Martina Carbonaro, la madre di Alessio: «Deve pagare perché me l’ha tolta, per me era come una figlia»

La mamma ha scelto per la prima volta di parlare pubblicamente

Martina Carbonaro. Una ragazza di 14 anni massacrata a colpi di pietra. Un ex fidanzato che finge di partecipare alle ricerche. Una famiglia che scopre l’orrore e un’altra che piomba nel buio. La tragedia di Afragola ha cancellato ogni equilibrio, lasciando due nuclei familiari nel dolore più profondo: quello di Martina Carbonaro e quello di Alessio Tucci, il ragazzo reo confesso.

La madre di Alessio, Santa D’Ambrosio, ha scelto per la prima volta di parlare pubblicamente a «Porta a Porta». Il suo volto, segnato dalla sofferenza, ha accompagnato parole cariche di sgomento. «Non sono andata a trovare Alessio in carcere. Al momento non me la sento di andare a trovarlo, perché io sono distrutta, non riesco neanche ad uscire di casa. Deve pagare perché mi ha tolto Martina, per me era come una figlia».

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Il 26 maggio e l’agonia svelata dall’autopsia

Il 26 maggio ha segnato un prima e un dopo. Nulla sarà più com’era. E a rendere ancora più insostenibile l’accaduto è stata l’autopsia, che ha rivelato la lunga agonia della giovane vittima. «Non ci credo che adesso Martina non c’è più – ha detto Santa D’Ambrosio – stava tutti i giorni qua. Sono distrutta, non ho neanche la forza di parlare di questa cosa. Mio figlio mi disse: “Mamma lo sai che ieri sono stato a casa di Martina a parlare con i genitori, perché ha conosciuto un ragazzo, si sta frequentando con questo ragazzo e si è innamorata”».

Nel suo racconto emerge anche il momento in cui, ignara della verità, ha provato a spiegarsi la sparizione di Martina Carbonaro. «Quando la mamma mi disse che non trovavano Martina io le dissi: “Può darsi pure che questo ragazzo che ha incontrato è venuto con il treno, l’ha presa e l’ha portata con sé, pensavo a questo. Pensavo che il colpevole potesse essere il nuovo fidanzato di Martina, non mio figlio”». Una frase che restituisce lo sgomento di una madre che non poteva, o forse non voleva, immaginare l’impensabile.

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La messinscena del dolore: l’inganno del figlio

Nel corso dell’intervista, il dolore si fa ancora più acuto nel ricordo dell’inganno messo in scena da Alessio durante le ore di ricerche. Fingendo turbamento e ansia, partecipava alle perlustrazioni insieme alla famiglia di Martina, riuscendo a ingannare tutti. Compresi i suoi stessi genitori.

«Mio figlio non ha fatto capire niente di quello che era successo – sono sempre parole della madre dell’assassino – No, non ho mai sospettato niente perché loro non litigavano mai. Non è vero che l’ha lasciato per lo schiaffo. Quando si sono lasciati, anche la mamma e il padre piangevano perché loro erano molto affezionati ad Alessio. Sapevano che ragazzo era».

Santa D’Ambrosio fatica a trattenere le lacrime. Ma continua, con la voce spezzata, il racconto di una madre che si scopre all’improvviso impotente di fronte al buio. «Non so come io riesca a trovare ancora la forza di parlare – prosegue – Non ho mai sospettato di mio figlio, e non avrei potuto farlo perché Alessio e Martina non litigavano mai. Io ero convinta mio figlio superasse questa delusione, perché lo chiamavo ovunque andasse e lui mi tranquillizzava, dicendomi: “Mamma non ti preoccupare, sto bene”».

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