L’Italia sotto il 3% di deficit già nel 2026. In manovra aiuti per libri di scuola ai meno abbienti

Lagarde: «Oggi fa degli sforzi molto seri»

L’Italia sotto il 3% di deficit già nel 2026. Un accenno all’obiettivo che anticiperebbe di un anno l’uscita dalla procedura di deficit eccessivo era già stato fatto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Ora a parlarne è anche la presidente della Bce Christine Lagarde. «L’Italia in termini di bilancio oggi fa degli sforzi molto seri, e trovandosi prossimamente al 3% di deficit probabilmente uscirà dal ‘regolamento di co-proprietà’ che ho appena evocato», ha detto in un’intervista nella quale ha parlato anche delle difficoltà del governo francese.

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«Il costo aggiuntivo per il debito francese è aumentato ed è appena sotto quello dell’Italia, non era così qualche trimestre fa», ha detto la presidente Bce, ricordando che la Francia è comunque un debitore «rispettato». Niente più raccomandazioni, rilievi, interventi da realizzare che – come aveva ammesso Giorgetti – «ogni anno fanno notizia e risultano anche politicamente fastidiose». Sarebbe per l’Italia la piena riconquista dell’agibilità sui conti pubblici.

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La prossima manovra economica

Ed è per questo che la prossima manovra economica non potrà che partire da un’attenta previsione dell’andamento delle principali grandezze macroeconomiche dell’Italia, dal Pil al debito e al deficit. Proprio mentre arrivano richieste e proposte da partiti e ministeri, che andranno valutate proprio alla luce delle risorse disponibili e anche rispetto all’obiettivo ambizioso ma a portata di mano, del ritorno ad un deficit sotto il 3%. Le ipotesi sul tappeto sono tante.

Tra calo Irpef per il ceto medio – con il calo di due punti dell’aliquota tra i 28mila ei 60mila euro – e stop all’aumento dell’età per andare in pensione si lavora anche ad una misura pro-famiglie per aiutarle nell’acquisto di libri di scuola. Un intervento pro famiglia -come l’annuncio fatto dalla premier Giorgia Meloni di un piano per le case alle giovani coppie – ma che resterebbe comunque limitato ai meno abbienti.

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La prima ipotesi prevedeva l’arrivo di un ampliamento ai libri di testo delle detrazioni al 19% previste per alcune spese scolastiche, fissando comunque un tetto (di circa 1.000 euro di spese e quindi di 190 euro di sconto) e limitando la platea con l’Isee. Ma questo intervento, in base alle ultime valutazioni fatte, rischierebbe di uscire fuori dal perimetro previsto dal Piano Strutturale di Bilancio, concordato con l’Ue lo scorso anno, che impegna il Paese per almeno un quadriennio.

Si starebbe quindi valutando un’altra ipotesi: quella di inserire l’aiuto nella card «dedicata a te» che è stata inviata ai contribuenti più poveri, quelli con un Isee, l’indicatore che misura la situazione economica, sotto i 15mila euro. L’idea di intervento sui libri è ben accolto dagli editori, che si difendono dall’accusa di rincaro dei testi scolastici: gli aumenti afferma l’Associazione Italiana Editori – sono di gran lunga inferiori all’inflazione. Per le opposizioni, invece, bisogna fare di più. Le detrazioni non bastano, afferma il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia che rilancia invece il disegno di legge avanzato dal suo partito per la gratuità dei libri di testo anche nelle scuole secondarie.

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