La strana «democrazia» della Schlein: andare in Europa e insultare governo e Italia

La leader Pd continua a creare divisioni e alimentare odio

Durante il congresso del Partito dei Socialisti europei ad Amsterdam, la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha nuovamente puntato il dito contro l’Italia e il governo guidato da Giorgia Meloni, parlando di un Paese «in cui la democrazia e la libertà di espressione sono a rischio». Un intervento che ha indignato non solo la maggioranza, ma anche esponenti dello stesso centrosinistra, che hanno definito inaccettabili le parole della leader dem.

Le accuse di Schlein: «Sanità e scuola pubblica smantellate»

Nel suo intervento, Schlein ha dipinto un quadro drammatico, e inesistente, della situazione italiana: «Il governo di Giorgia Meloni sta tagliando la sanità pubblica, con 6 milioni di italiani che rinunciano a curarsi. E taglia la scuola pubblica, mentre blocca la nostra proposta sul salario minimo. Fanno propaganda ogni giorno».

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Parlando a una platea europea, la segretaria del Pd ha aggiunto: «A Firenze, la settimana scorsa, la premier ha detto che l’opposizione è peggio dei terroristi. In questo clima, voglio esprimere la mia solidarietà al giornalista d’inchiesta Sigfrido Ranucci perché ieri è esplosa una bomba davanti casa sua. La democrazia e la libertà di espressione sono a rischio quando l’estrema destra è al governo».

Proprio dopo l’attacco al giornalista Ranucci, l’unica cosa che i politici dovrebbero fare è abbassare i toni dello scontro, cercando unità e responsabilità. E invece, mentre il Paese avrebbe bisogno di calma e dialogo, Schlein continua a creare divisioni, a esacerbare gli animi e ad alimentare quel clima d’odio che lei stessa denuncia.

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Schlein ha poi insistito sul presunto smantellamento dei servizi pubblici: «Stanno smantellando il sistema sanitario pubblico. Sei milioni di italiani rinunciano ad andare in ospedale perché non possono permetterselo. Allo stesso tempo, stanno tagliando l’istruzione pubblica, avendo cancellato 6.000 insegnanti lo scorso anno. E, inoltre, abbiamo visto che stanno bloccando la nostra proposta di introdurre un salario minimo».

Le menzogne sulle elezioni

E ha concluso: «Possiamo sconfiggerli – e li stiamo già sconfiggendo nelle elezioni locali e regionali – ma non li batteremo inseguendo la loro agenda. Dobbiamo costringerli a confrontarsi sul nostro terreno: quello della giustizia sociale e climatica, della democrazia e della libertà per tutti».

Proprio su questo punto, però, i numeri raccontano un’altra realtà. Nonostante le sue parole, il centrosinistra non sta affatto battendo il centrodestra: finora, la coalizione guidata da Giorgia Meloni ha ottenuto due regioni, Calabria e Marche, mentre il centrosinistra si è fermato a una sola, la Toscana. Una certificazione di come gli italiani si fidino del centrodestra e non di loro.

La replica di Meloni: «Vergogna, Schlein diffonde falsità»

Durissima la reazione della premier Giorgia Meloni, che ha replicato sui social: «Siamo al puro delirio. Vergogna, Elly Schlein, che vai in giro per il mondo a diffondere falsità e gettare ombre inaccettabili sulla Nazione che, da parlamentare della Repubblica italiana e leader di partito, dovresti rappresentare e aiutare». Meloni ha condiviso anche una notizia di agenzia dal congresso del Pse, commentando il titolo «In Italia in pericolo la democrazia» come una mistificazione della realtà.

Lupi: «Parole gravi e irresponsabili»

A condannare l’intervento di Schlein è stato anche il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi: «Le parole di Elly Schlein dal congresso del Pse sono gravi e irresponsabili. Soffiare sul fuoco evocando rischi inesistenti, alimentando divisione e sfiducia nelle istituzioni, disconoscendo la storia del centro-destra italiano, alimenta un clima di confronto politico inaccettabile».

Lupi ha ricordato che «queste parole arrivano dopo l’approvazione di una legge di bilancio che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese, chiedendo un importante contributo alle banche e alle assicurazioni. E in un momento molto delicato per la situazione internazionale, in cui servirebbero coesione e confronto serio per favorire il percorso di pace, la ricostruzione di Gaza e la creazione di uno Stato palestinese».

Mulè: «Un governo repressivo? Basta guardare la realtà»

Anche il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè (Forza Italia), ha risposto con ironia: «Però mica male questo governo paragolpista che segna record di crescita, abbatte la disoccupazione, riconquista la serie A nell’affidabilità politica ed economica internazionale».

«Un governo talmente repressivo – ha aggiunto – da consentire a milioni di persone di manifestare il loro dissenso, di esprimere e vomitare in ogni dove le peggiori offese contro maggioranza e ministri, che invece di manganellare sopporta di mandare all’ospedale carabinieri e poliziotti. Questa dittatura che noi «puzzoni» di centrodestra amiamo e chiamiamo democrazia non piace alla segretaria del Partito della sinistra italiana che si definisce «democratico». Pazienza. Una risata la seppellirà (e non è una minaccia)».

Anche dal centrosinistra arrivano critiche

Non solo il centrodestra ha criticato le parole della segretaria Pd. Daniela Ruffino, di Azione, ha osservato: «La battaglia retorica fra Schlein e Meloni è la migliore cortina fumogena che l’opposizione possa offrire al governo. Schlein sbaglia a lanciare l’allarme democratico perché la democrazia non corre nessun rischio in Italia».

La deputata ha poi aggiunto: «Un’opposizione seria dovrebbe fare le barricate in Parlamento e in piazza sulla vicenda Stellantis, sui privilegi vergognosi accordati alle aziende distributrici di energia, sui miliardi presi dalle tasche dei contribuenti per chiudere l’Ilva».

I fatti smentiscono Schlein: la democrazia non è in pericolo

Le affermazioni della leader del Pd appaiono smentite non solo dalle cifre economiche e dai risultati ottenuti dal governo Meloni, ma anche dai dati relativi alla comunicazione politica. Nei telegiornali e nei talk show, i rappresentanti dell’opposizione, tra cui Schlein e Conte, godono di ampi spazi mediatici, spesso superiori a quelli dei partiti di governo.

In molti vedono nelle sue parole il segno di una strategia in difficoltà. Di fronte al crescente consenso internazionale verso Giorgia Meloni e ai risultati economici positivi del Paese, Schlein tenta di spostare il confronto politico su un terreno emotivo, provando a screditare l’Italia all’estero e a creare tensione interna. Una tattica che, finora, sembra non dare i risultati sperati.

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