Teatro San Carlo, il giudice rinvia la decisione. Ma tra Manfredi e consiglieri è ancora scontro: rispetti democrazia

La Procura apre un fascicolo

Tutto rinviato alla prossima settimana per una possibile schiarita sulla querelle scoppiata dopo la nomina di Fulvio Adamo Macciardi a soprintendente del Teatro San Carlo di Napoli. Ieri il giudice della VII Sezione del Tribunale civile, Francesco Paolo Feo, ha esaminato il caso e poi si è riservato la decisione, dando tempo fino a domani alle parti in causa per depositare le memorie difensive. Il verdetto è atteso per l’inizio della prossima settimana.E, il 3 settembre è prevista, anche l’udienza al Tar Campania. In entrambi i casi i giudici devono stabilire se la nomina di Macciardi è legittima oppure no.

Intanto, anche la Procura della Repubblica di Napoli – parallelamente a quella presso la Corte dei conti – ha aperto un fascicolo sulla gestione del Teatro San Carlo relativamente ad alcuni aspetti che riguardano nomine e utilizzo di fondi. Il fascicolo è senza indagati. L’inchiesta è affidata alla seconda sezione della Procura che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione: delegata per le indagini è la Guardia di Finanza. L’apertura del fascicolo sarebbe stata decisa in seguito alla presentazione di alcune denunce, segnalazioni e articoli di stampa sui quali ora saranno compiuti gli accertamenti. Nel 2022 un’inchiesta venne aperta dalla Corte dei Conti dopo un esposto del consigliere comunale di opposizione Catello Maresca.

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Lo scontro sulla nomina

Per quanto riguarda la vicenda legata alla nomina di Macciardi, avvenuta il 5 agosto con decreto firmato dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, si dovranno dunque attendere ancora alcuni giorni per le decisioni della giustizia civile e amministrativa, ma intanto prosegue lo scontro all’interno del Cdi del Teatro che vede su un fronte il sindaco di Napoli e presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, Gaetano Manfredi, e la consigliera espressione della Città metropolitana, Maria Grazia Falciatore, e dall’altro i due componenti di nomina del Mic, Marilù Faraone Mennella e Gianfranco Nicoletti, e il rappresentante della Regione Campania, Riccardo Realfonzo, fautori della delibera, del 4 agosto, con cui è stato indicato il nome di Macciardi al ministro, che poi l’ha nominato.

Proprio sulla non validità della delibera si poggia il ricorso di Manfredi in sede civile discusso. Per il presidente del Cdi, infatti, quella riunione non avrebbe dovuto aver luogo perché da lui stesso sconvocata per concomitanti impegni istituzionali a Roma: in quello stesso giorno Manfredi era stato infatti chiamato nella Capitale per partecipare a una cabina di regia su Bagnoli, in vista della Coppa America 2027.

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La riunione di martedì

Uno scontro che si è ulteriormente cristallizzato martedì in occasione di una riunione del Cdi, convocata dal presidente per le “determinazioni” relative al decreto ministeriale, nella quale i tre consiglieri hanno nuovamente posto sul tavolo – e votato – il nome di Macciardi per guidare il San Carlo, una mossa che potrebbe così vanificare gli eventuali pronunciamenti del tribunale civile e del Tar in favore di Manfredi, che riguardano la «prima» nomina di Macciardi e non quella di martedì.

La mossa dei tre consiglieri è stata definita da Manfredi (che ha lasciato il Cdi prima della votazione, insieme alla consigliera espressione della Città metropolitana) «inaccettabile dal punto di vista giuridico e amministrativo perché va chiarita, in nome della trasparenza, la legittimità della nomina», sottolineando che «l’autonomia della Fondazione San Carlo è un valore irrinunciabile da tutelare» e che, comunque, «le attività artistiche del Teatro non corrono alcun rischio» a causa di questa situazione di stallo legata alla nomine del vertice.

I consiglieri: Macciardi guida autorevole e capace

«La maggioranza dei componenti del consiglio di indirizzo (Cdi) del Teatro San Carlo ritiene il maestro Macciardi una guida autorevole e capace» affermano invece i tre consiglieri espressione del governo e della Regione Campania – Marilù Faraone Mennella, Gianfranco Nicoletti e Riccardo Realfonzo – in una nota nella quale ribadiscono la validità della nuova votazione di ieri, nella quale hanno riproposto il nome di Macciardi.

«Nel consiglio di indirizzo – continuano – abbiamo cercato di portare avanti una tesi molto semplice: le carte bollate non servono al Teatro, ne minano immagine e reputazione, e, soprattutto, danneggiano i lavoratori, cui serve una governance stabile. Per questo, abbiamo ritenuto opportuno rifare o convalidare la proposta, così da eliminare il contenzioso e, soprattutto, togliere ogni alibi a chi ha fatto i ricorsi. Il sindaco – spiazzato, evidentemente, da una decisione costituente un ostacolo alla sua strategia di guadagnare tempo nelle aule di giustizia – ha sostenuto che il consiglio di indirizzo non potesse votare su questo punto, perché non era all’ordine del giorno».

Il confronto con il sindaco e le critiche alla sua posizione

«Abbiamo chiesto lumi ai revisori (organo di garanzia), e la presidente del Collegio (magistrato della Corte dei Conti) ha risposto che il consiglio poteva certamente deliberare. E così è stato. A maggioranza, certo. Senza il voto favorevole del Presidente, purtroppo. Ma è la democrazia, e va rispettata. Senza scappare. Senza disertare la riunione che si era convocata. Senza fare, il giorno dopo, una narrazione non aderente alla realtà». I tre consiglieri contestano infatti alcune dichiarazioni di Manfredi riportate dagli organi di informazione.

«Prendiamo atto – scrivono – che considera il Sovrintendente Macciardi – che, com’è noto, è il presidente dell’Associazione Nazionale delle Fondazioni lirico-sinfoniche (immaginiamo scelto per questo ruolo in forza delle sue competenze) – guida non autorevole e incapace di garantire gli standard qualitativi raggiunti negli ultimi anni, tanto da spingere alla ricerca di un nome alternativo. Dispiace averlo appreso dai giornali perché, prima d’oggi, non aveva mai formulato rilievi critici sulla persona: nessuna valutazione di merito negativa, ma solo critiche alle modalità procedurali prescelte. Come chiunque potrà constatare, non c’è una sola parola al riguardo neppure nel verbale dell’ultima riunione del consiglio di indirizzo. A ogni buon conto, rispettiamo l’opinione del sindaco, ma non è la nostra, e speriamo voglia convenire che la sua è un’opinione in minoranza».

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