Duemila anni tra archeologia, salute e rinascite urbane
Nei Campi Flegrei sorgono le meravigliose Terme di Agnano, un complesso che intreccia millenni di storia con l’arte del benessere. Qui le antiche sorgenti sulfuree continuano a offrire il loro rimedio naturale, mentre le rovine greche e romane raccontano una tradizione termale di altissimo livello, conosciuta in tutta Italia e non solo.
- Le origini greche e l’età romana
- Le vasche e la Grotta del Cane
- Abbandono, prosciugamento e rinascita ottocentesca
- La rinascita del Novecento
- Tra congressi e studi scientifici
- Dalla guerra agli anni Sessanta
- Scavi e nuova valorizzazione nel nuovo millennio
- Un’oasi di benessere tra natura e archeologia
- Trattamenti e archeopercorsi
- Il futuro del complesso
Le origini greche e l’età romana
Risalgono al IV–III secolo a.C. i primi resti greci: tempietti in tufo con segni di maestranze ellenistiche, rinvenuti tra le colline vicine. In epoca romana, probabilmente sotto Adriano, tra il 117 e il 138 d.C., sorse un imponente complesso termale, articolato su terrazzamenti lungo il versante del Monte Spina, con frigidarium e ambienti per bagni caldi.
Le vasche e la Grotta del Cane
Tra gli ambienti oggi ammirabili spiccano due vasche: una rettangolare e una semicircolare, ornate con statue di Ganimede, Venere, Ermes e Dioniso. Non lontano si trova la bellissima “Grotta del Cane”, un’antica cavità utilizzata forse per bagni termali e nota per le emissioni di anidride carbonica.
Abbandono, prosciugamento e rinascita ottocentesca
Nel Medioevo, la zona venne abbandonata e sommersa da un lago naturale. L’intenso prosciugamento tra il 1865 e il 1870 riportò alla luce le sorgenti termali: 72 fonti emersero con acque da 40 °C a 80 °C, di natura sulfurea, ferruginosa e calcareo-salina. Questo intervento sanò anche la malaria, restituendo terreno fertile e aria salubre alla piana.
La rinascita del Novecento
Agli inizi del Novecento, un gruppo di imprenditori, tra cui Ricciardi, Borrelli, Mannajuolo e Guarracino, avviò il recupero dell’area. Tra il 1909 e il 1920, l’ingegnere Mellucci e l’architetto Giulio Ulisse Arata realizzarono un complesso termale innovativo, esemplare per l’epoca.
Tra congressi e studi scientifici
Negli anni ’20 divennero sede di convegni e di studi idroclimatologici; si affermarono come modello europeo di centro termale.
Dalla guerra agli anni Sessanta
Durante la Seconda Guerra Mondiale il complesso venne occupato dagli americani come base militare e, negli anni ’60, l’architetto Giulio De Luca demolì gran parte delle strutture liberty, sostituendole con un hotel in stile brutalista; di quell’epoca rimane solo l’arco d’ingresso originario.
Scavi e nuova valorizzazione nel nuovo millennio

A metà degli anni 2000 ripresero gli scavi archeologici e fu allora che riaffiorarono terme romane e resti ellenistici. Successivamente, il 13 luglio 2011, il sindaco Luigi De Magistris inaugurò le piscine esterne a sfioro: sei vasche con idromassaggio, su un’area di oltre 60 ettari.
Un’oasi di benessere tra natura e archeologia
Oggi il complesso, immerso in un parco verde di castagni e olmi, offre 5 piscine coperte, 2 all’aperto, saune finlandesi, percorsi benessere, ristorante e bar.
Trattamenti e archeopercorsi
Oltre ai tradizionali trattamenti come fanghi, massaggi, cure inalatorie convenzionate con il SSN, il centro organizza archeopercorsi con visite guidate del Gruppo Archeologico Napoletano. Questi itinerari portano a scoprire la Grotta del Cane, le terme ellenistiche, i bagni romani, accompagnati da ricostruzioni storiche e degustazione di mulsum.
Il futuro del complesso
Il complesso è oggi in discrete condizioni esterne, e progetti futuri prevedono un incremento dei fabbricati e un migliore utilizzo dell’area verde per eventi culturali e congressi. Esso, oltre ad essere un monumento archeologico unico tra i più vasti centri termali d’Europa, offre, in una sola visita, l’esperienza autentica dell’anima vulcanica e rigeneratrice di Napoli.