Speranze sono terminate quando sono stati trovati gli occhiali
La speranza di ritrovare Martina Carbonaro in vita «sono terminate quando abbiamo ritrovato gli occhiali che la povera ragazza non toglieva mai». È quanto ha spiegato la procuratrice di Napoli Nord Annamaria Lucchetta in una conferenza stampa in cui sono state illustrate le attività investigative sul femminicidio della 14enne di Afragola.
Fondamentali per il ritrovamento del corpo «sono stati la geolocalizzazione del suo telefono cellulare e le immagini di videosorveglianza» ha aggiunto il pm, sottolineando che la svolta si è avuta da un’immagine che ha ripreso Martina, in compagnia di Alessio Tucci, nei pressi di un casolare nelle vicinanze del campo Moccia. La procuratrice ha ricordato che dinanzi a queste evidenze Alessio Tucci «non ha fatto altro che ammettere i fatti, ammissione che ha reso nell’interrogatorio di garanzia».
«Abbiamo contestato, ed il giudice ha condiviso, che Alessio Tucci ha agito con crudeltà perché ha sferrato una serie di colpi sulla povera Martina. Ed un’altra aggravante che abbiamo contestato è che c’era una relazione affettiva, che si era interrotta» ha spiegato ancora.
L’appello: iniziative a livello sociale
«Questa vicenda mi ha fatto ricordare lo stupro di Caivano avvenuto due anni fa. Anche in quell’occasione erano minorenni le vittime e minorenni e giovanissimi i carnefici. Che fortunatamente sono salve, ma lese nella loro intimità» ha detto la procuratrice di Napoli Nord. «Quindi io voglio rinnovare l’invito che già feci all’epoca – continua – ben vengano tutte le disposizioni normative per prevenire e reprimere questi reati, ma alla luce di quello che sta accadendo bisogna mettere in campo iniziative a monte a livello sociale, nelle scuole, nelle famiglie: bisogna che ognuno di noi educhi i nostri figli a che cos’è l’amore. Voler bene – ha concluso – significa accoglienza e non possesso».