Francesco Paolantoni: il sorriso che nasce dal teatro e conquista il pubblico

L’attore a ilSud24: «Comicità cambia forma, ma il meccanismo è uguale»

«Chi fa ridere veramente fa ridere a prescindere da quello che dice». Francesco Paolantoni, in un’intervista a ilSud24, apre il sipario sulla sua carriera: tra teatro, comicità e complicità artistica. Riassume, con disarmante semplicità, l’essenza di una carriera lunga e trasversale. Attore, comico, autore, personaggio televisivo, ha costruito il suo percorso su basi solide e teatrali.

Ripercorrendo i suoi esordi, sottolinea quanto la formazione teatrale abbia segnato in profondità il suo approccio alla comicità: «Il piacere di far ridere è qualcosa che nasce a prescindere dalla preparazione tecnica, ma che nel mio caso il modo di fare comicità è fortemente influenzato da una struttura teatrale».

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Racconta che la sua comicità è più vicina alla commedia dell’arte, più attoriale, un’impostazione che deriva direttamente dalle sue origini di palcoscenico. Precisa: non si sente un battutista né un comico da stand-up, ma piuttosto un attore che si è prestato al comico, e che l’ironia e la voglia di dissacrare le ha sempre avute, anche nei momenti più seri della sua carriera teatrale.

Ragionando su come sia cambiata la comicità nel tempo, Francesco Paolantoni osserva: «Le modalità si sono trasformate, ma la sostanza resta. Oggi, la comicità è più rapida, più immediata, orientata alla battuta veloce. In passato i comici avevano spesso un background di cabaret, una lunga esperienza dal vivo, mentre oggi molti iniziano direttamente davanti a una telecamera o su Internet, senza una vera impostazione teatrale. La comicità è cambiata nella modalità ma il meccanismo comico è sempre quello. Chi cade, fa sempre ridere».

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La patria della comicità

Parlando della sua città, Napoli, non ha dubbi: «Napoli è la patria della comicità». Lo dice con orgoglio, ricordando i grandi maestri della tradizione napoletana. «La patria della commedia dell’arte e i nomi che vengono in mente, come Eduardo Scarpetta, Totò, Eduardo De Filippo, sono tutti maestri di questo genere. Totò in particolare era un maestro dell’improvvisazione, dell’invenzione sul nulla. Faceva ridere anche senza la battuta perfetta».

I linguaggi della comicità

Francesco Paolantoni ha lavorato su tutti i fronti: teatro, televisione, cinema. E chiarisce quanto siano linguaggi profondamente diversi. «Non si può fare la stessa comicità a teatro, al cinema e in televisione. La televisione è più veloce, il teatro più incisivo. Quando si recita in teatro, le battute si pongono in maniera diversa. Il cinema è più intimista, ha bisogno di un racconto più sottile. C’è chi fa sempre lo stesso tipo di comicità ovunque, ma secondo me ogni contesto ha le sue regole, e bisogna sapersi adattare».

Anche nei contesti televisivi meno canonici, come “Ballando con le stelle”, Francesco Paolantoni porta con sé la sua esperienza teatrale. «In questi contesti divento me stesso ma con la possibilità di affondare le mani nella mia esperienza attoriale. La televisione è il mezzo più vicino alla gente, arriva nell’anima. Va fatta con una leggerezza che a teatro non si può avere. Negli ultimi anni la faccio proprio con lo spirito di un ragazzino che si diverte».

Francesco Paolantoni e il successo di “Stasera tutto è possibile”

Uno degli appuntamenti fissi per il pubblico è “Stasera tutto è possibile“. Un programma che ha creato una piccola comunità televisiva del martedì sera, e che, come lui stesso racconta, funziona perché si percepisce il divertimento autentico. «Si vede che ci divertiamo molto e questo arriva alla gente. Ma c’è un equilibrio da trovare: bisogna essere se stessi, ma far sì che ciò che si fa diventi divertente. Saper giocare in un modo che diventi messaggio di comicità. Noi abbiamo la formazione della commedia dell’arte, e questo si vede».

Il gruppo che si è creato intorno al programma con Biagio Izzo, Giovanni Esposito, Herbert Ballerina e Stefano De Martino è qualcosa che va oltre la scena. «Siamo proprio amici. E anche Peppe Iodice, quando si inserisce, lo fa perfettamente, perché ha lo stesso spirito. Siamo cresciuti insieme in questo gioco che oltre ad essere questo è diventato anche un pretesto per inventare. Pian piano si è creata una vera intesa, una piccola compagnia. Il piacere di stare insieme è fondamentale. Siamo amici nella vita, e questo fa la differenza».

Dal palco alla scrittura

Nel 2020 ha pubblicato il libro “Mungi da me”, esperienza che nasce da una proposta editoriale, ma che ha accolto con entusiasmo. «Me l’hanno chiesto gli editori – spiega Francesco Paolantoni – e mi sono divertito molto. Avevo già scritto un altro libro in passato. In questo caso ho trasportato quello che faccio sul palco nella scrittura. Ho anche sperimentato un piccolo inizio di thriller, un piccolo inizio di horror. È stato divertente. Quando si scrive, vengono fuori tante cose che abbiamo dentro, cose vissute, lette, immagazzinate. Anche se c’è chi lo fa in maniera magistrale, è bello vedere cosa viene fuori quando si prova».

E forse è proprio questa la chiave della comicità di Francesco Paolantoni: provare, giocare, reinventare, ma sempre restando fedele a ciò che si è. Perché, come dice lui, chi fa ridere davvero non ha bisogno di parole perfette. Gli basta esserci.

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