Un viaggio nell’introspezione e nella crescita personale
Classe ’82, Ghemon, pseudonimo di Giovanni Luca Picariello, nato ad Avellino, è un cantante e rapper importante nel panorama della musica italiana. Il nome Ghemon deriva dal celebre personaggio Goemon Ishikawa XIII della serie Lupin III, a cui l’artista si ispirò per il suo alter ego musicale. L’ingresso di Ghemon nella cultura hip hop avverrà nel ’95 attraverso il graffitismo, una passione coltivata fino al 2001. Inizialmente firmerà i suoi lavori con la tag «Kal», nome suggerito da Mobie, suo compagno nel collettivo «Kella cessa ’e soreta», poi rinominato «Vandalos».
- Dalla radio al duo Sangamaro
- Dal collettivo Soulville alla carriera da solista
- Il consolidamento artistico
- Tra sperimentazione e tributi alla cultura hip hop
- «E poi, all’improvviso, impazzire»: il viaggio tra amore e introspezione
- Tra Blue Nox e nuove sonorità
- L’anno dei cambiamenti e collaborazioni
- «Orchidee»
- Dalla depressione alla consapevolezza
- Il libro: l’autobiografia
- Sanremo 2019
- Il V album: Scritto nelle stelle
- «Una cosetta così»
- Il brano dell’artista: Sindrome di Stoccolma
- Il testo
A causa della somiglianza con la tag del writer napoletano Kaf, molto attivo all’epoca, sarà costretto a cambiarla in «Esimo», poi ridotta a «Esi». Un percorso che segnerà l’inizio della sua evoluzione artistica. Grazie al consiglio del cugino, Gianluca Picariello entrerà in contatto con la musica italiana, appassionandosi a Litfiba e Ligabue. Tuttavia, sarà l’hip hop a catturarlo veramente, portandolo a scrivere i suoi primi testi, spesso prendendo spunto dai lavori di J-Ax, come racconterà più tardi in «Giorno dopo giorno», brano del 2006.
Dalla radio al duo Sangamaro
Ghemon inizierà il suo percorso artistico con il programma radiofonico Venerdì rappa (poi One-Two One-Two), condotto da Albertino, che darà visibilità all’hip hop italiano, promuovendo artisti come Neffa e gli Articolo 31. Nel 1996 entrerà nei 15 Barrato, un gruppo che canterà in dialetto irpino, ma nel 1997 lascerà per fondare «Sangamaro» con l’amico Domenico. Il duo, nato da un incontro casuale, pubblicherà nel 2000 il demo «Bloodstains», accolto positivamente dalla critica musicale.
Pochi anni dopo, il rapper si tatuerà sulla spalla destra un carattere giapponese che significa «conoscere» o «essere». Questo simbolo ispirerà l’aggiunta di «Scienz» al suo pseudonimo, un’idea che rifletterà il suo desiderio di trasmettere conoscenza e saggezza attraverso la musica. Il tatuaggio diventerà così un punto di svolta nella sua carriera, dando nuova forza alla sua identità artistica.
Dal collettivo Soulville alla carriera da solista
Nel 2002 Giovanni Picariello, meglio conosciuto come Ghemon, si trasferirà a Roma per studiare giurisprudenza presso la Luiss Guido Carli. Tuttavia, l’adattamento alla grande città non sarà semplice. La vita nella capitale, caotica e dispersiva, rappresenterà una sfida per il rapper originario di Avellino, che affronterà il distacco dalla sua città natale e le difficoltà di un fuorisede. Tali esperienze saranno espresse nella traccia «La politica del tempo (Johnny)», contenuta nell’album «La rivincita dei buoni» (2007), in cui il rapper rifletterà sull’allontanamento e sull’integrazione nella nuova realtà.
Nel frattempo, la sua carriera musicale prenderà il largo. Dopo una breve parentesi con il gruppo Sangamaro, che si scioglierà senza lasciare traccia, nel 2005 Ghemon entrerà a far parte di Soulville, un collettivo musicale che mescolerà soul e hip hop consapevole, ispirato a nomi come Common e Blackalicious. Durante questo periodo, Ghemon parteciperà a varie collaborazioni con artisti del panorama underground e contribuirà a diverse raccolte.
Nel 2006 Soulville pubblicherà il suo primo EP, «Ufficio immaginazione», disponibile in download gratuito, che riscontrerà un buon successo, raccogliendo oltre 3.000 download e ricevendo apprezzamenti sia dalla critica che dal pubblico per la sua scrittura raffinata e il suo stile autentico. Nonostante il successo, nel 2006 Ghemon deciderà di lasciare il progetto Soulville per intraprendere una carriera solista che lo consacrerà come uno dei principali protagonisti dell’hip hop italiano.
Il consolidamento artistico
Nel marzo del 2007 Ghemon farà il suo ingresso ufficiale nel panorama musicale con il mixtape «Qualcosa cambierà Mixtape», un progetto completamente autoprodotto e distribuito, con la supervisione del DJ Fester Tarantino (Gente de Borgata). Il mixtape, che anticiperà l’uscita del suo primo album ufficiale «La rivincita dei buoni», includerà 20 tracce, di cui solo 11 inedite, e vanterà importanti collaborazioni con rapper e produttori affermati a livello nazionale e internazionale.
Pochi mesi dopo, Ghemon consoliderà il suo successo con l’album «La rivincita dei buoni», distribuito da The Saifam Group. Questo disco confermerà il suo talento, delineando uno stile unico che lo distinguerà da molti altri artisti della scena hip hop italiana. L’impatto dei due lavori sarà decisamente positivo e, nel novembre dello stesso anno, Ghemon riceverà il riconoscimento come «Hip Hop Brand New Artist 2007» durante la decima edizione del Meeting delle Etichette Indipendenti a Faenza, organizzato dalla rivista Basement Magazine. Un traguardo che segnerà l’inizio di una carriera di successo e di continua evoluzione per l’artista.
Tra sperimentazione e tributi alla cultura hip hop
Nel maggio del 2008 Ghemon rivelerà l’intenzione di creare un EP sperimentale in collaborazione con Macro Marco. Il progetto, intitolato «Cuore + pistola», segnerà un distacco dalle convenzioni dell’hip hop tradizionale, proponendo basi prive di batteria, bassi o sintetizzatori. In sostanza, il rapper avrebbe inciso le sue strofe direttamente sui campioni originali, senza l’aggiunta di nuovi elementi sonori. Sebbene una traccia, «Splende in eterno», sarà già disponibile su MySpace, il 7 luglio dello stesso anno Ghemon annuncerà, tramite il suo blog, che l’EP sarebbe stato posticipato, promettendo in cambio una «grande sorpresa» per i suoi fan.
Nel frattempo, l’artista si unirà al progetto Renegades of Funk, allegato al libro omonimo di «U.Net», che celebrerà le radici della cultura hip hop, nata nelle strade del Bronx negli anni ’70. In questa occasione, Ghemon collaborerà con Kiave, DJ Lugi e Macro Marco alla creazione di «Peace Unity & Having Fun», traccia che omaggerà la leggenda dell’hip hop «Afrika Bambaataa». Il titolo della canzone sarà un tributo a Bambaataa, rifacendosi in parte al famoso ritornello del brano Unity, dove il messaggio di «Peace, unity, love, and having fun» diventerà il manifesto di un movimento culturale che Ghemon non smetterà di celebrare.
«E poi, all’improvviso, impazzire»: il viaggio tra amore e introspezione
Dopo aver sospeso la realizzazione del suo EP «Cuore + pistola», Ghemon si dedicherà a un nuovo progetto musicale, questa volta in collaborazione con il DJ Tsura e il produttore Fid Mella. Tsura lo accompagnerà spesso nei suoi concerti, mentre Mella contribuirà alla realizzazione di brani in «Qualcosa cambierà Mixtape» e «La rivincita dei buoni». Insieme, fonderanno il gruppo «Ghemon & The Love 4tet», dando vita a ben 32 tracce, di cui 23 entreranno a far parte del loro unico album, «E poi, all’improvviso, impazzire».
Alcuni brani non inclusi nel disco verranno pubblicati in seguito, mentre altri resteranno ancora inediti. Nel settembre 2008 Ghemon avvierà un concorso fotografico sul suo blog, invitando i fan a inviare le loro foto per avere la possibilità di vederle utilizzate come copertina dell’album. Purtroppo, nessuna delle immagini proposte soddisferà le aspettative del gruppo, e alla fine la copertina sarà scelta tra gli scatti del fotografo Piero Marsili Libelli.
Pubblicato il 18 febbraio 2009, «E poi, all’improvviso, impazzire» sarà un album che esplorerà temi legati all’amore, alle dinamiche interpersonali e alle relazioni con il mondo femminile. Con questo lavoro, Ghemon confermerà ancora una volta il suo talento particolare, offrendo testi emozionanti, profondi e mai scontati. Il disco sarà arricchito dalle collaborazioni di vari artisti, tra cui Fid Mella, Tsura, i membri della Blue Nox e il sassofonista Augusto Pallocca.
Le performance di tutti questi musicisti contribuiranno a creare un sound originale e ricercato, che conquisterà sia il pubblico che la critica. L’album sarà accolto positivamente, con il sito Rockit.it che lo definirà «quasi perfetto», lodando le produzioni raffinate, i testi intensi e le metriche ben costruite. Il titolo dell’album farà riferimento alla quantità di brani creati in un breve periodo, e Ghemon stesso spiegherà in un’intervista che la musica è stata una sorta di «terapia» per lui, un modo per evitare di «impazzire».
Tra Blue Nox e nuove sonorità
Nel 2009 Ghemon sarà impegnato in numerosi concerti in tutta Italia e parteciperà alla creazione del collettivo Blue Nox, insieme ad altri artisti come Kiave e Mecna. Il gruppo darà vita a un blog che, oltre a notizie su musica e cultura, renderà disponibili tracce gratuite, tra cui alcune di Ghemon, come l’EP «Embrionale» e i brani «G-H-E-M-O-N» e «Traccia #2», caratterizzati da sonorità live e senza l’uso di campionamenti.
Nel 2010 Ghemon lancerà il videoclip di «Goccia a goccia», tratto dal suo album «E poi, all’improvviso, impazzire», e avvierà «Radio Fantasma», un programma su Supreme Radio, dove approfondirà la sua visione musicale. Sempre nello stesso anno, pubblicherà l’EP «Embrionale», un omaggio al compositore Jon Brion, caratterizzato da un sound sperimentale e privo di elementi tipici dell’hip hop. Il disco sarà distribuito in edizione limitata, con tracce bonus, diventando un pezzo raro per i collezionisti.
L’anno dei cambiamenti e collaborazioni
Nel gennaio del 2012 Ghemon lancerà il suo terzo album, «Qualcosa è cambiato – Qualcosa cambierà Vol. 2», un seguito del mixtape «Qualcosa cambierà Mixtape» del 2007. Dopo l’uscita di quest’ultimo, l’artista annuncerà un nuovo lavoro, «440/Scritto nelle stelle», che avrebbe dovuto segnare la fine della sua carriera nel rap. Ghemon esprimerà il desiderio di allontanarsi dal genere, pur continuando a fare musica, che considererà il mezzo più potente per esprimere sé stesso.
Tuttavia, l’uscita dell’album in questione non si concretizzerà, e nel marzo 2013 Ghemon smentirà la notizia in modo informale tramite un tweet, lasciando intendere che il progetto sarebbe stato pubblicato solo quando sarebbe stato pronto.
Nel corso dello stesso anno, l’artista collaborerà con Syria per il brano principale della colonna sonora del film «Come non detto» e, qualche mese dopo, unirà le forze con Bassi Maestro e il produttore Marco Polo per dar vita all’EP «Per la mia gente – For My People». Il progetto riscuoterà un grande successo, portando Ghemon in un lungo tour in tutta Italia, accompagnato da Bassi Maestro al microfono e da Marco Polo come DJ. A ottobre dello stesso anno, Ghemon parteciperà anche al remix di «Teoria e pratica» di Fabri Fibra, un brano che anticiperà l’uscita dell’EP «Casus belli» del rapper pesarese, con la partecipazione di Mecna.
«Orchidee»
Nel giugno 2013 Ghemon collaborerà con Neffa per una nuova versione di «Dove sei», che sarà inclusa come bonus track digitale nell’album «Molto calmo» di Neffa. Pochi mesi dopo, il 4 agosto, il rapper rivelerà il titolo del suo terzo album solista, «Orchidee», attraverso un post su Twitter. Successivamente, l’11 dicembre, pubblicherà la raccolta digitale «Aspetta un minuto», una selezione di tracce inedite insieme a pezzi registrati tra il 2006 e il 2012. A maggio 2014 Ghemon ufficializzerà l’uscita dell’album «Orchidee» il 27 dello stesso mese. Contestualmente, presenterà «Adesso sono qui», il singolo che anticiperà il disco, accompagnato anche dal relativo videoclip.
Dalla depressione alla consapevolezza
Il 22 settembre 2017 Ghemon rilascerà il suo quarto album in studio, «Mezzanotte», un lavoro che segnerà un’importante tappa della sua carriera. Il tema centrale dell’album sarà la lotta contro la depressione, una battaglia personale che il rapper e cantante ha affrontato in prima persona. La malattia, che lo colpirà nel gennaio del 2016, lo costringerà a confrontarsi con un dolore emotivo profondo, ma grazie a un percorso di cura farmacologica, Ghemon supererà il periodo buio, uscendo dalla depressione nel maggio del 2019.
Il libro: l’autobiografia
L’8 marzo 2018 l’artista deciderà di aprirsi ulteriormente pubblicando la sua prima autobiografia, «Io sono. Diario anticonformista di tutte le volte che ho cambiato pelle». In questo libro, Ghemon racconterà la sua evoluzione, tra esperienze personali e riflessioni sulla sua crescita professionale e umana, affrontando anche i temi dell’autocritica e della ricerca del proprio equilibrio interiore.
Sanremo 2019
Nel 2019 Ghemon parteciperà alla 69ª edizione del Festival di Sanremo con il brano «Rose viola», che conquisterà il pubblico per la sua profondità emotiva e il suo messaggio di speranza. Nonostante la qualità della sua performance, l’artista concluderà la gara in dodicesima posizione, ma la sua partecipazione alla manifestazione segnerà un altro importante passo nel suo percorso musicale.
Il V album: Scritto nelle stelle
Nel dicembre del 2019 Ghemon annuncerà l’uscita del suo quinto album, «Scritto nelle stelle», previsto inizialmente per il 20 marzo 2020. A causa della pandemia di COVID-19, la pubblicazione sarà posticipata al 24 aprile. Il disco, caratterizzato dal tema dell’amore, rappresenterà una sintesi della sua evoluzione musicale, con l’artista che definirà il lavoro come una «ricetta personale» in cui convivono varie influenze.
Nel novembre 2020 Ghemon amplierà il suo ruolo artistico, diventando la voce narrante della seconda stagione del podcast «Certified Classics», subentrando a Dargen D’Amico. Nel 2021 il cantautore prenderà parte al 71° Festival di Sanremo con il brano «Momento perfetto», classificandosi ventunesimo. Il 19 marzo dello stesso anno, pubblicherà il suo sesto album, «E vissero feriti e contenti», segnando un ulteriore passo nella sua carriera musicale.
«Una cosetta così»
Dopo un lungo periodo di attesa e oltre 70 repliche del suo spettacolo teatrale, Ghemon tornerà con un album che affonda le radici proprio in quelle esperienze live, scritto insieme a Carmine Del Grosso. «Una cosetta così» sarà il primo lavoro in Italia che fonderà la tradizione del teatro-canzone, ispirandosi a leggende come Gaber e Jannacci, con l’approccio fresco dei comedy album americani, rielaborato in chiave personale. Il disco trasformerà il palco in uno spazio dove si mescoleranno riflessioni intime, risate e musica, passando dall’hip hop al neo-soul fino al jazz.
Il brano dell’artista: Sindrome di Stoccolma
La canzone esplora il conflitto interiore del protagonista, diviso tra un lato oscuro e dubitativo della sua personalità e la spinta a crescere. Il testo riflette su come le difficoltà e i dubbi siano parte di sé, ma anche motivi di cambiamento e forza. Nonostante il disagio, il messaggio finale invita ad apprezzare ciò che si ha, piuttosto che concentrarsi solo su ciò che manca, per non perdersi nel caos interiore.
Il testo
Quasi non mi sento più la faccia
Cammino nel vento gelido
Ma vorrei forse avere preso un’altra giacca
Testa di cazzo come al solito
Potessi sospendere questi giudizi su di me
Almeno al mattino anche se ormai io so che
Che se attorno ho il caos che mi abbraccia
Dentro c’è lo stesso casino
E chi lo sa che colore ha
Questo lato di me
Che si nutre di dubbi e si ciba di oscurità
Oh, però mi appartiene
È la cosa di me che mi spinge in avanti
Ma poi mi trattiene
Quasi non mi sento più lе gambe
Sto correndo a cento al chilomеtro
Ma vorrei, tu non sai quanto vorrei
Mettermi alle spalle le domande
Ma vedessi loro quanto corrono
Per cambiare vita la voglia non basta
Dei giorni sei rotto e lo devi accettare
Se fai solo caso a quello che manca
Ti perdi il segreto perché
Conta più quello che c’è
E chi lo sa che colore ha
Questo lato di me
Che si nutre di dubbi e si ciba di oscurità
Oh, però mi appartiene
È la cosa di me che mi spinge in avanti
Ma poi mi trattiene
Eh-eh
Dai-di-di-eh-eh-eh
Ah-ah-ah, du-du-du-du
Oh
Ah, uh-uh-uh-uh-uh
Uh-uh, ah-ah-ah
Oh-oh-oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh-oh-oh-oh
E chi lo sa che colore ha
Questo lato di me
Che si nutre di dubbi e si ciba di oscurità
Oh, però mi appartiene
È la cosa di me che mi spinge in avanti
Ma poi mi trattiene