Napoli, percettori del reddito di cittadinanza al servizio della comunità

Nasce a Secondigliano il primo servizio di portierato pubblico

Disoccupati con reddito di cittadinanza al servizio della comunità locale. A Napoli, nel quartiere di Secondigliano, è stato istituito il primo servizio di «portierato pubblico locale». Il progetto, denominato ITA, nasce dal sodalizio tra il Comune di Napoli, l’ente di formazione EITD e l’associazione LARSEC. Esso sarà finanziato dai fondi strutturali comunitari del FSE e prevederà un periodo di tirocinio formativo della durata di nove mesi con una retribuzione mensile di cinquecento euro.

Il servizio, operativo dal lunedì al venerdì dalle ore 12.00 alle ore 17.00 presso gli spazi LARSEC e dell’ANCR (associazione dei Reduci ed ex Combattenti) in piazza Luigi di Nocera offrirà alla comunità locale una serie di servizi gratuiti quali custodia di piccoli oggetti, deposito temporaneo, fermo corrispondenza, bacheca lavoro ed una piccola biblioteca.

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Manfredi: «Progetto ma molto significativo»

Il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha dichiarato: «E’ un piccolo progetto ma molto significativo che mette insieme tante belle idee: il recupero di un territorio importante come Secondigliano che merita grande attenzione e a cui ci dedicheremo molto nei prossimi mesi, persone che vengono recuperate per dare un contributo alla comunità facendo anche in modo che ci sia un servizio sociale legato ai percettori del reddito di cittadinanza. E dunque ci sono tanti messaggi positivi».

«E’ un esperimento – ha concluso – che vogliamo replicare anche in altri luoghi per fare in modo che servizio pubblico, recupero, inclusione, valorizzazione delle persone e cooperazione con le associazioni diventino una leva di rinascita e ripartenza per la città».

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In Campania la platea di famiglie percettrici del reddito di cittadinanza è di oltre 350mila nuclei con un coinvolgimento di oltre 800mila individui, molti dei quali in età da lavoro; l’idea di impiegare tali risorse per progetti sociali come questo potrebbe essere certamente un segnale importante oltre ad essere un valido contributo per la comunità.

Si potrebbero creare pool di lavoro per la manutenzione dei parchi cittadini, piccoli servizi di assistenza domiciliare per i diversamente abili, pulizia degli arenili e tanto altro. Un’esperienza nuova per fare comunità, rimettendo al centro la dignità delle persone svantaggiate. Un modo già comune a tante capitali d’Europa, per una sharing economy sostenibile e virtuosa anche grazie all’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza.

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