Consiglio Ue, Meloni alla Camera: «Non seguo fedelmente né l’Europa né gli Usa, io sto con l’Italia»

La premier: rapporti tra Stati non dipendono dai risultati elettorali

Dopo le comunicazioni rese al Senato, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha parlato alla Camera in vista del Consiglio europeo sul riarmo del 20 e 21 marzo. Il suo discorso ha suscitato forti reazioni, sia per le dichiarazioni sull’Europa sia per la posizione dell’Italia sul piano ReArm Europe.

Meloni ha citato il Manifesto di Ventotene per sottolineare la distanza tra la sua idea di Europa e quella delle opposizioni: «Non so se questa sia la vostra Europa, ma certamente non è la mia». Ha inoltre criticato coloro che lo richiamano senza, a suo dire, averlo realmente compreso, scatenando proteste che hanno portato alla sospensione momentanea della seduta da parte del presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

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Il piano ReArm Europe

Uno dei temi centrali del discorso è stato il piano ReArm Europe. Meloni ha spiegato che il governo italiano aveva chiesto lo scorporo delle spese per la difesa dal Patto di stabilità, ma ha anche espresso preoccupazione per il fatto che il piano di Ursula von der Leyen si basi quasi interamente sul debito nazionale degli Stati membri. Per questo, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha proposto un modello ispirato all’Invest EU, con garanzie europee per investimenti privati, al fine di rendere il progetto più sostenibile.

Meloni ha evidenziato un possibile spiraglio per la pace in Ucraina derivante dal recente colloquio tra Donald Trump e Vladimir Putin, che ha incluso l’ipotesi di un cessate il fuoco parziale sulle infrastrutture strategiche. Ha poi ribadito il sostegno italiano alla nuova presidenza americana: «Trump è un leader forte che può garantire una pace giusta e duratura».

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La posizione dell’Italia

Il dibattito interno al governo si è reso evidente con le dichiarazioni di Matteo Salvini e Antonio Tajani. Il leader della Lega ha espresso scetticismo sul riarmo, affermando che non corrisponde all’interesse nazionale italiano, mentre il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha garantito pieno sostegno di Forza Italia al piano von der Leyen e ribadito l’orientamento atlantista ed europeista del partito.

Rispondendo alle opposizioni, il premier ha ribadito la centralità dell’Italia nelle sue scelte: «Non seguo pedissequamente né l’Europa né gli Usa, io sto con l’Italia». Ha inoltre criticato Elly Schlein per aver dichiarato che Trump non sarà mai un alleato, sostenendo che i rapporti tra Stati non dovrebbero dipendere dai risultati elettorali.

Il discorso di Meloni alla Camera ha confermato la complessità del dibattito sul riarmo europeo e le fratture politiche sia all’interno della maggioranza sia tra governo e opposizioni. Il premier ha cercato di bilanciare l’adesione alla strategia europea con la tutela degli interessi nazionali, mentre le posizioni divergenti di Salvini e Tajani lasciano intravedere possibili tensioni future all’interno del governo.

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