Spaccio e picchiatori per costringere le vittime del pizzo a pagare: 16 misure cautelari

I raid punitivi anche in luoghi molto frequentati

Sono ritenuti affiliati al clan Ullero di Cardito, comune della provincia di Napoli, le sedici persone a cui i carabinieri di Casoria hanno notificato altrettante misure cautelari emesse dal gip di Napoli. Tra i destinatari dell’arresto in carcere figura Francesco Ullero, elemento di vertice del gruppo malavitoso, e i suoi luogotenenti Rocco Chianese (suo genero) e Giuseppe De Simone.

Per le estorsioni, è emerso dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, il clan aveva a disposizione dei picchiatori che, su ordine dei vertici, provvedevano ad ammorbidire i destinatari reticenti delle richieste estorsive, commercianti della zona ma non solo. I raid punitivi, secondo quanto emerso dalle intercettazioni, senza precauzioni, anche in luoghi molto frequentati: il capo clan infatti esercitava un forte potere intimidatorio grazie al quale si garantiva il silenzio di eventuali testimoni.

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Tra quelle documentate dagli investigatori ne figura anche una, anche questa perpetrata con modalità violente, che ha visto vittima due donne, madre e figlia, con l’obiettivo di occupare la loro abitazione, effettivamente lasciata libera anzitempo. Le due donne subirono anche l’incendio, poi rivelatosi doloso, di un bar bistrot, appena aperto.

Setaro

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