Pizzo imposto dal boss defunto, reiterato dopo 12 anni dal reggente del clan Mallardo | I NOMI

Avrebbero preteso 50mila euro da un imprenditore

Avrebbe preteso 50mila euro da un imprenditore già sottoposto al pizzo nel 2013 dal defunto capoclan Feliciano Mallardo: figura anche questa tentata estorsione reiterata tra i capi d’accusa contestati al reggente del clan Mallardo Mauro Moraca a cui oggi la Direzione Investigativa Antimafia ha notificato una delle sette misure cautelari emesse dal Gip di Napoli Luca Rossetti.

Il clan in questione è una storica organizzazione camorristica che ha la sua base a nord di Napoli, ed è componente di rango della cosiddetta «Alleanza di Secondigliano». Tra gli arrestati c’è anche una donna di 80 anni, Caterina Poziello, che svolgeva, tra l’altro, il ruolo di prestanome per conto di colui che per la Dda è reggente del clan.

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Il legame tra la Poziello (a cui sono risultate intestate, tra l’altro, un paio di Jeep Renegade) e il clan, in particolare proprio con Moraca, risale a oltre dieci anni fa e, secondo il collaboratore di giustizia Giuliano Pirozzi, per conto del capo svolgeva l’attività usuraia. Gli indagati sono complessivamente otto ma il giudice ha disposto sette misure cautelari. Quelle in carcere riguardano Mauro Moraca, 45 anni; Emmanuele Russo, 28 anni; Francesco Mallardo, 52 anni, detto «o’ marmular» e Giuseppe Mallardo, 65 anni. Domiciliari, invece, per l’80enne Caterina Poziello; Umberto Mallardo, 43 anni e per Felice Coletta, 37 anni.

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