La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per i 4 imputati
L’obiettivo è sempre lo stesso, chiedere «verità e giustizia»: ma a organizzare il flash mob fuori dall’aula del tribunale non sono stati i familiari e gli amici della vittima bensì quelli dell’imputato, che è un colonnello dei carabinieri. L’insolita protesta è andata in scena al tribunale di Salerno, dove è in corso il processo per l’omicidio del sindaco pescatore di Pollica Angelo Vassallo, ucciso con 9 colpi di pistola la sera del 5 settembre del 2010 ad Acciaroli.
Per quell’omicidio sono a processo l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano, l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso, Giovanni Cafiero (che deve rispondere solo del traffico di droga) e il colonnello dell’Arma Fabio Cagnazzo. Ed era proprio il suo nome quello scritto sulle magliette e sulle casacche di alcune decine di persone che hanno organizzato il presidio. ‘Io sto con Fabio Cagnazzo’, la scritta che i manifestanti hanno indossato, amici ed ex colleghi del colonnello, arrivati anche da altre regioni.
«Siamo qui per testimoniare vicinanza a Fabio e chiedere la verità processuale – ha detto uno degli amici – Siamo estremamente convinti dell’innocenza di Fabio, lui è il primo che chiede giustizia non solo per sé ma anche per il sindaco Vassallo, perché lui è un uomo delle istituzioni, è un colonnello dei carabinieri che ha arrestato centinaia di latitanti e non è possibile che debba essere il capro espiatorio di questa vicenda». Tra i manifestati davanti alla Cittadella Giudiziaria anche la sorella del colonnello Cagnazzo, mentre il figlio di Angelo Vassallo, Antonio, è entrato in tribunale senza commentare il presidio.
L’udienza
Davanti al gup Giovanni Rossi la procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Cagnazzo e degli altri indagati: sono infatti terminate le discussioni dei legali delle parti civili ammesse nella precedente udienza e la ricostruzione del pubblico ministero Elena Guarino, che ha chiesto il giudizio al termine del suo intervento. Il prossimo 12 dicembre si terranno le arringhe delle difese mentre per il 16 gennaio è stato calendarizzato il rito abbreviato di Romolo Ridosso.
Tappe giudiziarie di una vicenda complessa e particolarmente intricata: per la procura di Salerno il movente dell’omicidio del sindaco sarebbe legato ad un traffico di droga riconducibile ad ambienti camorristici, nel quale sarebbero stati coinvolti anche esponenti dell’Arma. Vassallo lo avrebbe scoperto e avrebbe voluto denunciare tutto, ma fu ucciso pochi giorni prima da una mano che, ad oggi, resta ancora sconosciuta.
Nel frattempo, all’esterno del Tribunale continuava il presidio. «Fabio è una persona che merita tutto il supporto che vedete oggi attorno a lui», ha ribadito un’amica. «Noi saremo sempre al suo fianco. Fabio sta vivendo questa vicenda con grande forza, non è facile. La sua innocenza è tangibile, reale, leale e concreta. È sicuramente vittima di un errore giudiziario e questo verrà appurato dai fatti».




