Napoli sottoterra: dove l’arte viaggia sui binari

Le Stazioni dell’Arte: quando la metro di Napoli diventa museo

Scendere sotto Napoli non significa solo prendere un treno: vuol dire immergersi in un’esperienza sensoriale, visiva, culturale. Nella città dove ogni angolo racconta una storia, anche la metropolitana diventa una tela su cui scorrono arte, luce e architettura. Parliamo della celebre Metropolitana di Napoli, un’opera d’ingegneria urbana che negli ultimi vent’anni ha conquistato il plauso di architetti, artisti e viaggiatori di tutto il mondo. Grazie al progetto visionario delle Stazioni dell’arte Napoli, le fermate non sono più semplici luoghi di transito, ma gallerie a cielo aperto, capaci di stupire ogni passeggero.

Un museo underground tra architettura e arti contemporanee

L’idea nasce tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000, quando il Comune di Napoli decide di affidare la costruzione delle nuove linee metropolitane a grandi firme dell’architettura mondiale. Ma non basta: ogni stazione doveva diventare un’opera d’arte, un microcosmo espressivo, capace di comunicare con lo spazio urbano. Così nasce il progetto Stazioni dell’arte Napoli, con la direzione artistica di Achille Bonito Oliva, tra i più influenti critici d’arte contemporanea italiani.

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Le Stazioni dell’arte Napoli oggi contano più di 200 opere distribuite lungo le linee 1 e 6 della metropolitana, realizzate da circa 90 artisti tra cui Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, Rebecca Horn, Mimmo Paladino e William Kentridge. Non solo arte: queste stazioni sono anche capolavori architettonici firmati da progettisti come Álvaro Siza Vieira, Dominique Perrault, Oscar Tusquets Blanca, Benedetta Tagliabue, Massimiliano Fuksas e Gae Aulenti.

Ogni discesa nel ventre della città è un viaggio nel tempo e nello spazio: una stazione racconta il mare e le sue profondità, un’altra si ispira al pensiero digitale, un’altra ancora conserva reperti archeologici in un dialogo vivo tra passato e futuro. La Metropolitana di Napoli, insomma, non solo collega quartieri, ma mette in connessione sensibilità artistiche, culture e generazioni.

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Le stazioni simbolo del percorso artistico

Se l’arte può essere ovunque, Napoli lo dimostra proprio sotto i nostri piedi. Alcune fermate della Metropolitana di Napoli sono diventate icone internazionali, tanto da finire su copertine di magazine come The Daily Telegraph, CNN Travel e persino su National Geographic, che ha definito Toledo la stazione metropolitana più bella d’Europa.

Di seguito le stazioni iconiche del percorso artistico di Napoli:

  • Toledo (Linea 1): Una delle più amate. Firmata dall’architetto catalano Óscar Tusquets Blanca, è un trionfo di blu che evoca il mare. L’installazione Crater de luz, un gigantesco cono di luce e mosaico che scende fino ai binari, unisce simbolicamente la città al suo ventre sotterraneo. Le pareti sono rivestite di mosaici policromi che ricordano onde e correnti marine, trasportando chi vi transita in un mondo acquatico.
  • Università (Linea 1): Progettata da Alessandro Mendini insieme al designer Karim Rashid, è il regno della cultura digitale e pop. Tra parole incise, superfici rosa e verde acido, e statue futuristiche, la stazione omaggia il pensiero creativo e il sapere contemporaneo. Un omaggio al ruolo dell’università come motore d’innovazione.
  • Duomo (Linea 1) – È una delle stazioni più recenti e sorprendenti. Progettata da Massimiliano e Doriana Fuksas, scende a 40 metri di profondità e si apre su una cupola trasparente che riflette la luce naturale. Durante gli scavi, furono rinvenuti resti di epoca romana: colonne, mosaici e pareti che oggi convivono con materiali ultra-moderni in una fusione visiva di passato e futuro.
  • Garibaldi (Linea 1) – Firmata dall’archistar francese Dominique Perrault, è un trionfo di vetro e acciaio. Rampe mobili sospese nel vuoto e giochi di luce futuristici trasformano un nodo di scambio trafficato in uno spazio avveniristico. Un vero punto di contatto tra città e infrastruttura.
  • Chiaia (Linea 6) – Tra le ultime arrivate tra le eccellenze del percorso artistico, nel 2024 è stata inserita tra le sei stazioni più belle al mondo dal prestigioso Prix Versailles. Progettata dall’architetto Uberto Siola, si sviluppa su tre livelli sotterranei in un equilibrio di luce naturale e geometrie contemporanee. Come riportato da ilsud24.it (4 ottobre 2024), il riconoscimento premia l’uso sapiente della luce e dei materiali in uno spazio capace di fondere funzionalità e bellezza.

Queste stazioni rappresentano solo una parte del mosaico artistico che compone le Stazioni dell’arte Napoli: ogni fermata racconta un linguaggio, un’estetica, un’emozione.

L’arte che unisce città, territorio e comunità

Il cuore del progetto Stazioni dell’arte Napoli non è solo estetico, ma sociale. L’idea era quella di portare la bellezza dove spesso si annida il degrado: nelle periferie, nelle aree marginali, nei luoghi del quotidiano. Così, la Metropolitana di Napoli è diventata un laboratorio urbano dove architettura, arte e cittadinanza si incontrano.

Ogni opera installata è fruibile gratuitamente, ogni giorno, da migliaia di pendolari e viaggiatori. Non serve un biglietto museale né una guida: basta salire su un treno. Ma ANM ha fatto anche di più. Con il progetto Metro Art, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico ha organizzato tour guidati, visite per le scuole, eventi notturni, mostre temporanee e laboratori. L’obiettivo? Trasformare il concetto stesso di mobilità urbana.

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