Definitiva la sentenza della Cedu, interviene l’avvocato Corsini
Diventa definitiva la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha condannato l’Italia per la «Terra dei Fuochi». La notizia ufficiale è arrivata. A darne conferma è l’avvocato Armando Corsini, che ha seguito il procedimento per alcuni comitati e privati cittadini.
Corsini ha commentato telefonicamente la notizia per «ilSud24», facendo riferimento a un eventuale ricorso da parte dell’Avvocatura dello Stato: «Dopo la sentenza del 30 gennaio, aspettavamo questi famosi tre mesi, nei quali il Governo italiano avrebbe potuto fare richiesta di rivolgersi alla Grande Camera, secondo la procedura della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo».
L’avvocato sottolinea un passaggio chiave: «Il Ministro, a poche ore dalla sentenza, aveva detto che vagliava la possibilità di fare ricorso alla Grande Camera e questo significava comunque smentire in qualche modo, oppure contestare la sentenza», poi aggiunge: «Il 14 febbraio, c’è stata la nomina del Generale Vadalà, che comunque ha avuto determinate incombenze: deve fare una relazione entro il 14 maggio. Quindi significa che il Governo, fondamentalmente, aveva recepito l’importanza della sentenza»
«Sapere che non ha fatto ricorso è un dato di fatto importante: adesso non stiamo più a parlare del contenuto, da un punto di vista di danno ambientale, di salute e tutto il resto, ma soprattutto cerchiamo adesso di capire come mettere in esecuzione la sentenza. Perciò ho recepito con grande favore il fatto che l’Italia non avesse fatto ricorso».
Ora occorre guardare al futuro
«Adesso attendo di leggere la relazione del Commissario», per cui spende parole di stima: «Il Commissario è un uomo, è una persona perbene, il problema è mastodontico, vediamo come lo vogliono affrontare, con quali fondi e in quale organizzazione, secondo il dettato della sentenza».
Di una cosa è certo l’avvocato: «Non ci vogliono interventi random, ma ci vogliono degli interventi centrali che abbiano tutto il connotato della stabilità e non delle temporaneità» e qui, dalla voce, lascia intuire la soddisfazione e l’orgoglio per il risultato ottenuto: «Credo che la sentenza, secondo me, ha avuto una rilevanza importante e in qualche modo storica, anche per il significato che ha» e conclude: «L’Italia ha rinunciato ad andare avanti contro la sentenza, adesso ci aspettiamo bonifiche, interventi, poi seguiremo la storia passo passo. Certo, due anni sono pochi, però da un punto si deve iniziare».
I cittadini e associazioni chiedono il rispetto della sentenza
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha riconosciuto che i cittadini e tutte le parti della società civile sono soggetti chiave nel monitorare e garantire l’applicazione della sentenza. Proprio in virtù di questo riconoscimento si terrà ad Acerra, il 10 maggio alle ore 15:30 in Piazza Duomo, una mobilitazione cittadina dal titolo: Sentenza CEDU: il popolo è legittimato! Un sì alle bonifiche. Le anime di questa manifestazione saranno molte, unite però da un unico obiettivo: vedere bonificata il prima possibile la loro terra, una terra che ancora oggi viene sfruttata e stuprata da sversamenti tossici che spesso danno vita a roghi altrettanto tossici.
È di pochi giorni fa, infatti, la notizia del sequestro di una discarica abusiva ad Afragola. «Una bomba ecologica», l’ha definita il colonnello Piricelli, comandante della polizia municipale, che ha coordinato l’operazione. Come sempre, a pagarne il prezzo, troppo spesso con la loro vita, sono i cittadini di quelle «Terre dei Fuochi», individuate tra le province di Napoli e Caserta, con circa 2,9 milioni di abitanti, ovvero il 52% della popolazione della Campania.
Un’espressione, «Terra dei Fuochi», che infastidisce ancora molti, forse troppi, soprattutto coloro che non vogliono fare i conti con la realtà, che negano il passato e, così facendo, negano anche un futuro alle nuove generazioni di queste terre. Peggio ancora, quelli che vogliono far finta di niente e tenere la testa sotto la sabbia. Siete avvisati: da queste parti, mettere la testa sotto la sabbia — vista la bonifica non ancora del tutto avviata — può essere davvero molto pericoloso.