A lui si deve la creazione della Real Colonia di San Leucio
Il regno di Ferdinando IV di Borbone si inserisce in un quadro europeo dominato dal despotismo illuminato, un fenomeno in cui diversi monarchi tentarono di modernizzare lo Stato e la società attraverso riforme ispirate alla ragione e all’efficienza amministrativa. Nel Regno di Napoli, questa spinta riformatrice non fu un fenomeno isolato: iniziò con Carlo III di Borbone e continuò sotto Ferdinando IV con l’aiuto di ministri come Bernardo Tanucci e intellettuali del tempo. L’obiettivo era ridurre i privilegi feudali, riorganizzare l’economia e limitare l’influenza di istituzioni tradizionali come la Chiesa e l’Inquisizione.
Nonostante la sua immagine di re lazzarone, talvolta visto come poco interessato alla politica, Ferdinando IV fu coinvolto in questo processo di trasformazione, anche se spesso sotto la guida tecnica dei suoi consiglieri.
I progetti sociali di San Leucio: un esperimento di equità ante litteram
Uno dei capitoli più significativi delle riforme sociali nel Regno di Napoli fu la creazione della Real Colonia di San Leucio, un progetto profondamente innovativo per l’epoca. Situato sulle colline alle spalle della Reggia di Caserta, il complesso fu concepito come una comunità produttiva di seta con un proprio statuto giuridico che regolava lavoro, vita sociale e istruzione.
Nel 1789 Ferdinando IV promulgò lo Statuto di San Leucio, un codice unico che mirava a:
- garantire case, istruzione e assistenza sanitaria ai lavoratori e alle loro famiglie;
- imporre orari di lavoro più umani (es. 11 ore invece delle 14 consuete altrove in Europa);
- abolire la proprietà privata all’interno della colonia per favorire una forma di beneficio comunitario;
- trattare uomini e donne sullo stesso piano in termini di diritti e opportunità.
Questo esperimento è spesso considerato un precursore di idee che saranno riprese solo molto più tardi nei movimenti socialisti e cooperativi, rendendo il progetto di San Leucio una delle espressioni più avanzate delle riforme sociali nel Regno di Napoli.
Riforme strutturali, educazione e amministrazione
Oltre a San Leucio, il regno vide altri interventi di modernizzazione:
- sotto Ferdinando IV furono aboliti organismi tradizionali come il Tribunale dell’Inquisizione (1782), segnando un passo importante contro l’arretratezza giuridica e sociale.
- furono introdotte misure per la redistribuzione delle terre dei gesuiti e la creazione di scuole e ospedali nei loro edifici, espandendo l’istruzione e l’assistenza sanitaria.
- l’amministrazione fu riorganizzata per aumentare l’efficienza dello Stato e stimolare lo sviluppo economico.
Tuttavia, non tutte le riforme ebbero esiti positivi o immediati: ad esempio, nel periodo successivo alla Restaurazione post-napoleonica Ferdinando, tornando al potere, riorientò alcune politiche, come l’organizzazione dell’istruzione, sotto l’influenza del clero, con effetti controversi sulla scolarizzazione popolare.
Un re complesso tra mito e realtà
La figura di Ferdinando IV è stata oggetto di interpretazioni contrastanti. La storiografia tradizionale spesso lo ritrae come un sovrano apatico o succube di influenze esterne (moglie, ministri, potenze straniere), ma ricerche più recenti mettono in luce un monarca coinvolto, seppur con limiti personali, nei processi di riforma del suo regno.
Il soprannome di re lazzarone testimonia la percezione popolare del suo carattere informale e dialettale, ma non racconta da solo il quadro completo: la sua azione in ambito sociale fu significativa, soprattutto nei casi in cui fu supportato da consiglieri illuminati e progetti innovativi.




