Chiedono chiarezza anche su alcune criticità
«Tentare di bloccare l’atto di nomina del sovrintendente, significherebbe provare a decapitare nuovamente la Fondazione, arrecandole un danno enorme, privandola ancora del vertice amministrativo». Si conclude così una lunga lettera inviata al sindaco di Napoli e presidente della Fondazione del Teatro San Carlo, Gaetano Manfredi, dai tre membri del Consiglio di Indirizzo (due di nomina governativa e uno espressione della Regione Campania) che, lunedì sera, hanno proposto al ministro della Cultura, che l’ha decretata, la nomina di Fulvio Adamo Macciardi a sovrintendente del Massimo napoletano.
I tre consiglieri – Maria Luisa Faraone Mennella, Giovanni Francesco Nicoletti e Riccardo Realfonzo – nella lettera segnalano «alcune circostanze oggettive concernenti l’attuale assetto dell’Ente (la Fondazione – ndr) che determinano una situazione gravissima, nonché criticità di alcune azioni della Presidenza e della attuale gestione che suscitano grande preoccupazione».
Il riferimento è «al fatto che la Fondazione Teatro San Carlo è priva di vertice da molto tempo» e che era stato deciso di individuare il nuovo sovrintendente «entro luglio», visto che il precedente era scaduto a marzo («a questo proposito, anzi, chiediamo di conoscere se il facente funzioni di Direttore a suo tempo nominato abbia continuato a svolgere le funzioni, percependo la relativa retribuzione, la qual cosa sarebbe grave»).
Inoltre, anche «i Revisori dei conti sono anch’essi scaduti da settimane». In questo contesto, continuano i tre consiglieri, «lei ha ritenuto di convocarci solo per il 4 agosto, salvo poi manifestarci la sua impossibilità a partecipare appena un’ora prima della riunione. Essendo nota con diversi giorni di anticipo la convocazione dell’impegno romano, peraltro previsto per il pomeriggio, perché non ci ha informati prima e non ha verificato prima la possibilità di un diverso orario, data la situazione di urgenza e la espressa nostra richiesta di una convocazione del consiglio d’urgenza?». «Nella consapevolezza che la mancanza del Sovrintendente determina una sostanziale paralisi operativa della Fondazione», la lettera si conclude con l’invito a «non tentare di bloccare» la nomina di Macciardi.