La premier: no all’ideologia sul green deal
«L’Europa abbia il coraggio di rimuovere i dazi interni che si è autoimposta in questi anni». Giorgia Meloni sceglie il palco dell’Assemblea annuale di Confindustria, riunita per la prima volta a Bologna, per rilanciare la lotta «all’iper-regolamentazione nell’Ue che ha soffocato il nostro sviluppo».
La premier – nelle ore in cui si intensifica il pressing dei leader europei per un accordo con gli Usa sulle imposte ai prodotti europei – cerca una via d’uscita invitando ad agire senza esitazioni colmando i limiti del Vecchio Continente. E rivendica il ‘ruolo’ di pontiere tra Ue e Stati Uniti («i nostri destini sono interconnessi») con cui il dialogo va portato avanti «con saggezza e con buon senso» e anche «con un approccio più politico che burocratico».
Ed è proprio nel bacchettare i ritardi di Bruxelles – occorre «rilanciare il mercato unico europeo» e «completare quello dei capitali», «no all’ideologia» sul green deal, «riprendere il cammino del nucleare» – che la presidente del Consiglio modella l’‘asse’ con Confindustria. «Dobbiamo essere noi ad abbattere le barriere, non ad alzare ostacoli», concorda Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo presente all’EuropAuditorium.
Un piano industriale straordinario: l’apertura del governo
La premier offre poi la sponda del governo alla richiesta del presidente Orsini di un «piano industriale straordinario» per rilanciare l’economia italiana ed europea. «Noi ci siamo. Il governo, come lei sa, sta lavorando già insieme al settore produttivo e alle parti sociali per delineare le linee di una politica industriale di medio e di lungo periodo», dice la premier. C’era attesa in platea per il ‘dossier’ sui costi dell’energia dopo le critiche di Confindustria al decreto bollette. «I sovraccosti energetici, sono un vero dramma», l’allarme del presidente degli industriali.
Energia, speculazioni e contratti a lungo termine
Parole a cui su associa la premier: «La questione più urgente da affrontare dal mio punto di vista, con serietà e aggiungo senza timore, è il nodo del costo dell’energia», rileva Meloni. La presidente del Consiglio, sempre sul tema del caro energia spiega poi che «continuare a cercare di tamponare spendendo soldi pubblici non può essere la soluzione». E promette la massima attenzione contro possibili speculazioni.
«Stiamo lavorando a un’analisi del funzionamento del mercato italiano per comprendere se eventuali anomalie nella formazione del prezzo unico nazionale possano essere la causa di aumenti ingiustificati, perché sarebbe inaccettabile se ci fossero speculazioni sulla pelle di chi produce e crea occupazione».
«Uno strumento già disponibile per il disaccoppiamento del prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili da quello del gas è quello dei contratti pluriennali a prezzo fisso di acquisto di energia prodotta da fonti rinnovabili, dove – spiega Meloni – il corrispettivo viene stabilito tra le parti e riflette i reali costi di produzione per ciascuna tecnologia. Ricordo l’Energy Release e il Gas Release sul quale bisogna lavorare, stiamo dialogando con la Commissione Europea, Roberta mettici una buona parola».
L’alleanza con Metsola
Ed è proprio alla presidente del Pe (insieme hanno poi visitato il super computer europeo al Tecnopolo) che Meloni si rivolge all’inizio del suo intervento ringraziando «la mia amica Roberta Metsola» che aveva detto «l Parlamento europeo è dalla vostra parte». «Sarò onesta, Roberta – precisa – questo dipende dalle maggioranze che si formano di volta in volta, ma sicuramente tu sei stata dalla nostra parte e sei dalla nostra parte».
«Il mio messaggio per voi è “pensate in grande perché l’Italia è grande”. Il governo c’è, e non ha intenzione di indietreggiare. Questa nazione ha bisogno ancora di fare tanto, però è una nazione che ha tutte le carte in regola per invertire la rotta. La prima cosa che noi dobbiamo fare è crederci, quindi pensate in grande perché io farò lo stesso», l’appello ‘finale’ della premier agli imprenditori e alla platea di Confindustria.