Il ministro: «Sfida difficile, ma possiamo farcela»
Dodici anni. È questo l’orizzonte temporale indicato dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, per portare a compimento una delle trasformazioni industriali più ambiziose d’Europa: fare dell’ex Ilva di Taranto l’impianto siderurgico a basso impatto ambientale più rilevante dell’intero continente.
Intervenendo dal palco del XXI Congresso nazionale della Fim Cisl a Napoli, il ministro ha affrontato apertamente il tema dell’acciaieria, sottolineando che il destino a breve termine dello stabilimento dipenderà dalle interlocuzioni con Bruxelles. «L’Ilva di Taranto deve arrivare fino a dicembre? Dipende dall’Europa, faremo incontri in questi giorni su questo tema», ha dichiarato senza giri di parole.
Due condizioni chiave: Aia e nave rigassificatrice
Urso ha evidenziato due condizioni essenziali da soddisfare prima della conclusione della trattativa: la prima riguarda l’Aia – l’autorizzazione integrata ambientale – che deve risultare economicamente sostenibile per qualsiasi potenziale investitore; la seconda è legata alla presenza di una nave rigassificatrice. «Perché senza gas non c’è acciaio green», ha precisato. Il ministro ha spiegato che la realizzazione di questo passaggio fondamentale dovrà avvenire entro una finestra temporale ristretta: «Un accordo di programma che deve essere realizzato nei prossimi 20 giorni. Per poi consenterci di fare, sulla base di quell’accordo di programma, un’Aia che sia sostenibile».
Urso ha sottolineato l’importanza del dialogo con le istituzioni comunitarie e ha rivelato di aver discusso della questione anche con la vicepresidente dell’Unione, Teresa Ribera: «Lo ricordo perché non si è mai percepito abbastanza quanto oggi conti Roma in Europa come testimoniano anche i prossimi incontri in agenda. Perché a Roma oggi si viene, oltre che andare noi da loro».
Un progetto in tre fasi per la transizione green
Il progetto è scandito in tre fasi, ognuna della durata di quattro anni, per un totale di dodici anni, al termine dei quali Taranto dovrebbe poter vantare «l’impianto siderurgico green più importante d’Europa con tre forni elettrici in progressione». Un traguardo che Urso definisce ambizioso ma possibile, se si manterrà la coesione tra le varie componenti istituzionali e industriali coinvolte. «Questo è il progetto per Taranto difficile e sfidante, ma se ci riuscissimo insieme diventeremmo il primo e forse l’unico paese europeo produttore di siderurgia green, modello ed esempio in Europa e credo nel mondo».
Manutenzione e riavvio degli impianti a Taranto
Nel frattempo, Acciaierie d’Italia fa sapere che si stanno compiendo operazioni tecniche essenziali per garantire la continuità della produzione. In seguito alla sospensione del gasometro 2, è stata fermata l’acciaieria 2, che da esso dipendeva, e si è proceduto alla riattivazione dell’acciaieria 1, rimasta inattiva per un periodo prolungato.
«L’acciaieria 1 è in fase di riavviamento», precisa la società. Le operazioni manutentive, necessarie per la sicurezza e il corretto funzionamento dell’impianto, inizieranno formalmente lunedì 2 giugno, ma già dalla domenica precedente è prevista la sospensione della seconda acciaieria. «Le attività di manutenzione sono state fatte antecedentemente alla ripartenza», chiarisce infine Acciaierie d’Italia.