Lorkinos, l’inclusione prende il largo: la nave laboratorio che abbatte le barriere

«Siete riusciti in qualcosa di straordinario. Avete preso un simbolo dell’illegalità e lo avete convertito in un luogo vivo, al servizio della comunità. Lo avete fatto con intelligenza, cuore e con passione».
Il messaggio del Ministro della Difesa Guido Crosetto ha aperto con queste parole il varo del Lorkinos, l’ex peschereccio confiscato alla criminalità e oggi trasformato in una piattaforma galleggiante di legalità e inclusione.

Dietro questo risultato c’è il lavoro silenzioso e ostinato dell’imprenditore Marco Enrico Perillo, amministratore Isolahabile, supportato in questa impresa, anche da suo figlio: una presenza costante, parte attiva di un progetto che è anche famiglia.

Pubblicità

La nave, lunga 24 metri e ormeggiata alla darsena della Marina Militare di Napoli, è un laboratorio umano, dove le persone con disabilità saranno protagonisti e non semplici ospiti. A bordo si farà vela, si imparerà a navigare, si sperimenterà, si crescerà. E soprattutto, si costruirà un modo nuovo di stare insieme.

Tra i partner coinvolti, anche Sociologi per il Sociale presenti all’evento.

Pubblicità Federproprietà Napoli

Il Lorkinos è l’anima del Naval Living Lab di Isolahabile, prima realtà italiana che unisce sport nautici e accessibilità. Un progetto nato per abbattere barriere – fisiche e culturali – e trasformare il mare in uno spazio accessibile a tutti. Ogni attività a bordo stimolerà autonomia, collaborazione e consapevolezza ambientale.
A bordo del Lorkinos ci sono lift per l’accesso, bagni accessibili e spazi riconfigurabili. Ma soprattutto ci sono persone. Ragazzi e ragazze che spesso non hanno mai potuto salire su una barca, si ritroveranno a bordo a imparare a leggere il mare e a viverlo.

Come spiega Marco Enrico Perillo, ideatore del progetto e anima di Isolahabile, «non sono le caratteristiche individuali a limitare le capacità delle persone, ma le barriere poste dalla società».
Per questo Isolahabile propone un nuovo modello, fatto di esperienze, percorsi formativi accessibili e reti costruite con enti locali, università, associazioni. Il mare diventa così un luogo di diritti, dove si sperimenta l’inclusione.

La presentazione del Lorkinos nella darsena della Marina Militare di Napoli

All’evento di ieri, 4 giugno, nella darsena della Marina Militare di Napoli, il Lorkinos non ha solo toccato l’acqua. Ha toccato le persone. Tante le associazioni accorse – tra cui Autismo Sociale Aps, e numerose realtà del territorio – unite dal desiderio di fare rete.

Sul molo, insieme ai tecnici e alle istituzioni, c’erano famiglie. C’erano ragazzi con disabilità che hanno ascoltato, hanno sorriso, hanno partecipato. È difficile raccontare cosa hanno provato salendo a bordo del Lorkinos, perché certe emozioni sono difficili da descrivere.

Il Lorkinos è più di una barca, come ha ricordato Crosetto: «È una nave ammiraglia dell’accessibilità, un laboratorio dove il mare diventa spazio di diritti, di sogni e di partecipazione attiva».
Ed è proprio questo il senso profondo del progetto: restituire dignità, protagonismo e possibilità.

E allora “vento in poppa e buon mare a tutti!”

 

Setaro

Altri servizi

«Un piano regionale per riqualificare gli stadi della Campania»

Simeone: «Investire negli impianti significa investire nelle comunità» «In occasione di un incontro odierno avuto con cittadini, tifosi napoletani e appassionati di calcio provenienti da...

Bici e auto si scontrano a Napoli: ciclista muore dopo 17 giorni di agonia

L'incidente in viale della Liberazione Non ce l’ha fatta M.A., un uomo di 76 anni, che in sella a una bicicletta a pedalata assistita, era...

Ultime notizie

Teatro Augusteo, il tempio nascosto dove l’arte batte al ritmo di Napoli

Un luogo sospeso tra storia e applausi, custode dell’anima partenopea Il Teatro Augusteo è uno di quei posti dove si vive la vera Napoli. Dove...

Dj Godzi, il padre diffonde l’ultimo messaggio di Michele Noschese

Le autorità dicono sì alla Tac e a nuovi esami Ci sarebbe la «continua assunzione di droga» all’origine della morte di dj Godzi, alias di ...

Dj Godzi, il padre di Michele: «Nessuna donna ha denunciato mio figlio»

Il 35enne venerdì «sera era con una ragazza argentina» «Se mio figlio avesse aggredito una donna, ci sarebbe una denuncia da parte dell’aggredita, che invece...