La deflagrazione sarebbe stata provocata da tre fratelli
Un’esplosione devastante ha scosso Castel d’Azzano, in provincia di Verona, provocando la morte di tre militari dell’Arma dei Carabinieri e il ferimento di tredici persone tra carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco e una donna. La deflagrazione, che sarebbe stata causata da una famiglia che ha fatto saltare una casa colonica durante un’operazione di sgombero, ha completamente distrutto l’edificio, ora avvolto dalle fiamme. Sul posto stanno operando decine di squadre dei vigili del fuoco, impegnate nello spegnimento dell’incendio e nella messa in sicurezza dell’area.
Numerosi i mezzi del Servizio di urgenza ed emergenza medica (Suem), giunti immediatamente sul posto. L’intervento dei sanitari è stato tempestivo perché alcuni operatori si trovavano già in zona come supporto alle forze dell’ordine. Uno dei carabinieri deceduti è stato estratto dalle macerie circa mezz’ora dopo l’esplosione.
Le vittime
I tre carabinieri deceduti prestavano servizio due a Padova e uno a Mestre. Lo ha comunicato il sindacato Sim dei carabinieri, che in una nota ha espresso profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie. «Colleghi stimati e amati dai colleghi dove prestavano servizio e dalle comunità, hanno onorato l’uniforme con umiltà, dedizione e altruismo, fino all’estremo sacrificio», ha dichiarato il segretario del sindacato, Antonio Serpi.
«Il dolore per la perdita dei nostri tre colleghi è profondo e colpisce tutta la famiglia dell’Arma. Siamo vicini, con commozione e rispetto, alle famiglie dei militari deceduti, ai colleghi feriti e a tutti coloro che in queste ore stanno operando tra le macerie con il consueto coraggio e spirito di servizio». Sul luogo della tragedia sono accorsi il Questore di Verona, Rosaria Amato, il comandante provinciale dei Carabinieri, Claudio Papagno, e il comandante della Legione Veneto dell’Arma, Giuseppe Di Liso.
I responsabili: tre fratelli già noti alle autorità
La Procura di Verona avrebbe confermato che i responsabili dell’esplosione sarebbero tre fratelli: Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori con gravi problemi economici e ipotecari. La famiglia era già nota alle forze dell’ordine per due episodi simili, avvenuti nell’ottobre e nel novembre del 2024, quando, per opporsi a uno sfratto, avevano saturato di gas la loro abitazione. In una di quelle occasioni, Franco e Maria Luisa erano anche saliti sul tetto, mentre le forze dell’ordine e i vigili del fuoco erano riusciti a evitare il peggio dopo una lunga trattativa.
«Uno è scappato, la donna è in ospedale con ustioni, e anche l’altro fratello è ricoverato. Penso che li arresteremo», ha dichiarato il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, giunto sul posto. «È una tragedia incredibile, dei comportamenti assurdi. Da parte mia c’è un dolore incredibile», ha aggiunto, spiegando che l’operazione delle forze dell’ordine era stata pianificata con la massima prudenza: «Dovevamo eseguire un decreto di perquisizione, si cercavano anche delle bottiglie molotov. Carabinieri e Polizia hanno agito con tutte le attrezzature necessarie, ma l’esito è stato inaspettato e molto doloroso». (In aggiornamento)