La premier: «Basta attacchi sessisti, non dobbiamo rassegnarci»
«Noi siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli Usa, con lealtà ma senza subalternità». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni all’AdnKronos, in un’intervista in cui ha spiegato, fra l’altro di essere stata «troppe volte oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell’indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne. Mi verrebbe da dire che ormai ci sono abituata ma non voglio dirlo, perché non bisogna abituarsi a cose di questo genere. Non per me ma perché non è giusto, non è accettabile, non dobbiamo rassegnarci a questo imbarbarimento».
«L’ultimo frutto di queste buone relazioni» con Trump, ha sottolineato, è ad esempio l’annuncio del presidente Usa di voler ripristinare il Columbus Day, una festa tanto cara alla comunità italoamericana, che negli ultimi anni ha subito un vergognoso attacco ideologico nel nome della cancel culture. A nome degli italiani ringrazio il presidente degli Stati Uniti per questa scelta». Meloni ha poi definito il rapporto con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, «una collaborazione consolidata e un rapporto di stima ispirato alla risoluzione dei problemi e anche alla massima franchezza».
«Quando abbiamo avuto visioni differenti – ha aggiunto -, come avvenuto di recente quando ho sostenuto con forza che gli investimenti nella difesa europea non dovessero esaurirsi al tema armi ma affrontare la sicurezza dei cittadini in tutti i suoi aspetti, le abbiamo fatte valere con buoni risultati. È quello che cerco di fare con tutti gli interlocutori internazionali».
La rimodulazione del Green Deal
«Ora credo serva un passo avanti nella rimodulazione del Green Deal, affinché non rappresenti più un fardello sulla competitività delle nostre imprese. Temi emersi anche al congresso del Ppe e su cui dobbiamo lavorare spediti».
Sul rapporto con il presidente della Francia Emmanuel Macron ha invece affermato: «Rappresentiamo due grandi nazioni europee, amiche e confinanti, con tanti interessi comuni ma anche una sana competizione in molti settori. Rappresentiamo anche due famiglie politiche che hanno sensibilità culturali diverse. I nostri rapporti sono figli di tutte queste sfumature, ma ormai anche di una consuetudine che ci porta a collaborare su tanti dossier. Come forse si è capito, io nei rapporti internazionali ho un approccio molto pragmatico, bado ai risultati concreti e in diversi campi, Italia e Francia, si trovano alleate».