Palazzo Caravita di Sirignano: dalle corti nobiliari al lusso moderno

Un’icona in continua trasformazione

C’è qualcosa di enigmatico in Palazzo Caravita di Sirignano, come se le sue mura conservassero il respiro del tempo. Un edificio che ha visto passare dinastie, artisti e intellettuali, attraversando epoche di splendore e momenti di oblio. Un luogo dove ogni scorcio svela storie di intrighi, passioni e rivoluzioni silenziose; dove il passato sembra ancora vibrare tra le stanze e i cortili, in attesa di una nuova storia da scrivere.

Le origini di Palazzo Caravita di Sirignano nel XVI secolo

Nel XVI secolo, il marchese della Valle Siciliana, Hernando de Alarcón, fece costruire quello che sarebbe stato il primo edificio della Riviera di Chiaia. Generale spagnolo al servizio di Carlo V, Alarcón raggiunse grande prestigio e ricchezza ed è ricordato anche per la presunta relazione con la regina Giovanna d’Aragona. La parte più antica della costruzione, la torre di vedetta situata nell’angolo orientale, risale proprio a quel periodo. Nel Seicento, l’edificio venne completato e arricchito con decorazioni e miglioramenti nelle stanze.

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Il passaggio ai Caracciolo e l’epoca borbonica

Il palazzo divenne proprietà della famiglia Caracciolo di Torella in seguito al matrimonio tra Beatrice de Alarcón y Mendoza, marchesa della Valle Siciliana, e Giuseppe Caracciolo, VI principe di Torella. Nel 1815 l’edificio fu completamente restaurato da Antonio Annito, mentre, nel 1838 fu acquistato dal principe Leopoldo delle Due Sicilie, conte di Siracusa, noto per le sue idee liberali, che lo trasformò in un punto di ritrovo per l’aristocrazia napoletana di orientamento progressista.

Per riammodernarlo, affidò i lavori all’architetto Fausto Niccolini. Alla proprietà apparteneva anche un grande parco di circa quattordicimila metri quadrati, al cui interno sorgeva un piccolo teatro, dove il conte di Siracusa organizzava spettacoli e rappresentazioni.

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La svolta ottocentesca con i Compagna e i Caravita

Un particolare di Palazzo Caravita di Sirignano

Dopo il 1860, il palazzo passò nelle mani del barone Luigi Compagna, che lo utilizzò come residenza familiare fino al 1885 circa. In seguito, suo figlio, il senatore Francesco Compagna, decise di venderlo al principe Giuseppe Caravita di Sirignano. Quest’ultimo intraprese importanti lavori di ristrutturazione, affidandosi all’ingegnere Ettore Vitale, che progettò l’aggiunta di una seconda torre a scarpata, in modo da bilanciare quella già esistente.

Gli interni furono impreziositi grazie all’intervento di celebri artisti dell’epoca, tra cui Ignazio Perricci e i fratelli Francesco e Vincenzo Jerace. Parallelamente, il vasto parco venne suddiviso in lotti per la costruzione di imponenti edifici residenziali.

Da sede culturale a compagnia di navigazione

Nel 1889, Palazzo Caravita di Sirignano divenne la sede della Società Napoletana degli Artisti e ospitò il Museo Giuseppe Caravita Principe di Sirignano. Tra i suoi inquilini più illustri vi furono il conte de Marzi, Placido de Sangro, che contribuì ad arricchire il Museo della Floridiana con una preziosa collezione di porcellane, e il duca Nicola, nipote del cardinale Sisto Riario Sforza, le cui sale erano decorate con magnifici arazzi di Casa Doria, raffiguranti le Quattro Stagioni. Nel 1937, il palazzo fu destinato ad ospitare la compagnia di navigazione Tirrenia.

Il XXI secolo e il futuro di Palazzo Caravita di Sirignano

Più recentemente, nel 2017, Palazzo Caravita di Sirignano è stato acquisito dall’imprenditore napoletano Nunzio Colella, amministratore delegato del Gruppo Capri e proprietario dei marchi Alcott e Gutteridge, con il progetto di convertirlo in un hotel di lusso a 5 stelle. La struttura avrà 45 ampie suite, un rooftop con piscina panoramica, due ristoranti, giardini privati, un bar e un grande centro benessere.

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