Le eventuali ripercussioni saranno gestibili proprio grazie a questo approccio coerente, plurale e determinato, che rafforza la credibilità del nostro Paese nei principali tavoli internazionali.

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