De Iesu racconta la cattura del boss: preso senza sparare un colpo
Quando Francesco Mallardo, il boss della camorra morto a Parma, fu arrestato a Giugliano in Campania nel marzo del 1992 dalla polizia, si trovava in un’anonima mansarda al settimo piano di un condominio di periferia.
«Quella notte assestammo un colpo durissimo alla camorra», ricorda l’attuale assessore alla Legalità del Comune di Napoli, Antonio De Iesu, che in quegli anni era il dirigente del commissariato di Polizia a Giugliano: poche ore dopo Mallardo, infatti, venne intercettato dai carabinieri, a un posto di blocco, sempre a Giugliano, anche Gennaro Licciardi, detto ‘a Scigna.
De Iesu, che nella sua carriera è stato anche questore di Napoli e vice capo della polizia, giunto nel grande Comune a nord di Napoli puntò subito la sua attenzione sui pezzi da novanta della mala locale, specie quelli in ascesa.
L’identità nascosta di Ciccio Mallardo
Francesco Mallardo, conosciuto come ‘Ciccio ‘e Carlantonio, «viveva in un piccolo alloggio, arredato modestamente», ricorda De Iesu. Niente lussi e niente auto di grossa cilindrata. «Ai vicini, prevalentemente napoletani che si erano trasferiti in provincia per inseguire il sogno di avere una casa propria a prezzi contenuti, si era presentato come un imprenditore attivo nel settore delle pulizie», aggiunge.
«I condomini di quella palazzina appresero chi fosse solo dopo il suo arresto, quando furono convocati in commissariato. Qualcuno riferì che qualche mese prima, in occasione del Capodanno, si erano scambiati gli auguri».
La cattura di Francesco Mallardo senza resistenza

Agli agenti che si presentarono alla porta della sua abitazione non oppose resistenza. Nella stessa notte (intorno alle 3), mentre Mallardo era ancora negli uffici del commissariato per ultimare tutte le formalità, i carabinieri (che avevano la caserma ad un centinaio di metri dal commissariato, allora in via Pirozzi) lungo la circumvallazione esterna, ad un posto di blocco, intercettarono anche Gennaro Licciardi, a’ Scigna.
Era bordo di una utilitaria che da Giugliano si stava dirigendo a tutta velocità, molto probabilmente, verso Secondigliano. Licciardi è morto in carcere qualche anno fa. «In quella notte assestammo un colpo durissimo», racconta con soddisfazione, a distanza di tanti anni, De Iesu. Nel 2000 Mallardo, nel frattempo evaso, fu nuovamente intercettato dalla polizia in un casolare di campagna, al confine tra Giugliano e Qualiano. Era a tavola con 12 persone mangiando fave e salumi. L’ultimo arresto poi, nel 2003, nei pressi di Nola.