L’uomo ha chiesto 2000 euro per restituirli
Rubare un piccolo crocifisso, qualche coppa liturgica, custodie per oli sacri e medaglie religiose da un istituto di suore per poi chiedere soldi in cambio della restituzione. Se non fosse tutto vero, sembrerebbe la trama di una commedia. Invece è cronaca: protagonista, un 38enne napoletano con precedenti per furto ed estorsione, arrestato ieri mattina dalla Polizia di Stato.
Tutto comincia quando una suora dell’Istituto «Suore di Gesù Redentore» si presenta in Questura per denunciare il furto di alcuni oggetti sacri. Nulla di prezioso sul mercato, ma di grande valore spirituale per chi li usa ogni giorno nella preghiera. Mentre spiega l’accaduto agli agenti, il telefono della religiosa squilla di nuovo: dall’altra parte della linea, una voce maschile chiede 2000 euro per restituire il maltolto.
Una sorta di «cavallo di ritorno» applicato non a un’auto o a una moto, ma a un piccolo crocifisso, a qualche coppa da messa e qualche altro oggetto religioso. Segno dei tempi, si direbbe. Seguendo le istruzioni degli agenti, la suora accetta l’appuntamento proposto dal ladro: piazza Garibaldi. Lì, i Falchi della Squadra Mobile organizzano un appostamento e, quando il 38enne si presenta per la consegna, il piano scatta.
Un poliziotto, travestito da «amico della suora», porge la busta con il denaro. L’uomo consegna gli oggetti rubati – probabilmente convinto di aver appena chiuso un affare d’oro – ma viene immediatamente bloccato e arrestato. La refurtiva è stata riconsegnata alle religiose. Il valore simbolico dell’episodio è tutt’altro che trascurabile. Quando si arriva a rubare oggetti di fede per rivenderli ai legittimi proprietari, forse non è solo la religione a essere stata derubata, ma anche il buon senso.



