Contro l’emergenza misure alternative e prefabbricati
Un nuovo piano contro il sovraffollamento nelle carceri è pronto ad approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri. A meno di un mese dall’ultimo degli appelli lanciati dal presidente della Repubblica, il governo è pronto mettere in campo nuove misure per correre ai ripari per l’emergenza negli istituti penitenziari del Paese.
Misure alternative per diecimila detenuti
In campo anche un decreto che prevede misure alternative per la potenziale uscita dal carcere di diecimila detenuti: tra le ipotesi ancora al vaglio ci sono anche misure per coloro che, solo nel caso di reati non ostativi, sono in attesa di giudizio o per i carcerati con pene residue minime. C’è poi il disegno di legge che dà la possibilità di assegnare i domiciliari o la collocazione nelle comunità ai carcerati tossicodipendenti e alcoldipendenti, fino ai piani di edilizia carceraria, anche ‘modulare’.
Il nodo della riforma della magistratura
Ma quello del decongestionamento delle carceri non è l’unico tema discusso a Palazzo Chigi dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, alle prese con l’approvazione in Parlamento della riforma della separazione delle carriere dei magistrati. Dopo il via libera del provvedimento al Senato, potrebbero essere previsti tempi ancora più brevi: l’obiettivo massimo sarebbe di arrivare al referendum sulla nuova legge costituzionale nel febbraio dell’anno prossimo.
Quanto alle carceri già la scorsa settimana il Guardasigilli aveva annunciato l’istituzione di una task force dopo aver attivato interlocuzioni con la magistratura di sorveglianza e con i singoli istituti per favorire la definizione delle posizioni di 10.105 detenuti cosiddetti definitivi, potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione in carcere: sono quelli con pena residua sotto i 24 mesi, per reati diversi da quelli ostativi – di cui all’articolo 4 bis della legge di ordinamento penitenziario – e che negli ultimi dodici mesi non hanno riportato sanzioni disciplinari gravi. Il decreto riguarderà anche modifiche a tempi e numeri sulla concessione della corrispondenza telefonica dei detenuti.
All’ordine del giorno in Cdm c’è anche il disegno di legge con disposizioni in materia di detenzione domiciliare per il recupero di detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti, che punterà a rafforzare quanto già disposto con un provvedimento dello scorso anno, in cui si annunciava la definizione di un albo delle comunità idonee ad ospitare minori e tossicodipendenti dal carcere alla comunità.
Sovraffollamento oltre i limiti e risposte strutturali
Quel progetto però sembra non aver portato i risultati sperati finora: il numero di carcerati, oltre 62mila, non accenna a diminuire a fronte dei quasi 47mila posti disponibili. Da qui la definizione di norme precise e stringenti.
Piano di edilizia carceraria e moduli prefabbricati
Resta infine il piano di edilizia carceraria, che è nelle mani del commissario Marco Doglio, alle prese con l’ampliamento di grandi istituti come Rebibbia, Milano Opera e Bollate, Cagliari e Bologna.
L’idea di riconversione delle caserme, pur messo in pratica al momento in pochi casi come quello di Grosseto, sembra lasciare spazio alla proposta di realizzazione dei moduli prefabbricati, che si aggiungeranno negli istituti. Nelle previsioni saranno realizzati gradualmente i primi 1.500 moduli con l’installazione già di 400 in via sperimentale. In questo senso sono stati effettuati sopralluoghi negli istituti ad Opera e Voghera. Si tratta di una soluzione edilizia già adottata in altri Paesi europei che permetterebbe di affrontare con maggiore rapidità la questione dell’ampliamento delle strutture carcerarie.
Esclusi indulto e amnistia, avanti con la semplificazione
L’Esecutivo resta quindi fermo sui suoi passi: nessun indulto – come chiede anche una parte delle opposizioni e le associazioni – o forma di amnistia mascherata, ma progetti di snellimento burocratico. Riguardo ai calcoli sulla concessione di misure alternative non si esclude l’ipotesi di utilizzare gli impiegati che lavorano agli uffici matricole delle carceri (i cosiddetti ‘matricolisti’) per eseguire i conteggi delle pene residue, agevolando il lavoro degli uffici giudiziari: una proposta arrivata tempo fa dallo stesso Garante dei detenuti.