Secondo il clan avrebbe venduto armi senza avere il permesso
I carabinieri di Torre Annunziata (Napoli) hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di una persona gravemente indiziata di omicidio, aggravato dalla premeditazione nonché dal metodo mafioso e dalla finalità dell’agevolazione del clan camorristico D’Alessandro, attivo a Castellammare di Stabia.
Si tratta di Vincenzo Ingenito, che avrebbe impartito l’ordine di uccidere Pasquale Aiello, assassinato a Castellammare di Stabia l’8 gennaio 2007. La vittima venne raggiunta da vari colpi d’arma da fuoco: Aiello, 49 anni, ritenuto affiliato al clan camorristico dei D’Alessandro, venne ucciso con tre colpi di arma da fuoco sparatigli contro dai sicari che, nel cuore della notte, avevano bussato alla sua abitazione.
La ricostruzione degli inquirenti
La decisione di eliminare Pasquale Aiello, secondo gli inquirenti, fu presa in un palazzo abbandonato di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, nel corso di un summit a cui avrebbe preso parte anche Vincenzo Ingenito convocato sette giorni prima dell’agguato. I vertici della famiglia D’Alessandro, sarebbe emerso dalle indagini, lo ritenevano colpevole di avere venduto le armi del clan senza averne avuto il permesso.
Ingenito, 48 anni, è detenuto, tra l’altro, in quanto ritenuto il mandante dell’omicidio di Pietro Scelzo (alias ‘o nasone), ucciso tra i vicoli del rione Capo Rivo di Castellammare di Stabia il 18 novembre 2006. Sua moglie è la sorella della moglie di Luigi D’Alessandro, 52 anni, detenuto al 41bis, è un elemento di vertice dell’omonimo clan.
Per punire Aiello quella notte, il killer, si recò a casa della madre di Aiello, dove l’obiettivo del raid viveva, e, fingendo di dover consegnare delle pizze, si fece aprire l’uscio prima di sparare con una pistola calibro 7,65. A bordo di una moto, in strada, altri due complici, attendevano il sicario per agevolargli la fuga.