Campo largo, tra M5S e Pd alla fine volano gli stracci: «Pretendono sudditanza»

Scambio di accuse non proprio eleganti tra gli esponenti dei partiti

E alla fine le dighe si sono rotte. Dopo giorni, le frecciate lanciate da Giuseppe Conte hanno fatto crollare il muro del Pd, che aveva evitato di replicare direttamente al presidente Cinque Stelle. La prima a rispondergli è stata l’eurodeputata Pina Picierno, che ha dato il là a uno scambio di accuse non proprio galanti.

Fra i dem, hanno poi preso parola gli esponenti dell’area riformista, da sempre i più freddi rispetto a un’alleanza con il Movimento. L’innesco è stata un’intervista su La Repubblica a Picierno, dal titolo: «In Europa M5s in linea con la Lega», sul «no» alle armi per l’Ucraina. Il botta e risposta è andato avanti a lungo, via social e comunicati. Quelli di Picierno sono «toni da bar» è stato il contrattacco degli eurodeputati M5s. «Non cercano alleanze ma pretendono sudditanza», ha ribattuto lei.  Lo scontro non ha coinvolto i vertici del Pd con la Schlein che non è intervenuta.

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Le frecciate di Conte

Però, il presidente del M5s un’altra frecciata l’ha lanciata. L’occasione è stato un convegno alla Camera sulla Salva-Milano, che dovrebbe, tra l’altro, sbloccare una serie di cantieri. La legge è stata approvata alla Camera e fra i firmatari ci sono anche esponenti del Pd, mentre i parlamentari di M5s e Avs sono contrari.

«Invito la destra a rivedere questo testo – ha detto Conte – ma sorprende che ci siano delle firme anche di forze del campo progressista. Faccio un appello, ritirate quelle firme se volete costruire un’alternativa di governo. Disponetevi dal lato giusto, combattetela dal lato progressista, con noi e con gli amici di Avs» perché «una forza progressista non fa l’interesse di affaristi con la compiacenza di funzionari compiacenti».

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Le divisioni sull’Ucraina si riflettono sull’appoggio del Pd alla commissione Ue, che il M5s non ha votato. «Abbiamo lanciato la proposta di trasformare il fondo per la guerra da 500 miliardi su cui la Commissione europea sta lavorando in un fondo per l’automotive e la competitività – hanno ricordato i Cinque stelle – . Dica la Picierno se sua priorità è la militarizzazione dell’Ue o la difesa dei lavoratori».

La collocazione progressista dei pentastellati

Nei rapporti Pd-M5s pesa anche la collocazione progressista dei pentastellati. Pur collocando il Movimento fra i progressisti, Conte ha definito «un’etichetta stantia» il termine sinistra. «Delle due l’una – ha detto Picierno – o Conte non conosce l’inglese o non sa cosa significa la parola sinistra. In entrambi i casi si tratta di dichiarazioni che raccontano della credibilità del personaggio».

Per il M5s «attaccare Conte su questi punti denota una non troppo latente nostalgia per gli shock di Renzi. No, cara Picierno, a essere scioccati sono i cittadini che hanno europarlamentari» del Pd «che votano con la Meloni». A sostegno di Picierno, i riformisti Pd. «Sul tema degli aiuti all’Ucraina è molto semplice – ha commentato la senatrice Simona Malpezzi – o stai con la democrazia o stai con Putin». Per la senatrice dem Valeria Valente «offendere è segnale di debolezza: il populismo sulla guerra – ha aggiunto – lo lasciamo a Conte». Ironico il senatore Filippo Sensi, che ha «evocato» Rocco Casalino, attribuendogli la paternità dei post M5s contro la Picierno: «Rocco, esci da questo corpo.

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