Torri Aragonesi, la mensa del Carmine sotto accusa: «Facciamo la nostra parte per i bisognosi»

Padre Francesco a ilSud24: «Poveri purtroppo continuano ad aumentare»

Dopo l’incendio divampato alla Torre Spinella, raccontato nei giorni scorsi da ilSud24.it, il tema delle Torri Aragonesi torna caldo in città. Il fossato che circonda i due antichi bastioni – Brava e Spinella, parte del vecchio sistema di difesa del Carmine – è tornato a essere una discarica a cielo aperto.

Secondo quanto riportato da Paolo Popoli su «La Repubblica – Napoli» – e in parte già raccontato nel nostro precedente articolo – nonostante nel 2022 siano state installate reti e rimosse oltre 30 tonnellate di rifiuti, l’area è nuovamente fuori controllo. Per motivi igienico-sanitari, gli operatori ecologici non possono scendere nel fossato né rimuovere le siringhe. Di fatto, lo spazio è diventato territorio di nessuno, rendendo impossibile qualsiasi intervento di pulizia ordinaria.

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Il post-denuncia della pagina Facebook “Fatti di Napoletani perbene”, che ha raccolto anche le voci di esponenti istituzionali, individua tra le cause del degrado la presenza della mensa del Carmine, che ogni giorno distribuisce oltre 500 pranzi in confezioni monouso. Quei sacchetti, spiegano, vengono spesso consumati sul posto e abbandonati nei giardini e nei fossati, alimentando l’emergenza rifiuti e attirando colonie di topi.

Le accuse alla mensa del Carmine

L’assessore comunale alle Politiche Sociali, Luca Trapanese, ha spiegato che «la situazione non potrà migliorare finché la mensa del Carmine continuerà a distribuire pasti con le modalità attuali». Ha ricordato che «prima del Covid si mangiava seduti, oggi invece si consegnano sacchetti da asporto che finiscono ovunque».

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Trapanese ha aggiunto che «il Comune ha già speso oltre 2 milioni per la pulizia» e che «una proposta di collaborazione con la mensa per il recupero dei contenitori non è mai stata accolta». Secondo lui, «il risultato sono rifiuti ovunque, topi, sporcizia». E ha concluso: «Il Covid è finito, ma non si è mai tornati a un servizio dignitoso. Distribuire sacchetti è più comodo, ma ha conseguenze devastanti per il territorio».

Il punto di vista della mensa del Carmine

Raggiunto da ilsud24.it, padre Francesco Sorrentino, reggente della mensa Diocesana del Carmine, ha spiegato che «la mensa del Carmine sta cercando di fare la sua parte offrendo un pasto caldo ai fratelli bisognosi, che purtroppo continuano ad aumentare». Ha ricordato che «da quando ne ho memoria, le Torri Aragonesi sono sempre state un luogo di tristezza e sofferenza, dove molti senzatetto, tossicodipendenti e alcolisti hanno cercato riparo». Secondo padre Sorrentino, «questi spazi, un tempo simboli di forza e protezione, sono stati usati come angoli bui di disperazione».

Il sacerdote ha ribadito che «proprio perché la nostra associazione offre cibo agli indigenti in nome dell’amore, così come ci insegna Gesù, sentiamo il bisogno di collaborare con le autorità competenti, affinché possiamo affrontare insieme questa crescente emergenza». Ha concluso sottolineando che «noi desideriamo trattare gli ultimi degli ultimi con rispetto e dignità e chiediamo di poter mettere in pratica i principi del Vangelo».

La complessità della vicenda è confermata anche dall’assessore alle Politiche Sociali della Municipalità II, Salvatore Iodice. Per Iodice, «la situazione richiede tavoli di concertazione tra le parti», perché «i problemi sono tanti: verde, senzatetto, droga, mensa, torri inagibili, impianti fermi». Ha precisato che «la Municipalità 2 non ha competenza sull’area, ma non si è mai tirata indietro».

Gli interventi previsti e le possibili soluzioni

Nel frattempo, il Demanio – proprietario dell’area – ha annunciato l’intenzione di colmare il fossato. L’obiettivo è «riportare il livello del suolo per consentire una pulizia quotidiana». Il Comune, tramite l’assessore all’Igiene urbana Vincenzo Santagada, ha spiegato che «è in corso un piano di derattizzazione in collaborazione con Asia Napoli» e che «è stata proposta la recinzione dell’area, con possibilità di affidarla ad associazioni interessate alla gestione». Ma Santagada ha anche avvertito che «senza un intervento strutturale, il rischio è solo spostare il problema altrove».

La questione delle Torri Aragonesi non è più soltanto un problema di decoro urbano, ma un’emergenza igienico-sanitaria e sociale. Il Demanio intende intervenire, anche se questo significherà modificare una delle caratteristiche storiche del sito, il fossato. Al momento non è ancora noto il progetto di copertura: un’ipotesi interessante, per salvaguardare la storicità del monumento e aumentarne l’attrattiva turistica, potrebbe essere una copertura trasparente, con illuminazione dal basso, per valorizzare le torri e aumentare la visibilità della zona nelle ore serali.

Spetta ora a Comune, mensa del Carmine, fondazioni e associazioni collaborare per trasformare l’intervento in un’occasione concreta di recupero di un’area da troppo tempo abbandonata.

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