Strage familiare: operaio uccide la moglie, la figlia e ferisce altre 3 persone, poi si suicida

Sconosciute le motivazioni che hanno portato il 52enne a compiere il tragico gesto

Un uomo ha compiuto una strage familiare, in due diverse abitazioni, attorno alle 7 del mattino a Nuoro e poi si è tolto la vita. Il bilancio – secondo le primissime informazioni – è di tre morti e tre feriti. A sparare, in via Ichnusa, sarebbe stato il capo famiglia, l’operaio forestale Roberto Gleboni, 52 anni, che ha ucciso la moglie Giusi Massetti, 43 anni, la figlia 25enne Martina e ferito altri due figli piccoli (per uno è stata dichiarata la morte celebrale), più un vicino di casa. L’uomo sarebbe poi andato nell’abitazione della madre, in via Gonario Pinna, sparandole contro e ferendola gravemente alla testa, poi si è tolto la vita. Sul posto le ambulanze del 118, polizia e carabinieri che stanno ricostruendo la dinamica dell’accaduto.

Per uno dei figli, di 9 anni, ricoverato presso l’ospedale San Francesco, è stata dichiarata la morte celebrale. Un vicino di casa in cui la famiglia Gleboni viveva in affitto, anche lui vittima della furia omicida dell’uomo, Paolo Sanna, è in fin di vita, ricoverato in Rianimazione al San Francesco di Nuoro. Nello stesso reparto si trova la madre di Gleboni, di 83 anni. La pistola, una calibro 7,65, è risultata regolarmente detenuta.

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La dedica

«A mia madre, che ci ha creduto prima che ci credessi io. A mio padre, l’amore più grande della mia vita». È la dedica che Martina Gleboni, la ragazza uccisa, aveva fatto ai suoi genitori per la laurea conseguita due anni fa. Una foto postata sul suo profilo Facebook. In un altro post di qualche anno fa, sul profilo della madre, Giusi Massetti, anche lei uccisa dall’operaio forestale nuorese, le due donne sono ritratte con la scritta «No alla violenza sulle donne» di ActIonaid.

Parenti, amici e conoscenti increduli

Nella strada, chiusa al traffico dalle forze dell’ordine, le urla di disperazione della sorella e della madre di Giusi Massetti. Nella casa dell’anziana madre di Gleboni, dove l’uomo poi si è tolto la vita, sono arrivati il pm di turno della Procura di Nuoro e il medico legale Roberto Demontis, giunto da Cagliari. La dinamica e i contorni della vicenda sono tutti da ricostruire: è in corso in Prefettura un vertice con la prefetta Alessandra Nigro e le forze dell’ordine.

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A carico di Roberto Gleboni non risulta alcuna segnalazione di denunce o violenze in famiglia. «Roberto era una persona tranquillissima, molto disponibile. Giorni fa mi avevano rubato la macchina e lui mi voleva prestare la sua, sapendo che mi serviva». A parlare è un vicino di casa. Armando Lodi lo descrive così: una persona tranquilla e disponibile con il prossimo. Gleboni era un sindacalista della Cisl e amante degli animali. «Era un operaio forestale, guidava i mezzi – racconta Lodi – questa mattina non ho sentito niente, stava tuonando. Lui abitava al pian terreno del palazzo di via Ichnusa, era in affitto nella casa della sorella del vicino che è stato ferito. I vicini di casa hanno sentito gli spari e hanno chiamato la Polizia».

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