Uccide il rapinatore e nasconde il corpo: 60enne indagato per omicidio e occultamento

Il tentativo di furto sfociato nel sangue

È stato trovato nelle campagne di San Severino di Centola, nei pressi di un campetto sportivo, il cadavere di un albanese di 25 anni che era ricercato da due giorni dopo un tentativo di furto, sfociato in una sanguinosa rapina in un’abitazione a Foria di Centola, in provincia di Salerno. A indicare il luogo del ritrovamento è stato il proprietario della villetta, un imprenditore edile del posto di 60 anni, che si è presentato in mattinata alla Procura di Vallo della Lucania insieme al suo avvocato. Ed ora è indagato per omicidio e occultamento di cadavere.

L’uomo ha ammesso di aver esploso dei colpi d’arma da fuoco durante l’irruzione notturna nella sua abitazione, avvenuta intorno alle 22 di domenica scorsa. Uno dei proiettili avrebbe colpito a morte il 25enne, il cui corpo sarebbe stato successivamente trasportato dallo stesso imprenditore in una zona impervia e nascosto tra la vegetazione. Il corpo è stato trovato avvolto in un sacco.

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Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Sapri e il magistrato, che ha disposto il sequestro della salma e l’autopsia, che si svolgerà all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. I risultati dell’esame saranno utili per ricostruire cosa è esattamente avvenuto quella drammatica notte, durante la quale è rimasto gravemente ferito anche un secondo componente della banda, ora ricoverato in prognosi riservata al Cardarelli di Napoli. Il proprietario dell’abitazione è ora formalmente indagato anche per lesioni gravi ai suoi danni. Un terzo presunto complice, invece, è ancora ricercato.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Vallo della Lucania, sono volte a definire la dinamica della sparatoria e a stabilire con certezza chi abbia sparato per primo. Durante il furto è stata infatti sottratta anche una pistola, che sarebbe stata utilizzata da uno dei malviventi nel conflitto a fuoco.

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Forte tensione dopo la sparatoria

La vicenda ha scosso la comunità locale e provocato forte tensione, anche perché la sparatoria ha spinto molti amici e familiari della vittima, tra cui la moglie con la figlia di appena tre anni, a radunarsi nei pressi della villetta. Qualcuno ha parlato di una vera e propria «spedizione punitiva» da parte di un gruppo consistente di cittadini albanesi – una trentina, a bordo di auto di grossa cilindrata – provenienti dal Casertano: sta di fatto che la folla si è poi dispersa, non appena sul posto sono arrivati i carabinieri. Ma l’area è ora sotto sorveglianza costante.

Sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale della Lega, Aurelio Tommasetti: «Solidarietà all’imprenditore – si legge in una nota – minacciato per essersi difeso. È assurdo che chi protegge la propria casa venga indagato. La spedizione punitiva rappresenta una deriva inaccettabile. Come se non bastasse ora il nostro concittadino, già violato nell’intimità della sua proprietà, deve temere per la sua incolumità e quella dei suoi cari. Chiedo tolleranza zero per chi si rende protagonista di simili atti intimidatori, violenti e pericolosi, in totale spregio della legge. Chi non rispetta la nostra legge può tornare nei Paesi da dove è venuto».

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