È scontro sul piano di rientro sanitario tra Napoli e Roma
Ricorrerà alla magistratura «sia amministrativa che penale» il governatore Vincenzo De Luca contro la decisione del governo di dire no all’uscita della Campania dal piano di rientro sanitario, che costa alla Regione 200 milioni l’anno. Un atto, dice, di «delinquenza politica». Accuse che il ministero della Salute respinge al mittente: «Prosegue l’affiancamento per l’uscita della Campania dal piano di rientro» ma «permangono indicatori non rispettati». «Qualsiasi narrazione di ‘delinquenza politica’ – rileva il ministero – risulta priva di fondamento, e appare lesiva del lavoro tecnico congiunto portato avanti da Regione, Mef e ministero della Salute».
Lo scontro nella riunione interministeriale
Lunedì, a Roma, si è tenuta la riunione interministeriale che doveva decidere sulla questione e, mentre il ministero dell’Economia ha riconosciuto i progressi fatti dalla Regione sul piano dei conti, avendo conseguito e mantenuto l’equilibrio di bilancio, il ministero della Salute ha eccepito sul mancato raggiungimento di diversi indicatori e posto il suo ‘no’ vincolante.
In particolare, viene spiegato dal dicastero di Schillaci, se da un lato «è stato rilevato il raggiungimento di alcuni obiettivi legati alla rete delle cure palliative, alla rete dei punti nascita e a quella senologica», dall’altro una verifica svolta lo scorso 10 luglio ha pure evidenziato «il mancato raggiungimento delle soglie minime per screening mammografico e colon-retto così come un ritardo grave nella copertura della rete residenziale anziani, che mantiene la Campania ultima in Italia su questo indicatore». Il ministero della Salute, «in linea con i dati oggettivi, ha espresso la disponibilità a rimodulare l’obiettivo legato alla rete residenziale e la disponibilità a una dilazione dei tempi del programma operativo, senza mettere in discussione la validità dei miglioramenti avviati».
De Luca promette ricorsi e denuncia per concussione
De Luca, che già lunedì a Roma aveva manifestato ad una delegazione di sindaci la sua insoddisfazione, definendo «inaccettabile e pretestuosa» la posizione del governo, oggi rincara la dose. «Non sono deluso, me lo aspettavo. Sono indignato, ho il sangue agli occhi, è una vergogna, è un atto irresponsabile di delinquenza politica. Non c’è nessun motivo, nessuno», ha detto, ricordando che «la Campania, insieme a Veneto e Lombardia, è l’unica regione italiana in equilibrio di bilancio da dieci anni a questa parte».
«Parlavamo lunedì a Roma – ha aggiunto – ed era un muro di gomma, perché avevano già deciso di bloccare l’uscita della Campania dal piano di rientro. È un ricatto politico, al limite della provocazione: una discriminazione, con pretesti vergognosi, alla quale ci opporremo in sede civile e penale. Ovviamente stiamo preparando il ricorso al Tar, ma questa volta farò anche una denuncia per concussione nei confronti dei dirigenti che hanno assunto questa posizione priva di ogni motivazione. È intollerabile, è veramente una vergogna».
L’inedito sostegno di Forza Italia
E nella sua battaglia per uscire dal piano di rientro, De Luca trova questa volta il sostegno di Forza Italia (lo stesso inedito asse si è avuto ieri anche per la nomina del nuovo sovrintendente del San Carlo): «Il Ministero della Salute riveda la sua valutazione», ha detto Fulvio Martusciello, europarlamentare e segretario regionale di Forza Italia. «La Campania deve uscire dal piano di rientro e tornare a un regime ordinario. Non comprendiamo la decisione. Ma su un tema cruciale come quello della sanità, lo dico chiaramente: la Campania non accetta disparità di trattamento».
Fratelli d’Italia attacca De Luca: «È lui il fallimento»
Di parere diametralmente opposto il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone: «L’unico a doversi denunciare sarebbe proprio De Luca, che ha cercato di intimidire ben sapendo che non c’erano i parametri per uscire dal piano di rientro sanitario. E’ un’altra certificazione del suo fallimento che vorrebbe far passare per una ritorsione politica del Governo». «Solita storia – prosegue Iannone – che ormai ha stancato: trova le scuse più surreali per cercare di giustificare uno stato della sanità campana che versa in condizioni vergognose. Anche su questo farà la fine che ha fatto sul terzo mandato: va per suonare e rimarrà suonato».
La posizione finale del ministero della Salute
Dal canto suo, il ministero della Salute fa sapere che «continuerà ad accompagnare la regione Campania nel percorso verso la piena uscita dal piano di rientro, con spirito costruttivo, basandosi esclusivamente su indicatori misurabili, rispetto istituzionale e tutela concreta della salute dei cittadini campani». E rispetto alla «narrazione di ‘delinquenza politica’», la considera «priva di fondamento e lesiva del lavoro tecnico congiunto portato avanti da Regione, Mef e Ministero della Salute».