Circumvesuviana, treno deragliato a Pioppaino: mancavano due bulloni

Il serbatoio caduto perché sostenuto solo da due viti

Un guasto meccanico è all’origine del deragliamento che ha bloccato la linea Napoli-Sorrento della Circumvesuviana, nei pressi della stazione di Pioppaino. La notizia era già circolata negli attimi immediatamente dopo il deragliamento ma l’Eav aveva smentito parlando solo di «avaria». Secondo quanto si apprende ora, invece, a cedere sarebbe stato il serbatoio dell’aria, che, precipitando sui binari, ha agito come una leva, causando l’uscita dal tracciato del carrello motore della carrozza di coda.

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I tecnici dell’Eav, riferisce un articolo di Francesco Gravetti per «il Mattino», hanno condotto un’analisi approfondita sul vagone incidentato che ha rivelato un dettaglio preoccupante: il serbatoio era sprovvisto di due dei quattro bulloni che lo fissavano. Si ipotizza che questi si siano staccati, ma resta da chiarire quando e in quali circostanze. A tal proposito, una commissione d’inchiesta istituita dall’Eav sta lavorando per ricostruire l’esatta dinamica dell’evento.

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Subito dopo l’incidente, l’azienda ha avanzato l’ipotesi di un possibile sabotaggio, segnalando il ritrovamento di una grossa pietra vicino ai binari. Tuttavia, altre anomalie richiedono risposte: il convoglio, ad esempio, non si è arrestato automaticamente, come previsto in caso di perdita di componenti. I dispositivi di sicurezza, dunque, non avrebbero funzionato. A fermare il treno non sono stati né il macchinista né il capotreno, ma i passeggeri stessi, che hanno prima attivato l’allarme e poi azionato il meccanismo di apertura delle porte, bloccando immediatamente la corsa. Solo allora il capotreno, aprendosi un varco tra erbacce alte oltre un metro, ha potuto verificare l’accaduto.

La carenza di personale

Una norma dell’Ansfisa impone che macchinista e capotreno restino insieme in cabina per viaggiare a 70 km/h. In caso contrario, se il capotreno si muove tra le carrozze, la velocità deve essere ridotta a 50 km/h. Tale regola resterà in vigore finché l’infrastruttura non sarà adeguata agli standard di sicurezza.

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Il sindacato Orsa lamenta, appunto, il problema della carenza di personale. La presenza obbligatoria del capotreno in cabina lascia i passeggeri privi di assistenza in caso di emergenze, con rischi di panico e disordine. A ‘il Mattino’ Gennaro Conte, segretario nazionale di Orsa Trasporti, afferma: «Ci sono persone risultate idonee al concorso per capotreno, noi chiediamo di assumerli o comunque di fare in modo di mettere più personale sui treni. Qui si tratta di garantire pendolari, turisti e lavoratori».

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